Questo il programma: aprirà l'on. Pierfelice Zazzera (Coordinatore regionale dell'Italia dei Valori Puglia), mentre gli interventi programmati saranno curati dall'avv.Massimo Melpignano ( responsabile dei dipartimenti tematici dell'Idv Puglia), da Giacomo Olivieri (consigliere regionale IdV Puglia), dall'on Antonio Borghesi (componente Commissione Bilancio, Programmazione e Tesoro della Camera), l'on. Raffaele Gentile (già sottosegretario ai Trasporti), dott. Marco Esposito, (Dipartimento Economia e Finanze, sez. Politiche per il Mezzogiorno), il prof. Roberto Tomasicchio (responsabile regionale Dipartimenti Tematici), (professore ordinario presso l’Università del Salento).
Seguiranno gli interventi di eletti e coordinatori regionali della Sicilia, Calabria, Basilicata, Molise, Campania e Sardegna.
La conclusioni politiche saranno affidate al sen. Giuseppe Caforio ( componente Commissione Difesa del Senato e Copasir), l'on. Pierfelice Zazzera (Coordinatore Idv Puglia) e il sen. Felice Belisario ( presidente del Gruppo dell'Idv del Senato).Chiude i lavori l'on. Leoluca Orlando portavoce nazionale dell'Italia dei valori.
Ma quante sono le conclusioni, e quanti sono i concludenti (??!!). E dopo di loro, chi conclude?
RispondiEliminaIn quattro a concludere e chiudere.
RispondiEliminaSuvvia ragazzi, due grandi temi della politica moderna nelle mani di IDV.
E che ci azzeccano?
Non gli basta chiedere l'arresto di tutti e di tutto?
Ora vogliono parlare anche di politica?
Leoluca Orlando e il mistero
RispondiEliminadel cognome scomparso
(Di Mauro Romano, tratto da ItaliaOggi)
Nel libro di Vito Ciancimino mai dato alle stampe tornano antiche accuse di mafiosità riferite al padre di Leoluca Orlando, Salvatore. Sono voci che infastidivano parecchio Leoluca, al punto da doversene difendere con svariati argomenti, rintuzzati da Ciancimino nel suo mancato volume, come rileva Gian Marco Chiocci su il Giornale del 22 scorso (”E sul dipietrista Orlando si abbatte la vendetta postuma di Ciancimino”). C’è un particolare che il pur attento e documentato Chiocci non riporta: il cognome di Orlando. Infatti a Palermo Salvatore Orlando era conosciuto col suo doppio cognome, cioè Orlando Cascio. Il figlio Leoluca si è sempre fatto chiamare, fuori delle circostanze ufficiali, con solo il cognome Orlando: guarda caso, in tal modo usava un cognome diffusissimo nell’isola (basti pensare al “presidente della Vittoria”, Vittorio Emanuele Orlando), in luogo di rendersi identificabile col doppio cognome che inevitabilmente l’avrebbe collegato col padre. Da notare, infine, che Salvatore Orlando Cascio era un am-professore. Chi erano gli am-professori? Erano docenti nominati dal Governo militare alleato (Am) dopo l’occupazione della Sicilia, professori che i colleghi arrivati all’ordinariato per vie normali disprezzavano. Qualcuno, malignamente, asseriva che, come in altri casi gli alleati avevano fatto ricorso ai mafiosi, così anche per questi docenti avevano sfruttato l’onorata società. Ovvio che pure questa maldicenza, sia pure tutta da dimostrare, contribuisse a gettar discredito sul padre di Leoluca Orlando (Cascio).
Lo ha detto Martelli, ex Ministro di Grazia e Giustizia ad Anno Zero :
RispondiEliminaMARTELLI Perché Orlando ce l’ha con Falcone? Perché Falcone aveva riarrestato Ciancimino con l’accusa che Ciancimino era tornato a fare affari e appalti con il sindaco Leoluca Orlando Cascio
Da questo nasce la rottura tra Orlando e Falcone, questo lo depone Falcone al Csm, lo racconta per filo e per segno e non va dimenticato!!
