Che ora è ?

domenica 29 giugno 2008

Non poteva restare nei commenti una simile lezione




Vede gentile signore/a lei non ha compreso o capito che la cultura è il motore del mondo: la cultura è: fare, agire, muovere,operare,costruire, programmare ecc ecc.
Lei non riesce a capire che se non si conosce qualcosa non si può operare sul qualcosa?

Per rimanere a Grottaglie, un solo esempio: ella si è mai chiesto chi mai abbia messo un angelo sul castello di Grottaglie a violentare un monumento, un territorio, un contesto antropizzato?

Chi mai se non un demente, un asino(chiedo scusa al nobile e indefesso animale), un cretino senza cultura,patria ed arte? Ebbene, questo personaggio o personaggia ci amministra.
Lei è contenta di essere amministrata da siffatta gente?

Violentare un territorio, per ignoranza, significa creare le condizioni per danneggiare gli umani.

Cercherò di farle degli esempi illuminanti e molto semplici, così che le saranno facilmente comprensibili:

Avere studiato il greco rende meno faticoso lo studio della medicina o della biologia, la cui terminologia tecnica è di radice greca.
Diventa intuitivo capire la differenza tra «epitelio» ed «endotelio», cogliere il senso di «sarcoma» e in cosa si distingue da «melanoblastoma».

Se si è studiata la storia, si capisce meglio il nostro presente, anche la politica.
Si diventa meno vittime inermi della pubblicità idiota.
Il tempo dell’oggi ci appare meno piatto, come appare ai nostri ragazzi ignoranti (che s’annoiano appunto perché ignoranti: tutto li annoia, perché nulla capiscono a fondo e sono appiattiti in un presente senza spessore), perché lo vediamo come l’emersione di una profondità storica antichissima.

Insegnare ai giovani e non giovani, quindi anche a lei, non «contenuti», bensì ad imparare, nella vita, ciò che servirà e che nessuna scuola può prevedere, nell’imprevedibile cambiamento delle tecniche, delle istituzioni, dei rapporti di forza politici.
Dare loro le «nozioni di pronto impiego», ossia l’habitus a capire culturalmente, e ciò attraverso la cultura classica e la storia antica.
Proprio perché la scuola deve dare le basi della civiltà da cui partire per andare oltre e più in alto, occorre che ciò che insegna sia «inattuale».
Non il computer (lo sanno già), ma Plutarco, il greco, il diritto romano, la geometria di Euclide, la fisica di Aristarco: tanto intensamente da diventare «alla mano», nozioni di pronto impiego.
Inevitabilmente, la fatica è tanta all’inizio: proprio perché chi comincia non ha cultura, deve imparare le parole singole, ampliare il suo vocabolario, organizzare la logica.
Ma alla fine del liceo di Gentile, la «cultura» come rendeva facile apprendere, come tutto s’inquadrava armoniosamente in chi aveva studiato!
Il diplomato classico diventava ingegnere e fisico sub-atomico più facilmente e rapidamente del diplomato tecnico; o economista, meglio che il ragioniere.
Questi sono fatti!

Chi ha studiato il greco e latino impara non meglio, ma più a fondo l’inglese e il tedesco: ne coglie l’anima, che è l’anima di popoli e culture diverse, che è così divertente capire a fondo.
Infatti il colto si diverte di più, nella vita.
Per un ragazzino che si occupa solo di telefonini, la passeggiata in un bosco è «una palla».
Per un botanico, è una continua scoperta, perché lui sa il nome, il sesso e i caratteri di piante e di vegetali che per l’altro sono solo erba e foglie.

Per questo la cultura deve essere «umanistica», nel senso rinascimentale.
Per non essere specializzata, ma mantenere a chi ce l’ha uno sguardo ampio e cordiale sulla molteplice realtà, sempre sorprendente.
Non basta occuparsi professionalmente di una sola materia, quella che dà da vivere e serve per la carriera: anche per essere un bravo manager, banchiere o biologo, è bene essere curiosi di altro, di astronomia magari, di storia soprattutto.
Un economista d’oggi è un elaboratore di pseudo-formule algebriche: ma l’economia è «storia dell’economia».
Se non si vuole ripetere ogni decennio un nuovo 1929 occorre studiare cosa avvenne allora.
I grandi medici sono sempre stati degli umanisti, appassionati lettori, curiosi delle novità che potevano venire da fonti «eretiche».
Un grande medico napoleonico imparò l’auscultazione dai vinattieri, che battendo con le nocche sulle botti sapevano dire se e quanto la botte fosse piena.
Nell’Inghilterra dell’800, gli inventori di macchine a vapore erano degli artigiani molto abili, a cui si affiancavano con entusiasmo signori d’alta cultura classica, dilettanti di lusso dell’aristocrazia: insieme formavano l’uomo rinascimentale, abile nei manufatti e nel capirne la profondità e le possibilità.
Come ho spesso detto, l’etnologia e l’antropologia furono inventate per ragioni imperiali britanniche: come comandare gli indù, i confuciani e i polinesiani, senza capirne la cultura?

