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martedì 21 giugno 2016

Respirando l’aria dell’esame di Maturita’ Classica



L'esame conclusivo della scuola superiore impegna i giovani in un'età che segna il passaggio dalla giovinezza ad un'età più matura. Un passaggio importante, pieno di implicazioni non solo sul piano scolastico, ma anche su quello più ampiamente sociale.
Il punto di partenza  è il 1923, l'anno in cui Giovanni Gentile introduce l'esame di maturità per gli allievi degli studi liceali, gli unici a permettere l'accesso a tutti i corsi di laurea.
Ed oggi di quell’esame? Non e’ rimasto quasi nulla! 

 Quante volte sono stato Commissario agli esami di Maturita’ e quante volte Presidente, ma quell’aria e quel profumo inconfondibili, li respiro SOLO quando chiudo gli occhi e riesco a tornare indietro nel tempo!Tanto tempo fa,purtroppo!

Uno sguardo ed un ricordo del Liceo Classico ”V.Lilla” di Francavilla Fontana, in quella ormai mitica, almeno per me, estate del 1966: qualcuno dei  vecchi compagni e’ stato “ritrovato”dopo paziente ricerca,di altri si conserva il ricordo ovattato nell’oceano della giovinezza ,delle speranze e degli ideali coltivati insieme,qualcuno di loro  ha raggiunto i “campi elisi”…
Vν χρ μεθύσθην (che il buon Orazio Flacco tradusse “nunc est bibendum”) ovvero “ora dobbiamo bere”: e lo faccio brindando, assieme ad un  pensiero riverente,nostalgico  e grato, ai cari vocabolari latini Georges e Campanini - Carboni e a quelli greci Rocci e Gemoll, alla sigaretta buttata e fumata a meta’ per paura che ti vedesse qualcuno dei commissari, ai “riferimenti” degli anni precedenti aggiunti al programma dell’ultimo anno, al trimetro giambico,allo scazonte,all’esametro ed al pentametro, all’antipatico Pelide e al generoso Ettore, all’aristocratico Tucidide, al sereno Orazio, al fine Virgilio, al simpatico Marziale,al misterioso Apuleio(quanti ricordi… a grappoli),alle formule di trigonometria,al baciapile Manzoni col suo capolavoro,alle valenze chimiche,alla Nike di Samotracia che commentai alla prova orale di Storia dell’Arte,alla “deriva dei continenti” di Wegener,a tutti i cari compagni di classe invecchiati (nella migliore delle ipotesi) come me, ai tigli del viale stazione francavillese con il loro penetrante profumo che non dimentichero’ mai e con la loro generosa ombra donataci in quei giorni,al cinguettio degli uccelli in quel solare mese di luglio, all’indimenticabile ed incartapecorito prof. Caroli Michele(spirito liberale inglese, col suo "il saggio non si scompone" e con la sua immancabile borsa di pelle nera sdrucita) , all’allergico gentiluomo e filosofo prof. Di Noi Giovanni con i suoi immancabili starnuti(ero il suo studente preferito.Mi chiamava ”il giovane romantico dell’Ottocento), all’inafferrabile e mai piu’ vista,anche se cercata invano, prof.ssa Iaia che mi fece amare ed apprezzare la Matematica e la Geometria, all’”originale” prof. Caforio,al “massaro” prof. Ferruccio, alla bella ed affascinante signora prof.ssa Palazzo (che gambe…ragazzi dietro quella cattedra),al comprensivo ed umano bidello Peppino che chiudeva,pazientemente, gli occhi mentre in bagno fumavamo le sigarette “esportazione con filtro”, a quelle palpitazioni e trepidazioni che ci hanno permesso di diventare uomini con tutti i nostri difetti e mancanze, alla nostalgia che ti assale all’improvviso scartocciando episodi chiusi nel cassetto della memoria,ai candidi quadri degli scrutini con i voti in colore nero e in rosso(rimandato o bocciato), al compagno Sergio Sbrollini, ucciso,poi, dalla pistola di un balordo in quel di Mesagne, alle marmoree e burrose cosce,ingabbiate dai calzoncini bianchi, di Maria Calo’ (diventasti anche tu, una onorata signora,quindi  rattrappita e poi ci hai “lasciato”, come e’ normale che sia, a ricordarci che ormai siamo …vecchi) che attraevano tutti i nostri sguardi concupiscenti nell’ora di ginnastica, a Marcello Trizza (ora stimato radiologo di S.Vito dei Normanni!) scappato un giorno dalla finestra al pianterreno del Liceo per non essere interrogato in Greco dal “terribile” prof.Caroli, a Carlo Argentiero,aristocratico, sempre a fianco della sua eterna fidanzata come due tipici colombini iconografici,a Lupo Antonio col suo enorme vestito gessato che ci faceva sorridere,al dinoccolato Enzo Milone,mio compagno di banco e medico a Gorgonzola, allo scusciante Pinuccio Trisolino,medico a Bologna, col quale condividevo la corsa dei  100 mt,a Vito Marinotti, collega di Lettere( l’ho incontrato l’anno scorso al Mercatone Uno di Francavilla F. e, prima di lasciarci, mi chiese:”Elio, dimmi una cosa…ricordi ancora tutte le date di Storia per le quali eri famoso?”), a Franco Barletta ritrovato per caso a S.Michele Salentino, sempre col sorriso da bambino sulle labbra,ora come allora, a Di Lauro Leonardo con il quale “gareggiavo” a braccio di ferro,a Franco Valente col suo generale giapponese Togo, a Pinto Giancarlo ritrovato dietro una scrivania dell’Asl di Mesagne,a Fazzi Antonio che la vita ha colpito cosi’ duramente negli affetti essenziali,a Rocca Giuseppe ritrovato e perso nello stesso tempo,a tutti i sogni e le aspettative coltivate e poi deluse, al mio vestito( prove scritte e poi gli orali) completo in azzurro turchino,con camicia bianca e con cravatta a pois(il Berlusca non c’era ancora agli onori della notorieta’), a quell’albero di fichi sulla strada  della stazione di Grottaglie sotto il cui mantello trovavo ristoro fisico dopo essere ritornato da Francavilla nelle prime  ore pomeridiane canicolari,alla canzone “Una rotonda sul mare di Buongusto che cullava,nelle ore serali in casa , le mie “ripetizioni” del programma d’esame,al sudore fisico e mentale di quei giorni, al sorriso ed alla  soddisfazione per la visione dei quadri finali …

MATURO!
Era il luglio 1966!
La vita si apriva a me ed anche le illusioni e le conseguenti  delusioni!

1 commento:

blog culturale fondato dalla giornalista Lilli D'Amicis

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Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà,
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Pierpaolo Pasolini
scrittore
ammazzato nel novembre del 1975

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