«La rivolta morale dei medici può rappresentare una opportunità per non chiedere sempre ad altri quello che possiamo fare in prima persona noi. Bisogna ridare valore etico alla professione medica, alle regole deontologiche, al rispetto della persona umana nel momento della sofferenza. Bisogna con coraggio cacciare i mercanti dal tempio, ovvero chi pensa attraverso la salute dei cittadini di fare gli affari. La richiesta di coinvolgimento nelle scelte, il richiamo alla necessità di innovare il sistema anche attraverso una rivolta morale, nel rispetto dei principi di universalità del diritto alla salute, equità e solidarietà previsti dal Codice Deontologico, sono elementi su cui ci troviamo in piena sintonia con i medici di base. Riteniamo – prosegue Zazzera – che si tratti di linee guida preziose, di una forte presa di coscienza ma anche di uno stimolo al mondo della politica da parte di chi vive quotidianamente la sanità».
«L’Italia dei Valori considera la discontinuità nelle politiche sanitarie regionali – conclude Zazzera – una condizione indispensabile per avviare una nuova fase nella nostra regione. Noi dell’IDV abbiamo già chiesto da tempo di intervenire sui metodi di selezione della classe dirigente che gestisce la sanità e che poi sceglie i primari, ovvero chi cura la vita delle persone e che quindi richiede grande competenza. Non si può più accettare che si diventi primario o si ottenga un ruolo dirigenziale nella sanità per meriti di tessera partitica o per amicizie con il presidente di turno. Dobbiamo operare tutti per una sanità di qualità, efficiente, pubblica dove sia davvero ridotta la distanza con il territorio. La sanità che chiediamo è quella che si mette al servizio della persona, e non degli affaristi alla Tarantini.».
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