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domenica 24 gennaio 2010

TARANTO CHE PENA!

I FATTI

Lunedì 11 Gennaio 2010 si è svolto il consiglio comunale per approvare la variante al piano regolatore che consentirà la costruzione di 250 alloggi al quartiere Paolo VI.
Ciò rientra in una partita di giro nella quale Fintecna (società finanziaria controllata al 100% dal Ministero dell’Economia), in cambio della cessione al Comune di Taranto di un terreno sul quale verrà costruito l’ospedale San Raffaele del Mediterraneo potrà legittimamente edificare centinaia di appartamenti trasformando in oro quello che sino a ieri era terreno brullo ed incolto.

Come noto e come comunica la Regione sui terreni – da oggi comunali – disponibili al Paolo VI “Sorgerà un polo ospedaliero guidato da una Fondazione mista pubblico-privata appositamente creata: la Fondazione ‘San Raffaele del Mediterraneo, costituita da Regione Puglia, Asl di Taranto e Fondazione San Raffaele del Monte Tabor. Nel nuovo ospedale confluiranno le attività degli attuali presidi ospedalieri pubblici di Taranto, SS.Annunziata e del S.G.Moscati”. Il costo dell’intera operazione si stima in 210 milioni di Euro; la Regione si impegna a contribuire con 80 mln e altrettanto renderà disponibile il Governo mentre i restanti 50 mln saranno forniti dalla Fondazione San Raffaele.

LE CONSEGUENZE

  • I cittadini di Taranto potevano contare sino ad oggi su due ospedali con la disponibilità complessiva di 648 posti letto, con l’operazione San Raffaele scenderanno a 570, circa 80 posti in meno quando sono insufficienti quelli oggi disponibili che andrebbero aumentati e non ridotti;
  • Gli ospedali SS. Annunziata e Moscati sono interamente pubblici – unica garanzia di un modello di assistenza sanitaria universalistica – il futuro San Raffaele sarà guidato da una Fondazione mista pubblico-privata dove il privato avrà la gestione ed il pubblico il potere di indirizzo. Ora, a meno di voler credere che il privato operi solo per spirito di carità è chiaro che come in ogni operazione imprenditoriale ci si aspetti un ritorno in termini economici;
  • La sanità tarantina è affidata ad un privato senza aver ottemperato a precise norme di legge che prevedono lo svolgimento di una gara pubblica.
  • Il sito prescelto è in posizione decentrata e difficilmente raggiungibile dall’utenza non solo per le endemiche carenze dei trasporti ma anche per l’oggettiva distanza chilometrica; si pensi ad un trasporto di emergenza da Lama o Talsano a Paolo VI per oltre undici chilometri di strade quasi sempre intasate e dalla viabilità caotica.

A CHI SERVE

  • Fintecna si libera di terreni inutili e può costruire i suoi bei 250 alloggi;
  • Il San Raffaele inserisce un altro tassello incrementando un sistema multinazionale che molto spesso è finito agli onori della cronaca giudiziaria, a partire da quando, nel 1964, Don Verzè venne sospeso dall’esercizio del sacerdozio (Papa Montini gli suggeriva: occupati più dei sacramenti e meno degli affari) per giungere ai giorni nostri con l’affaire Pollari – Pompa, situazioni da cui è sempre uscito brillantemente tra prescrizioni (Cirielli) e apposizione del segreto di Stato (art. 39 comma1);

In conclusione, pensiamo di essere in presenza di una operazione colossale che, grazie ad un’abile campagna mediatica si tenterà di far passare come opera caritatevole e benemerita in favore dei “poveri tarantini”. Per quanto ci riguarda tutto questo, però, ci colpisce due volte: non solo come cittadini di Taranto, ma come donne e uomini convintamene di sinistra perché tutto ciò accade in una regione, una provincia ed un comune amministrato dal centro sinistra.

Associazione culturale Stella Ciao di Taranto aderente all’Associazione Nazionale ARCI

Il Presidente

Luigi Pulpito

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