Se mi legge un ignorante tipico, lo so, gli cascheranno le braccia: troppe cose da imparare, non vale la pena nemmeno di cominciare.
Non ha tutti i torti.
La cultura è un cumulo di tremila anni e più.

Ma occorre ancor più che in famiglia ci sia - se non cultura - il rispetto e la stima per la cultura.
Il contrario di ciò che vige nel familismo italiota, dove la cultura è per «i professori che sono per lo più ritenuti «morti di fame»», (HAIMÈ) a meno che non siano palesemente ricchi come Veronesi.
Meglio se il repertorio delle curiosità è già ampio in mamma e papà, meglio se ci sono già libri in casa, che il ragazzo magari legga di nascosto perché «proibiti» (Apuleio, Petronio, Ovidio, «L’Amante di Lady Chatterley, tutto può aiutare…).

Concluderò con un fatto che è avvenuto in Italia anni fa, come mi è stato raccontato: un ministro dell’industria si indignò moralisticamente perché i fiori rincaravano il 2 novembre, giorno dei morti.
«Proprio quando tutti vogliono comprare fior, i fiorai aumentano i prezzi! È uno scandalo! Fanno cartello! Bisogna mandare la polizia a multarli!».
Ora, un ministro dell’industria dovrebbe pur sapere - o intuire - qualcosa di come funziona l’economia.
La legge della domanda e dell’offerta era del tutto sconosciuta al signor ministro.
Ignorava il fatto che una merce rincara quando è scarsa; come quando ci sono più denari disposti a comprare fiori che fiori in commercio, il che accade appunto nel giorno dei morti.
Il fatto - deplorevolmente oggettivo, comprensibile a chi abbia studiato l’analisi logica al liceo - è aggravato nel caso dei fiori, merce deperibile, che non si può accumulare in magazzino a luglio per soddisfare la domanda enorme di novembre.
Per questo, il 2 novembre, l’offerta di fiori è scarsa rispetto alla domanda, e quindi rincara.
Il ministro (dell’industria!) era un incolto ignorante democristiano, ovviamente di sinistra.

Sospetto che ignoranti ministeriali, regionali, provinciali, comunali che hanno pagato la laurea, siano anche oggi in grandissimo numero e ci governano e amministrano.
E che per questo, in un certo senso persino innocentemente - l’innocenza colpevole degli ignoranti - abbia sgangherato le istituzioni e il sistema giuridico, aumentato la spesa pubblica a livelli astronomici, ridotto il sistema pubblico ad un sistema di corruzione e di privilegi.
E’ l’ignoranza di chi fa’ le leggi italiote, l’ignoranza dei Diliberto come dei Mastella o dei Visco: leggi per ordinare ai fiori di costare meno.
Leggi, se dipendesse da questa sinistra «estrema» (estrema nell’ignoranza) per sbattere in galera i fiorai e i mercanti in genere.
E farebbe leggi ad personam: «Chi si chiama Previti va’ condannato, chi si chiama Visco è assolto» (o il contrario) ignari che le leggi sono norme generali ed hanno effetti generali, lo si voglia o no, spesso imprevisti e non desiderati dai loro estensori.
L’ignoranza è pericolosa, come si vede, e produce il controllo asfissiante, il sospetto dei pubblici poteri sui cittadini che o fanno cartello, o sono tutti evasori, e dunque vanno controllati in ogni passo della vita: per ignoranza, può essere instaurato il totalitarismo burocratico, che uccide la libertà.

Studiassero non dico le basi dell’economia, ma anche solo l’analisi logica, non oscillerebbero fra impulsi sovietizzanti polizieschi di controllo dell’economia e le lodi sperticate al globalismo liberista di Draghi.
Invece di perseguire un improbabile cartello di fiorai o dei taxisti, starebbero attenti al cartello delle banche o della assicurazioni.
Starebbero nel giusto mezzo delle leggi oggettive dell’economia, che sono come quelle della fisica, senza confonderle col capitalismo di rapina in corso.
Né si farebbe infinocchiare da quel dipendente Goldman Sachs che chi gli dice che per abbassare le tasse occorre più mercato, che non c’entra nulla.
La cultura «disponibile alla mano» serve eccome.
È pratica, è funzionale.

Nel film Rambo I ( sono certo che lei lo ha visto) si dice: "Rambo non possiede le armi, ma la capacità di costruirsele".

Ebbene la cultura è questa: la capacità di costruire e modificare,adattare e creare il mondo e la realtà che ci circonda, sempre come fine ultimo la felicità dell'uomo e il suo vivere sereno.