Leoluca Orlando nel 2005 è stato condannato, con sentenza definitiva, per diffamazione aggravata nei confronti dei consiglieri comunali di Sciacca che nel 1999 avevano sfiduciato il Sindaco della città Ignazio Messina, perché durante un comizio, li aveva accusati di essere collusi con la mafia
RispondiElimina"Leoluca Orlando Cascio, se non parla di cose di mafia su cui ha informazioni dall’interno, si esprime letteralmente a sproposito. Chiamare in causa a proposito del dossier che riguarda Antonio Di Pietro, il capogruppo alla Camera del Pdl Fabrizio Cicchitto e’ l’opposto della verita"’. Lo ha affermato Giorgio Stracquadanio, deputato del Pdl, che ha osservato:
RispondiElimina"Infatti, del dossier che indica in Antonio Di Pietro un agente dei servizi statunitensi siamo venuti tutti a conoscenza grazie alla rivelazione dello stesso Antonio Di Pietro, che ha cercato in questo modo di anticipare il colpo. Fabrizio Cicchitto, che e’ un garantista con tutti, compresi Di Pietro e Orlando, si e’ limitato ad osservare, gia’ da venerdi’ scorso in una trasmissione televisiva, che ’un servizio che si rispetti non brucia mai un proprio agente, soprattutto se e’ in una posizione decisiva. Su Di Pietro, quindi, non si torvera’ mai alcuna prova’. Orlando non tenti dunque di rovesciare la realta’ e si ricordi che egli dovrebbe essere il primo a dubitare di Di Pietro, visto che e’ stato Orlando a sostenere che ’il sospetto e’ l’anticamera della verita" e le fotografie di Di Pietro, che di per se’ non provano nulla, qualche sospetto lo fa fanno sorgere, in particolare quella che ritrae Di Pietro con Pazienza alle Seychelles".
Questi sono i campioni della legalità
RispondiEliminaPierTriste , Tonino e il partito della pagnotta.
RispondiElimina9 gennaio, 2010 Nessun commento Lasciamo stare che l’opposizione più dura, più urlata, più sfrontata al quinquennio vendoliano è stata dell’Italia dei valori. Lasciamo stare anche il fatto che la guerra più spietata ad Alberto Tedesco, al suo conflitto di interessi sia stata di Pierfelice Zazzera, deputato e coordinatore dipietrista in Puglia. Lasciamo stare il pungolo costante e impietoso che il martellante ritmo dei comunicati stampa del nefrologo putignanese ( dott. PF Zazzera) ha rappresentato per la giunta regionale. E lasciamo stare tutte le volte (decine) che quella specie di faccia di fumetto (il suo sito si chiama Pieffezeta: appunto) ha rimarcato il suo/loro essere fuori dalla amministrazione regionale, disinteressati alle poltrone, interessati soltanto al rispetto delle leggi, alla legalità, alle mani pulite. Lasciamo stare tutto, per prendere soltanto gli ultimi cinque mesi, un periodo breve limitato alla fase strettamente pre-elettorale.
... segue ...
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RispondiEliminaHa voglia Antonio Di Pietro oggi a dire che su Vendola (e su nessun altro) è mai stato messo un veto da parte dell’Italia dei valori. Pieffezeta è stato chiaro chiaro, per esempio il 31 luglio. Quando ha detto: «Per ben tre volte ho incontrato il presidente della Regione; siamo stati trattati come il Grillo Parlante, ma Vendola si è comportato come Pinocchio. Noi dell’Idv crediamo che sulle ultime vicende il presidente Vendola abbia forti responsabilità politiche».
