Una volta si aspettava il Natale, si odorava il Natale, si respirava pensando al Natale e alle feste scolastiche.
Si guardavano i Presepi fatti in famiglia,si sognava e si fantasticava attorno alle luci, ai rumori, alle statuette a cui noi davamo vita e respiro.
A scuola,per prepararsi a questo avvenimento il buon vecchio maestro faceva imparare a memoria poesie tipo:
"Udii tra il sonno le ciaramelle,
ho udito un suono di ninne nanne.
Ci sono in cielo tutte le stelle,
ci sono i lumi nelle capanne.
Sono venute dai monti oscuri
le ciaramelle senza dir niente;
hanno destata ne' suoi tuguri
tutta la buona povera gente".
C'era il fascino del Natale, c'era la magia del Natale.
Il panettone profumava sulla tavola, profumava nel bianco latte, profumava nell'animo infantile, profumava dentro di noi.La tv trasmetteva immagini di paesini bianchi di neve, di cartoni animati di Topolino o Paperino, di Babbo Natale che scendeva dalla slitta e portava doni. Tutti col sorriso,tutti col volto pulito!
Eravamo migliori?Chissà,,,certamente più semplici e ci accontavamo di poco e,forse, eravamo più contenti noi di quel poco che ora del molto.La nostra società meccanizzata,iconografica,
Certo a Natale abbiamo comprato, abbiamo speso, abbiamo
mangiato,abbiamo consumato e abbiamo riso: ma non siamo stati
certamente più felici!
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blog culturale fondato dalla giornalista Lilli D'Amicis