Odisseo


NB: Per la sig.ra D'Amicis: chiedo scusa se ho occupato tutto questo spazio ma mi è sembrato giusto il farlo;sono certissimo che lei, come giornalista e, quindi, come persona che scrive su un mezzo di cultura, mi perdonerà e mi capirà.

sabato 28 giugno 2008

Pubblico con piacere questo interessante documento

Oggi la Torrente del Vento (ex-complesso conventuale annesso alla chiesa del Carmine nel borgo antico di Grottaglie), ancora una volta nel corso della sua lunga storia, si accinge a cambiare volto. La città di Grottaglie ha, infatti, ottenuto a suo tempo un congruo finanziamento nell’ambito del programma regionale “BOLLENTI SPIRITI”, per il recupero e la ristrutturazione dell’immobile, di proprietà pubblica, da adibire alle attività in favore delle fasce giovanili della popolazione locale. Si tratta della più importante operazione di infrastrutturazione materiale a servizio della creatività e del protagonismo giovanile mai varata da una regione italiana, per un investimento complessivo di oltre 50 milioni di Euro, 40 dei quali a carico della Regione Puglia. 165 i Comuni coinvolti su tutto il territorio regionale e tra i 132 fabbricati interessati da interventi, la Torrente del Vento di Grottaglie, cosi’ come da comunicato stampa diffuso dal Comune di Grottaglie, che potrete visionare per intero a questo link

http://www.comune.grottaglie.ta.it/page/news/dettaglio_news.asp?Id=335

Attraverso la realizzazione congiunta di due interventi strettamente connessi: a) il recupero e la ristrutturazione dell’immobile b) la realizzazione in questi spazi di un Centro Servizi per i giovani, quale strumento operativo della politica giovanile locale, finalizzato ad attivare un percorso di orientamento, inclusione e democrazia; la “Torrente del Vento”, si appresta a breve termine a diventare un “laboratorio urbano” con contenuti e caratteristiche proprie: luoghi per l’arte, lo spettacolo e il recupero delle tradizioni; luoghi di uso sociale e sperimentazione delle nuove tecnologie; servizi per il lavoro, la formazione e l’imprenditorialità giovanile; spazi espositivi, di socializzazione e di ospitalità. Per informazioni più dettagliate e per scaricare il progetto in formato pdf consultare il sito:

http://bollentispiriti.regione.puglia.it/index.php/grottaglie

Un progetto fortemente voluto dalle ASSOCIAZIONI DELLA TORRENTE DEL VENTO e che ha trovato nell’Amministrazione Comunale di Grottaglie un interlocutore attento e disponibile a raccogliere la sfida. Per consentire lo svolgersi dei lavori, le Associazioni hanno dovuto trasferirsi temporaneamente in sedi precarie, in attesa di rientrare, cosi’ come da progetto, nella loro sede “storica” quando i lavori di ristrutturazione, affidati in data 7 aprile 2008 all’Impresa Virginia Immobiliare s.r.l. con sede in Fasano (Br), saranno terminati.

UN PO' DI STORIA

La Torrente del Vento sorge sulla roccia, nella parte più alta del versante nord del borgo antico, praticamente inaccessibile dalla parte esterna dell’antica città (l’attuale via Ennio). Secondo alcuni storici, proprio a questa sua inaccessibilità, si doveva la felice ubicazione della ipotetica 4° porta dell’antica Grottaglie, prima ancora che vi fosse costruito il convento dei carmelitani, adiacente alla chiesa. Il Carmelo arriva a Grottaglie nel 1500. Fu il sacerdote grottagliese D.Romano De Romano nel 1505, con atto del notaio Andrea Galeone, a fondare la Chiesa del Carmine, donando ai Padri Carmelitani una sua villa, con attiguo suolo e una piccola cappella sita in una grotta incorporata nella proprietà. La Chiesa cominciò a funzionare nel 1515 con la presenza di sette padri e quattro coadiutori. Il convento con le sue 21 celle iniziò la sua attività nel 1520. Fu fondato dal p. Balduino di Ravenna. Con le spoliazioni da parte di Napoleone prima e da parte dello Stato italiano poi, subito dopo la nascita del Regno d’italia, molti quadri e la biblioteca scomparvero e un’ala del convento dall’antico toponimo “Torrente del Vento” venne adibita a carcere mandamentale. Acquisita al patrimonio pubblico, i locali della struttura vennero dapprima usati come Ufficio di collocamento e poi, negli ultimi dieci anni, come Centro Culturale e sede delle Associazioni Culturali e di Volontariato della Città di Grottaglie.

IL VIDEO

Il video che andrete a visionare vuole essere un omaggio affettuoso alla Torrente del Vento ma anche una sorta di “regalo” alla città. Infatti nel video avrete modo di vedere quello che può essere considerato una testimonianza preziosa nella sua estrema semplicità, qualcosa che, se non l’avete già vista in passato, non avrete mai più modo di vedere nella sua sede naturale (una cella monacale di 3metri x 2 metri) se non attraverso le immagini, rese ancora più suggestive dal sonoro di questo video.
Grazie all'associazione "Lu Lauro" ed ad Anna Montella

venerdì 27 giugno 2008

Oggi Consiglio comunale, ore 18.00, e che Dio ce la mandi buona!

ORDINE DEL GIORNO:
1. Interrogazioni: a) n. 07281 del 25.3.2008 (M. Mirelli).
b) n. 07300 del 26.3.2008 (M. Mirelli)
2. Interpellanza n. 01204 del 15.1.2008 (M. Mirelli).
Interpellanza n. 01597 del 21.1.2008 (integrata con nota del 10.3.2008 n. 05931) (M. Mirelli).

3. Mozione n. 012432 del 29.5.2008. (M. Mirelli).
4. Ordine del giorno n. 03240 del 7.2.2008 (M. Mirelli).
Ordine del giorno n. 03454 del 8.2.2008 (M. Mirelli).
5. Elezione del Presidente del Consiglio Comunale
6. Istanza presentata dal Sig. Lisi Carmelo, comproprietario del fondo sito in località denominata Galeasi figurante in catasto al foglio di mappa n. 57 p.lla n. 343 della superficie catastale di mq 3708 diretta ad ottenere il permesso di costruire per la realizzazione di un box in legno per lo svolgimento di una attività di pet therapy. Presa d’atto. (Rel. Ass.re F. Donatelli).
7. Istanza presentata dalla sig.ra Camassa Aurelia diretta ad ottenere una diversa parziale sistemazione urbanistica ed edilizia dell’area in proprietà che, secondo le previsioni del vigente PRG risulta tipizzata per una parte come zona omogenea B1, per un’altra parte come zona destinata a volumi da realizzare e per la restante parte come zona destinata a verde pubblico in progetto. Presa d’atto. ( Rel. Ass.re F. Donatelli).
8. Affidamento di incarichi di collaborazione , di studio, ricerca e consulenza a soggetti esterni all’Amministrazione. Criteri generali. (Relatore Ass.re C. Annicchiarico).
9. Linee di indirizzo per un progetto di riqualificazione dell’area compresa fra le infrastrutture del centro abitato, la zona industriale e la nuova zona aeroportuale. Approvazione. (Rel. Ass.re F. Donatelli).
10. Approvazione Piano Economico Finanziario nuova zona PIP. Variazione di Bilancio. (Rel. Ass.re F. Donatelli).
11. Delibera GC n. 307/2008 dall’oggetto: Proroga incarico dott. Fornaro Gaetano. Variazione al Bilancio di previsione 2008. Ratifica ai sensi dell’art. 42, comma 4°, D. Lgs. 267/2000. (Rel. Ass.re M. Santoro).
12. Delibera GC n. 308/2008 dall’oggetto: Regolamentazione contabile delibera di GC n. 119 del 28.2.2008. Variazione al bilancio di previsione 2008 e rideterminazione avanzo vincolato per i Piani di Zona. Ratifica ai sensi dell’art. 42, comma 4°, D. Lgs. 267/2000. (rel. Ass.re M. Santoro).
13. Delibera GC n. 318/08 dall’oggetto: Liquidazione provvidenze contributive per eventi calamitosi anno 2003. Variazione al Bilancio 2008. Ratifica ai sensi dell’art. 42, comma 4°, D. Lgs. 267/2000. (Rel. Ass.re M. Santoro).
14. Riaffidamento al Comitato dello Sport, gestione Palasport “S. Elia” per il periodo 1.10.2007/30.6.2008. (Rel. Ass.re M. Patruno).
Grottaglie, 20 giugno 2008

giovedì 26 giugno 2008

Non ho aspettato il fine settimana

Questa volta non ho aspettato il fine settimana per leggere LIVÙ, appena acquistato dal mio edicolante di fiducia ed amico, Ciro Quaranta, ho cominciato a leggerlo, dopotutto quel viso così rassicurante del nostro Monsignore invita alla lettura e non nascondo che sono corsa subito alla cover story.
Mi duole dirlo, ma sono rimasta delusa, mi aspettavo di più da questa intervista, l'ho trovata glaciale e molto simile ad un asettico curriculum vitae.
P
eccato, mons. Ligorio, nostro sempre caro don Salvatore, avrebbe meritato più passione e meno laicismo. Questa è una mia opinione.
Come al solito divertente Pietro Spagnulo con la sua esilarante locandina e il pezzo "parla come mangi". Avrei evitato l'articolo sull'Estrò, se non altro per rispetto allo stesso mons. Ligorio e alle Clarisse del nostro convento, anche in questo pezzo, molta laicità, mancanza di passione e spiritualità. Si sente che i latori del pezzo non hanno nulla a che fare con la stessa spiritualità e la Fede che non si inventa: o si crede o non si crede, non ci sono mezze misure!
E per finire l'argomento suicidio, dopo lo strazio del povero Paolo, affrontato con molta superficialità e con una inopportuna difesa della scuola che anche se non ha colpe, non è aliena da etichettature e discriminazioni in cui molto spesso le comunità scolastiche cadono arrecando danni. Con questo non ho nessuna intenzione di generalizzare o colpevolizzare qualcuno o qualcosa, anzi, ritengo che anche nella scuola ci siano esempi di grande umanità e impegno per evitare che i giovani devino e compiano atti inconsulti. Ma su una cosa dobbiamo esserne certi, se il mondo sta andando a rotoli è perché la morale sta andando a puttane, la famiglia non è in grado di far fronte e quindi a mediare e filtrare messaggi deleteri che stanno portando i nostri giovani fuori strada. Una famiglia sempre più impegnata a non far mancare il materiale, ma per quel che concerne lo spirito, l'educazione e la coltivazione delle aspirazioni e delle passioni dei nostri figli è lontana anni luce dall'essere di aiuto.
Dai nostri figli spesso vogliamo solo quello che noi avremmo voluto essere e non siamo riusciti, oppure far continuare a loro quello che noi abbiamo iniziato, con buona pace delle loro attitudini e dei loro sogni. In tutto questo contesto non posso che salutare con grande ammirazione e riconoscenza quello che hanno saputo far partire nella Parrocchia del Rosario, un vero e proprio oratorio intitolato all'indimenticato Aldo Vestita, di cui se ne dà conto in questo numero di LIVÙ.
Tutto sommato, questo magazine cittadino, può essere definito un discreto tentativo editoriale, anche se, anche in questo numero, non sono stati molto convincenti, in quanto continuano a realizzare un contenitore disordinato e contraddittorio di argomenti che in alcuni casi arriva a disturbare la sensibilità del lettore.

Gente di LIVÙ aggiustate il tiro e la grafica, avete buone potenzialità per riuscirci.
BUON LAVORO!

mercoledì 25 giugno 2008

Ma l'Alenia a Grottaglie cosa ha portato?

È notizia di ieri: all'Alenia sono stati assunti, finalmente, 6 unità lavorative, 5 di Taranto ed uno di Carosino, questi fanno parte delle liste speciali di invalidità.
Erano in corsa anche alcuni grottagliesi che sono stati completamente ignorati.
Anche questo è frutto di una politica dissennata nella nostra città, che predilige solo alcuni comparti come l'edilizia con relative lottizzazioni, tutto il resto è se ne rimane.
Se faccio un passo indietro nel tempo, rivedo l'ultima campagna elettorale delle Amministrative, dove ero anch'io candidata, e mi suonano ancora nelle orecchie le risposte di molta gente che dispiaciuta mi diceva:" Ti voteremmo con tutto il cuore, ma devo vedere sistemato quello o quell'altro mio parente e c'è chi mi ha promesso che me lo sistemerà all'Alenia, quindi lo voterò."
Molta di quella gente la incontro oggi per strada e di propria spontanea iniziativa mi dice: " Come ci hanno preso per il c..!"
Il bello è che continuano a prendere la gente per i fondelli, con una differenza che più di qualcuno comincia ad incazzarsi.

lunedì 23 giugno 2008

L'Università dell'Età Libera chiude il suo terzo anno scolastico


Cerimonia di chiusura dell’anno accademico 2007/2008 dell’Università dell’Età Libera, consegna di attestati di frequenza e distribuzione dell’aperiodico LiberaMente UdEL

Oggi pomeriggio alle ore 17 presso l’Istituto di Istruzione secondaria di 1 grado “Don Luigi Sturzo”, via don Sturzo a Grottaglie, avrà luogo la cerimonia di consegna degli attestati di frequenza ai corsi dell’Università dell’Età Libera.

Nel corso della cerimonia la presidente Anna Maria Lenti, oltre a consegnare degli attestati, relazionerà su questa esperienza che ormai è al suo terzo anno con un incremento degli iscritti molto lusinghiero, sarà anche distribuito il giornale della stessa Università dell’Età Libera: LiberaMente UdEl, aperiodico diretto dalla giornalista Lilli Ch. D’Amicis che insieme al giornalista Ciro Petrarulo ha tenuto, durante l’anno scolastico 2007/08 il primo corso di giornalismo, infatti lo stesso giornale, al suo numero zero ed in corso di registrazione, è stato realizzato grazie al contributo degli stessi corsisti e docenti della stessa Università dell’Età Libera.


domenica 22 giugno 2008

Per non prenderci troppo sul serio...ridiamo un po'

Lasciateci lavorare ...e non siate impazienti!

A seguito della pubblicazione del post inerente l'attivazione del sito dell'Idv Grottaglie, si sono affollati un ridda di commenti, chi a torto e chi a ragione ha detto la sua, compresi i giovani dell'Idv Grottaglie, che vi assicuro sono dei bravissimi ragazzi, carichi di passione e tanta tanta buona volontà, ed io ne sono certa: SI FARANNO!
Io mi pregio di appartenere a questa componente politica che mi ha permesso, nel mezzo del cammin di nostra vita, di dedicarmi alla politica e al volontariato associativo, qualcuno sicuramente dirà: "Ma c'è vole quedda, do vo riva?" ...e via discorrendo, sono le frasi tipiche di chi come i peones si siede davanti alla porta di casa comodo e aspetta che gli altri facciano, per poi criticare e sperare che qualcuno faccia qualcosa per lui, se non accade nulla di positivo per il peone in questione, ecco la frase tipica: "ma c'è volono", quindi subito una ridda di polemiche e critiche che puntualmente sbarcano sui blogs.
Cari signori detrattori e filosofi del tutto va male e del so tutto io, esprimete pure le vostre idee e concetti, fatevi latori delle più becere critiche, ma vi prego fateci lavorare, quando il nostro lavoro sarà visibile e al traguardo delle prime mete dateci pure addosso. Ma ora fateci lavorare!
Anch'io quando facevo solo la giornalista ero prodiga di critiche, mi piccavo di poter fare le bucce a quello e a quell'altro politico, ora che sono dentro la politica, vi assicuro, la prospettiva di osservazione e coinvolgimento è diversa, e richiede molta calma, sangue freddo e come ama ripetermi spesso il senatore Felice Belisario dell'Idv: "Lilli la politica si fa col pelo sullo stomaco, altrimenti non si va da nessuna parte", io condivido in parte questa affermazione e sto cercando di impostare un modo di fare politica più nuovo, più fresco e quello che più mi preme più onesto intellettualmente, e vi assicuro che non è facile cari miei lettori. Quindi mi avvarrò di questi giovani e su di loro conto tantissimo e saprò essere un'ottima talent scout.

venerdì 20 giugno 2008

Ciao Daniele

Quattro anni fa toccò a me dare l'atroce notizia che tu dall'isola di Saseno in Albania eri volato in cielo a soli 28 anni. Ciao fratello mio, cucciolo di casa, sei sempre nel nostro cuore ferito che mai si rassegnerà della tua prematura dipartita causata da quel tuo cuore che ha cessato di battere improvvisamente per un disegno inaccettabile ed inspiegabile del destino.
Oggi pomeriggio alle ore 19.00, in Santa Maria in Campitelli, messa in suffragio di Daniele.

giovedì 19 giugno 2008

UGENTO: AMARA TERRA MIA

Cari amici,

a prima vista sembra una città tranquilla, uno dei 98 paesi della provincia di Lecce, tacco d’Italia, a pochi chilometri da Santa Maria di Leuca.

Ugento si estende su una superficie di 98Km2 la seconda dell’intera provincia, abitata da 11.000 anime. L’economia è prevalentemente turistica, dove gli ugentini lavorano spesso a nero mentre i forestieri vengono a fare gli affari.

Proliferano villaggi e alberghi un po’ ovunque anche nei pressi di terreni che la Regione Puglia nel 2007 ha voluto destinare a Parchi protetti. Qui la disoccupazione si sente eccome e per il posto di lavoro si è disposto a tutto, anche a devastare il territorio.

L’edilizia è l’unico modello d’impresa che resta, mentre il Piano regolatore è scaduto da tempo e si va avanti in deroga.

A Ugento la destra governa ormai da quasi venti anni. Sindaco della città da sette è Eugenio Ozza al suo secondo mandato, ha vinto due anni fa con il 63% dei suffragi. Ozza è esponente di spicco di Alleanza Nazionale, uomo della destra sociale, deputato della Repubblica per ben due volte. Un anno fa qualche mano ignota fece esplodere una bomba carta dinnanzi al portone del Municipio, un’altra mano mise fuoco alla Lancia del sindaco. Avvertimenti?

Qui si conoscono tutti. Tutti sanno tutto di tutti.

Questa è anche la terra che ha dato i natali alla Sacra Corona Unita, ma anche i luoghi dove l’Assessore Comunale Renata Fonte di Nardò veniva assassinata il 30 marzo 1984, perché si era opposta alla speculazione edilizia di Porto Selvaggio.

Gente sospettosa qui nel salento, volti scavati dal sole e dalla salsedine. Giovani senza prospettive, la gran parte lascia Ugento per andare all’estero.

D’estate si popola di turisti, molti della provincia di Bari ma anche tanti stranieri ed emigranti.

La pizzica nelle strade è tradizione, ma anche attrazione per gli stranieri. Profumi e sapori inebriano i vicoli del paese.

Le abitazioni sono basse e bianche battute dal sole estivo, quel sole accecante, che ti invita il pomeriggio ad appisolarti.

Le donne non le vedi per strada, restano in casa dietro persiane e vetri, nascoste da merletti lavorati.

Gli uomini invece li trovi seduti al bar a parlare di sport, donne e politica. La politica quella spicciola non quella dei massimi sistemi, quella quotidiana delle fatiche, delle tasse che strozzano, dei permessi che non arrivano, di amministratori che si fanno gli affari propri mentre il popolo langue. Lo Stato da queste parti è molto lontano.

Qui nella notte tra il 14 e il 15 di giugno è stato ucciso barbaramente Peppino Basile, consigliere comunale e provinciale dell’Italia dei Valori.

