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giovedì 24 giugno 2010

"SOCIAL HOUSING: 62 ALLOGGI DA COSTRUIRE IN ZONA 167 "PIANA DEGLI ULIVI""


A seguito della pubblicazione del Bando ed esperita la relativa gara, con determina del Responsabile dell’Ufficio Edilizia Residenziale Pubblica del Settore Affari Generali dott. Giuseppe Cancelliere, è stata aggiudicata, in via definitiva, la gara relativa alla costruzione di almeno 45 alloggi nella Zona 167 “Piana degli Ulivi”. Il bando prevedeva che almeno 8 degli alloggi, per una superficie complessiva non inferiore al 20 per cento di quello massimo realizzabile, dovevano essere ceduti al Comune, per essere assegnati ai sensi della LR 54/84. I restanti appartamenti per il 75 per cento da cedere a lavoratori dipendenti ai prezzi e procedure precisate nel Bando, mentre i restanti alloggi da cedere in locazione, sempre in favore di lavoratori dipendenti. Il periodo minimo di durata della locazione è fissato in 8 anni a canone agevolato, determinato in base ai criteri e parametri fissati negli accordi territoriali sottoscritti tra sindacati degli inquilini e dei proprietari ai sensi della Legge 431/98. Alla scadenza del periodo di locazione, gli alloggi potranno essere ceduti.
Cos'è il social housing?

Il significato letterale dell’espressione inglese social housing è “edilizia sociale”, che, per estensione, diventa “ciò che attiene all’offerta sociale di abitazioni”.

In Italia il social housing prende avvio all’inizio del novecento con la legge Luttazzi (1904), attraversa un momento di importante consistenza nel secondo dopoguerra quando la ricostruzione del Paese viene sostenuta anche attraverso i programmi Ina-Casa e Gescal, approda infine alla stagione degli anni sessanta-settanta – leggi 167/1962, 865/1971, 457/1978 - con la strutturazione delle politiche nei tradizionali filoni dell’edilizia sovvenzionata e agevolata.

Il decentramento delle competenze statali in materia di politiche della casa e la progressiva compressione delle risorse nazionali dedicate, fino al loro sostanziale esaurimento, comporta il progressivo sviluppo di iniziative autonomamente predisposte dal sistema degli Autonomie locali e, in particolare, dalle Regioni.

Accanto alla proposizione di programmi regionali o comunali, tradizionalmente articolati nei segmenti dell’edilizia sovvenzionata a totale carico dello Stato, destinata alla locazione permanente, e dell’edilizia agevolata attuata in parte con risorse proprie degli operatori, generalmente destinata alla vendita, emergono nuove politiche abitative espressamente denominate di social housing presumibilmente con l’intento di tenerle separate e distinte dagli interventi riconducibili ai filoni classici.

Superata la fase ancorata alla risposta di “quantità”, tipica della ricostruzione postbellica, attraversata sul finire del secolo scorso la fase della qualità dell’abitare, si approda oggi ad una nuova fase dove l’eterogenità dei bisogni e delle forme dell’abitare emergenti in seno alla collettività comportano la necessità di una risposta sempre più diversificata, con uno sguardo rivolto ad orizzonti più ampi, più frastagliati, più complessi e articolati di quelli finora considerati.

Nel linguaggio europeo il termine assume una connotazione ampia.

Non esiste una definizione valida per tutti gli stati membri. Le situazioni nazionali sono diversificate e ciò costituisce senza dubbio un fattore positivo per la possibilità di conoscenza e di scambio reciproco di esperienze.

Il diritto alla casa è sancito costituzionalmente in Belgio, Spagna, Grecia, Portogallo, Finlandia, Olanda, Svezia e con legge in Francia, Danimarca, Regno Unito.

Secondo il Comitato di coordinamento europeo dell’alloggio sociale CECODHAS, social housing significa offrire “alloggi e servizi con forte connotazione sociale, per coloro che non riescono a soddisfare il proprio bisogno abitativo sul mercato (per ragioni economiche o per assenza di un’offerta adeguata) cercando di rafforzare la loro condizione”.

In estrema sintesi i modi di realizzazione degli alloggi sociali, tra loro anche complementari, sono quattro:

  1. attraverso l’azione di soggetti pubblici che provvedono direttamente alla costruzione degli alloggi;
  2. attraverso l’azione di operatori in-house, separati dal soggetto pubblico che ha potere di controllo; l’operatore lavora esclusivamente per il soggetto pubblico in un ambito territoriale di competenza predefinito;
  3. attraverso l’azione di operatori indipendenti strutturato secondo le regole degli operatori no-profit;
  4. attraverso operatori di mercato legati da un contratto temporaneo con obblighi coerenti con quelli del servizio pubblico.

Nella nuova proposta di risoluzione del Parlamento europeo approvata il 10 maggio 2007 “Politica degli alloggi e politica regionale”, la riflessione sugli alloggi è orientata nell’ottica di tre tematiche ritenute essenziali:

  • la dimensione sociale (tema della segregazione sociale, delle persone senza fissa dimora, delle periferie urbane violente, dell’inserimento dei migranti provenienti da altri Paesi Ue e da Paesi terzi);
  • la dimensione ambientale ed energetica;
  • la dimensione del coordinamento (tema dell’approccio integrato radicato nei principi di sussidiarietà e di prossimità; coordinamento orizzontale - tra le politiche comunitarie inerenti l’alloggio - , coordinamento verticale - tra i soggetti che si occupano di alloggio a livello europeo, nazionale, locale - e coordinamento misto - tra le autorità pubbliche, i soggetti socioeconomici e la società civile; sostegno al meccanismo di scambio delle “buone prassi” finalizzato all’apprendimento continuo inteso come valore aggiunto a livello europeo).

3 commenti:

  1. Ma allora e' proprio vero! Al di la' del goffissimo tentativo di dare una dignità
    a questa iniziativa attraverso una inutile e ridicola ricostruzione storica (che dimostra, ove ce ne fosse ancora bisogno, il provincialismo e l'inconsistenza culturale di chi ci amministra), questa stessa iniziativa, che può essere considerata positiva senza bisogno di annunciarla autocelebrandosi con fanfare, dimostra in modo anora più evidente quanto sia fallimentare la politoca urbanistica di scellerato e scollegato sfruttamentointensivo delnostro territorio. Ma andate a lavorare!

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  2. Un attimo, forse è utile una precisazione, la parte scritta in nero è il comunicato stampa, quella in rosa è la ricerca fatta per far sapere cosa è social housing.
    Del comunicato originale manca la seconda parte delle solite dichiarazioni di Donatelli e via discorrendo.
    Questa precisazione ad onor di verità e correttezza.

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  3. Qunato è il tuo reddito ISEE?
    2,50!
    Il mio è 3,00!
    Tu allora per 0,5 cent avrai la casa di 90.000 euro ed io no?
    Si! è così! mi dispiace!

    RispondiElimina

blog culturale fondato dalla giornalista Lilli D'Amicis

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Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà,
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Pierpaolo Pasolini
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