Cinque giorni dopo, chiaro e preciso: «Mi risulta difficile in questo momento pensare davvero ad una ricandidatura di Vendola alla presidenza della Regione Puglia senza che vi sia un profondo chiarimento ed una seria volontà di ridare credibilità alle istituzioni». «Le inchieste e le intercettazioni – ha aggiunto – al di là di quanto i magistrati dimostreranno, disegnano uno spaccato nella nostra Regione drammatico dove interessi pubblici vengono asserviti ad interessi privati, dove si è tollerato che figli e parenti di un assessore potessero impunemente scorazzare per le Asl e partecipare tranquillamente a gare pubbliche, dove imprenditori chiacchierati parlano con esponenti politici pugliesi di appalti per lo smaltimento dei rifiuti ospedalieri».
Chiaro, preciso e netto l’8 agosto: Pieffezeta legge e commenta la lettera che Vendola ha scritto alla Pm Desirèe Digeronimo. Urca, il governatore, uno di sinistra che attacca un magistrato: «Neppure Fitto ha messo così a rischio l’autonomia e l’indipendenza della magistratura». Addirittura. «Sembra una lettera scritta da Ghedini», il berlusconiano avvocato Mavalà (10 agosto). Il 27 agosto, «Vendola è a tal punto disposto a tutto pur di farsi ricandidare a presidente da essere pronto a chiedere il sostegno a Casini e all’Udc di Lorenzo Cesa a prescindere: ci vuole una bella faccia tosta». Già. Chiarezza e nettezza evidentemente non paiono mai abbastanza tra i dipietristi. E così l’8 ottobre si scomoda Ignazio Messina, il responsabile nazionale Enti locali del partito, per una nota congiunta con PuffoZeta: «Smentiamo categoricamente qualsiasi accordo tra Michele Emiliano e Antonio Di Pietro, sulla ricandidatura del presidente Vendola alle prossime elezioni regionali». Chi lo dice ancora, peste lo colga.
Il 2 novembre è il giorno della ferale notizia, esplicitata definitivamente il 20: PuffoZeta si candida presidente «con una propria lista». Spiega: «Con un centrosinistra che ripresenta Vendola e che va in modo sparpagliato l’Italia del valori non intende legarsi a una ipotesi perdente, perché non c’è unità nel centrosinistra».
È per tutto questo lungo elenco di premessa che quando il 5 gennaio Checciazzecca Gargamella è tenuto a Bari una conferenza stampa per «chiarire la posizione del partito» è stato evidente che dall’Italia dei valori Piertriste dev’essere stato buttato fuori: «L’Idv – ha detto l’ex Pm del pool di Milano – non si è messa mai in condizioni di spaccatura nei confronti del centrosinistra. E in Puglia il Pd dica qual è il suo candidato e noi lo appoggeremo:mai abbiamo messo un veto su Vendola né su nessun altro». Quando coerenza e sincerità sono Valori.
© Puglia d’oggi dell’8 gennaio 2010
All'Italia dei Valori, i valori son valori ed i fatti son fatti. Loro!!!
RispondiEliminaSe avrò tempo e voglia continuerò ad illustrare agli amici-utenti-visitatori del blog vizi (TANTI) e virtù (POCHE) dei dirigenti provinciali, regionali e nazionali di IDV.
RispondiEliminaQuelli locali li conoscete.
quali sono i vizi di quelli locali, vediamo che dici.
RispondiEliminaQuelli locali sono tutti lavoratori e disinteressati.
Aspetto
anonimo delle 17.08, pensa ai tuoi di vizi,,se non sei capace altro di dire pettegolezzi, chiuditi la bocca
RispondiEliminaPettegolezzi? Nossignori, notizie certe su quell'associazione indefinibile denominata IDV,della cui maggioranza di dirigenti ce ne sarebbe da dire ... a caminciare da Tonino, poi suo figlio e a mano a mano.
RispondiEliminaI miei vizi?
Sono così tanti che non li conto nemmeno più.
Ma non faccio il moralista come Leoluca Orlando Cascio, il quale nasconde parte del suo cognome per non essere subito accomunato al padre.
Un uomo che si vergogna di suo padre, voi come lo definireste?
Io taccio, non voglio commettere reati.