On. Pierfelice Zazzera


mercoledì 18 giugno 2008

È ancora in costruzione ma presto sarà completo, ci stiamo lavorando

www.idvgrottaglie.ilbello.com

Grazie all'apporto di un gruppo di giovani aderenti all'Italia dei Valori
stiamo approntando un sito tutto dedicato al nostro partito di Grottaglie,
da qui partiranno proposte, idee,
aggiornamenti politici e dibattiti.
Chiunque potrà partecipare ad arricchirlo
basterà inviare agli indirizzi e-mail testi e quant'altro serva all'azione politica.
Grazie, vi aspetto in tanti!
Lilli Ch. D'Amicis
coordinatrice cittadina dell'Italia dei valori a Grottaglie

Ciao Peppino


È un periodo non molto buono, troppe cattive notizie ci intristiscono e ci fanno vedere un nefasto futuro, si vorrebbe scappare via in posti dove vivere è più semplice, ammesso che esistano, questi posti.
Il mio partito l'Italia dei valori è stato colpito duramente dall'efferato delitto di Ugento, del povero e semplice, ma vi assicuro astuto e guerriero, Peppino Basile, un uomo del sud che conoscevo dai tempi della campagna elettorale del 2006, una macchina da guerra infaticabile, inarrestabile. Mi fece effetto vederlo arrivare a Lecce, presso il comitato del senatore Caforio, in abiti sgargianti, pelle bruciata dal sole e un carattere ribelle che sprizzava energia da tutti i pori. Fu spontanea la mia domanda ad alcuni astanti chi fosse quest'uomo, mi fu risposto che era uno dei più vecchi militanti dell'Italia dei valori. Peppino si accorse che io mi stavo interessando a lui e mi si avvicinò chiedendomi chi io fossi e da li cominciò un discorso fitto, fatto di tanti propositi e di strategie elettorali per portare un buon risultato a Lecce e provincia, mi fece vedere i santini che aveva fatto stampare artigianalmente, mi spiegò che per risparmiare li aveva ricavati dai margini del manifesto. Insomma un vulcano di idee.
Da allora, in ogni adunata dell'Idv ci si incontrava e giù a parlare di una valanga di progetti, azioni ed iniziative politiche.
L'ultima volta che ci siamo visti è stato sabato 7 giugno in occasione della conferenza stampa per la presentazione del nuovo commissario provinciale di Lecce, Francesco D'Agata, al nostro arrivo, mio e del senatore Caforio, ci ha visti dalla finestra e festante ci è venuto incontro, ci ha ricevuto con tutti gli onori e come al solito dopo la conferenza ci siamo seduti e messi a parlare del nostro partito e nelle sue parole traspariva come al solito l'entusiasmo di sempre e la tenacia con cui intendeva far valere le posizioni politiche dell'Italia dei valori.
Ieri c'ero anch'io al suo funerale ho scrutato quanto più facce possibile e mi sono fatta una idea che non scriverò ma conserverò dentro di me.
Ciao Peppino ci mancherà la tua genuina e forse esagerata irruenza.

Più del "matrimonio dell'anno" preferisco dar conto di questo


L'AZIENDA AGRICOLA CASSESE ALL'OSCAR GREEN 2008
da Grottaglie in rete

Nei giorni scorsi si è svolta a Roma la cerimonia di conferimento dell’Oscar Green 2008, il primo e più importante riconoscimento italiano per l’innovazione in agricoltura, promosso da Coldiretti Giovani Impresa. Tra le oltre 300 aziende partecipanti, finalista nella categoria “Sviluppo locale” è giunta la Società Agricola F.lli Cassese s.s. di Grottaglie, proprietaria della masseria Monti del Duca di Crispiano, che ha condiviso il podio con l’Associazione Castanicola Forestale di Nuoro e l’Azienda Agricola Al Confin di Vicenza (giunta prima).

I F.lli Cassese, già medaglia d’oro della Camera di Commercio di Taranto e vincitori della Bocca della Verità della Fai-Cisl, giungono a questo nuovo importante traguardo che gratifica l’intero comparto jonico ed in particolare la Coldiretti di Taranto a cui i F.lli Cassese sono associati.

La Masseria Monti del Duca è un’azienda multifunzionale che produce ed imbottiglia olio extra vergine di oliva dalle olive provenienti dagli oltre 30.000 ulivi secolari di proprietà, che trasforma il proprio latte bovino ed ovino in prodotti caseari di eccellenza e che rappresenta una delle realtà avicole più importanti dell’Italia meridionale. I F.lli Cassese sono da sempre impegnati sul territorio anche con numerose iniziative culturali che variano dalle rappresentazioni teatrali, ai premi di arte, musica e poesia. La Masseria Monti del Duca, inoltre, è meta prediletta di decine di scolaresche pugliesi di ogni ordine e grado e di gruppi di turisti provenienti da tutta Europa e non solo. Il dott. Gianpaolo Cassese, che all’Oscar Green ha rappresentato l’azienda di famiglia, è anche il Vice Presidente del Consorzio “Le Cento Masserie” di Crispiano, un sodalizio giovane e intraprendente impegnato a tempo pieno per la valorizzazione di un intero territorio con la partecipazione a fiere internazionali, con l’ideazione dei percorsi tematici tra le masserie dell’agro di Crispiano e attraverso la creazione di nuovi posti letto negli incantevoli spazi delle antiche masserie. Un impegno costante quello dei F.lli Cassese che ha permesso per la prima volta ad un’azienda pugliese di accedere alla fase finale dell’Oscar Green, prestigioso premio che quest’anno godeva anche dell’Alto Patronato del Presidente della Repubblica. Ed è stata proprio una lettera di saluto inviata dal Presidente Giorgio Napolitano agli organizzatori ad aprire la due giorni romana “Coltiviamo l’Innovazione” che si è svolta presso il magnifico Palazzo Rospigliosi, a due passi dal Quirinale. I lavori della prima giornata si sono conclusi con un concerto di musica classica e con una serata di Gala offerta in onore di tutti i finalisti presso il Casino dell’Aurora Pallavicini mentre la cerimonia di conferimento vera e propria si è svolta il secondo giorno nei saloni del Palazzo Rospigliosi alla presenza del neo Ministro alle Politiche Agricole Luca Zaia che, al termine del suo intervento, si è congratulato personalmente per l’eccellenza raggiunta dalle aziende finaliste.

«Non posso che ringraziare l’intera macchina organizzativa - ha dichiarato il dott. Gianpaolo Cassese - in particolare per l’accoglienza riservata a noi finalisti. Non possiamo che essere orgogliosi per questo importante traguardo raggiunto dall’azienda di famiglia, non capita tutti i giorni di arrivare tra le tre migliori aziende d’Italia, con un immancabile ritorno di immagine anche per il nostro territorio. Devo dire, però, che in cuor mio sono molto amareggiato perché mentre da una parte aziende come la nostra sono da sempre impegnate per lo sviluppo e la valorizzazione del territorio, anche attraverso la produzione agricola d’eccellenza, dall’altra parte, scellerate scelte politiche in materia ambientale condannano per sempre questo lembo del Paese, con mega discariche, inceneritori ed industrie inquinanti. In questo modo, tutti i nostri sforzi vengono vanificati».

Complimenti ai Cassese e ...sempre più in alto!!!

venerdì 13 giugno 2008

Caos calmo


La panchina di Veronesi è metafora di pratica politica.

Cari uomini, e soprattutto cari uomini della sinistra, fermatevi, prendetevi una lunga pausa per riflettere, per interrogarvi sull’ultima sconfitta e su come governare il mondo.

Sedetevi su una panchina. Con una donna. Ascoltate ciò che lei ha da dirvi. Mettete da parte il vostro orgoglio e con umiltà riconoscete che non aver voluto darle fiducia, non aver riconosciuto forza al suo pensiero differente dal vostro, è stato un errore clamoroso. La vostra sordità e cecità nell’assumervi il mondo da soli è stata una presunzione, una vanità imperdonabile.

La panchina è metafora del tempo lungo, dello spazio da condividere in due, della distanza tra sé e il mondo.

Siete stati poco su quella panchina, e per di più da soli. Avete preferito sollevarvi e governare grandezze aggregate: crescita del pil, controllo del deficit, riduzione del debito pubblico. Governare dalla panchina avrebbe prodotto risultati visibili, percepibili dai cittadini. Governare il piccolo per modificare il grande. Distanziare e avvicinare lo sguardo per leggere e governare micro e macro grandezze.

La panchina come luogo della riflessione ma anche di accoglienza, di cura delle relazioni, di attenzione per l’altro, di ascolto.

Il riflettere e ragionare insieme (lei e lui) hanno bisogno di tempi lunghi. Risolvere le crisi nell’ottica del tutto e subito non soltanto non è efficace, ma crea altri problemi, altre crisi, altre emergenze. L’elaborazione del lutto non può essere compressa nello scorrere delle lancette dell’orologio né programmata sulla sveglia delle elezioni.

Pietro Paladini, sedendosi sulla panchina di un giardinetto, all’inizio appariva agli occhi degli altri un matto. Pensare di elaborare la morte della moglie fermando il mondo e abbandonandosi su una panchina pareva una stravaganza da commiserare. Ma poi, ad uno ad uno, su quella panchina si sono seduti amici, parenti, colleghi di lavoro, tutti impegnati a raccontare le proprie angosce quotidiane, le proprie solitarie esistenze. Hanno colto la forza della pausa in contrapposizione alla debolezza della velocità della corsa contro il tempo.

Voi uomini della sinistra ignorate da troppo tempo la panchina all’aperto. Avete preferito luoghi chiusi, inaccessibili ad altri sguardi. Luoghi belli, s’intende, più trendy delle vecchie sezioni di partito. Loft, addirittura. Un’operazione di restyling, insomma. Avete scelto voi le poche donne e i molti uomini graditi ospiti, lasciando all’aria dello spazio aperto troppe intelligenze. Non fraintendete però ancora una volta. Siamo offese non per il mancato invito al banchetto ma perché non vi siete seduti con noi sulla panchina. Non vogliamo una fetta di potere.

Che lui venga da lei e le chieda come affrontare e risolvere i problemi prima che questi diventino emergenze.

Le emergenze interrogano. Quella sui rifiuti su nuove forme di consumo, quella sul petrolio su nuove fonti di energia, quella sulla xenofobia su nuove regole dell’immigrazione.

Speravo che quella sulla sicurezza interrogasse sull’aggressività maschile. E che quella sull’aggressività maschile portasse alla sessualità maschile. Ma non succede mai. Quel passo più lungo non arriva. Interpellati sull’ennesimo episodio di violenza, ne prendete le distanze. