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La grande Croce argentea
di Grottaglie (1520 circa).
Il Crocifisso tra la Vergine Santa
(a destra) e S. Giovanni Evangelista (a sin.)
foto Giovanni Quaranta
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Risalente ai primi anni del 1500 faceva parte dell'altare delle chiesa Madre
Definita già nei documenti antichi “bellissima”
e “de notevole artificio”, è da considerarsi una preziosa e notevole testimonianza di
arte argentaria del territorio pugliese
La presentazione nella Chiesa Madre di Grottaglie
domenica 3 dicembre 2017 alle ore 19.00 con relazione di Rosario Quaranta e intervento
all’organo rinascimentale
del maestro Nunzio Dello Iacovo
Dopo il
recente restauro dell’antichissimo organo rinascimentale (il più antico di
Puglia e uno dei più antichi d’Italia) e dopo la ricollocazione nell’abside
della Chiesa Madre della grande tela seicentesca dell’Annunciazione, sottratta
con un’accorta operazione di recupero e restauro a un progressivo
deterioramento, Grottaglie “ritrova” un altro importante pezzo della propria
storia e della propria cultura: si tratta della grande croce d’altare
d’argento, fatta realizzare per la Chiesa Madre grottagliese nei primi decenni
del Cinquecento dall’arciprete Francesco Antonio Sammarco e ritenuta dispersa
dopo i lavori condotti negli anni Sessanta del secolo scorso.
La ricomparsa
di questa preziosa croce conferma ed estende nel tempo l’importanza già
evidenziata dalla Collegiata grottagliese all’interno dell’arte argentaria
grazie al pregevole ostensorio quattrocentesco di Francesco Caputo (di cui si
sono occupati storici e critici) e alle artistiche statue d’argento della
Madonna della Mutata (1777) e di San
Francesco de Geronimo (1894).
Si tratta di
una grande croce con anima di legno (cm 155x60) rivestita di lamine argentee
artisticamente lavorate.
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La grande Croce argentea di Grottaglie (1520 circa).
Il Crocifisso tra la Vergine Santa (a destra)
e S. Giovanni Evangelista (a sin.)
foto Giovanni Quaranta
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Una sua
precisa descrizione viene fatta in un documento del 1557, conservato
nell’archivio capitolare, di tutti gli oggetti d’oro e d’argento della propria
chiesa: una croce con l’anima in legno e
con spuntone in ferro battuto inserito in una base lignea, ricoperta di piastre
d’argento lavorato a fogliame indorato. Sulla sua parte anteriore, al centro, mostra
Gesù Crocifisso con capelli, barba e panno intorno indorato, con corona di
spine e diadema d’argento in testa; nel riquadro sopra la sua testa l’iscrizione
J.N.R.J. All’estremità destra S.
Giovanni, all’angolo sinistro ugualmente, la Madonna. Nella zona superiore un pellicano col becco dorato che sta in un
nido con cinque pulcini indorati. Nella zona inferiore la Maddalena con la sua
lunga capigliatura indorata e con le mani che sembrano di bronzo. Sulla parte
opposta della croce la Madonna in trono con veste, copricapo, camicia, collare
e cintura indorati, con nostro Signore in braccio. Ai quattro angoli i quattro Evangelisti con
accanto i quattro animali che li simboleggiano e con le mani sui libri aperti,
con veste, capelli e barbe indorati. Una croce ornata tutt’intorno con
cinquantacinque “ballotte” d’argento poste in quattro fogliette pure d’argento;
sette di queste palle sono più grandi delle altre.
Alla descrizione
si aggiunge anche un giudizio estetico sulle figure che “sono bellissime de
relevo”; insomma un’opera “de notabile artificio”.
In una
successiva descrizione, fatta nella visita pastorale di Mons. Lelio Brancaccio
nel 1577, leggiamo anche che “il pomo
della stessa croce è di bronzo in quattro parti, delle quali due sono
esagonali, cioè quelle medie; quelle estreme sono rotonde con propria cupola.
Nelle due superiori sono scolpite dodici immagini degli Apostoli e tutto il
pomo è dorato, e nello stesso pomo sono collegate le insegne della casa e della
famiglia de Sammarco con le lettere cioè: D. Franciscus Antonius Sammarcus
Archipresbyter”.
La croce è
inserita in una grande base lignea coeva, intagliata e dorata, con i tre piedi
a zampe leonine, esprimente al centro lo stemma del Capitolo. Appare comunque
evidente che l’opera ha subito nel tempo diversi interventi di rifacimento e di
integrazione. La sua datazione, sulla scorta di documentazione d’archivio, si
può ragionevolmente fissare attorno al 1520.
“Abbiamo ritenuto opportuno – dice con un
pizzico di emozione e di soddisfazione D. Eligio Grimaldi, parroco della Chiesa
Madre grottagliese - condividere con la nostra comunità, ma anche con
gli amanti dell’arte e con gli studiosi,
l’importanza del ritrovamento di questo prezioso cimelio di indubbio valore
religioso, storico e artistico dedicando allo scopo una serata culturale che
contribuirà a conoscere e valorizzare ancor di più i tesori del nostro
territorio. Un ritrovamento che provvidenzialmente si aggiunge ai tanti e
notevoli elementi artistici della nostra Collegiata”.
Sarà così
possibile ammirare da vicino questa vera e propria opera d’arte nel corso della
manifestazione di domenica 3 dicembre, alle ore 19.00, nella Collegiata di Grottaglie. Ad introdurre
sarà lo stesso D. Eligio, cui seguirà la relazione del prof. Rosario Quaranta (Una
Croce “bellissima” e “de
notevole artificio”) al quale appunto è toccata la ventura di “ritrovare” la croce
che giaceva dimenticata in un oscuro deposito della Chiesa Madre e di
rintracciare anche l’interessante documentazione storica relativa.
Per
l’occasione il maestro Nunzio Dello Iacovo farà risuonare la voce dell’organo
rinascimentale con un intermezzo musicale che prevede brani di D. Buxtehude (Preludio
e fuga in sol magg. BuxWV 162), J.
S. Bach (Finale (Toccata) da Pastorella
BWV 590), E. Buondonno (Pastorale su motivi tradizionali napoletani).
Appuntamento, perciò, da non perdere domenica 3 dicembre
2017 alle ore 19.00, nella chiesa madre collegiata Maria SS.ma Annunziata sita
in piazza Regina Margherita a Grottaglie.
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blog culturale fondato dalla giornalista Lilli D'Amicis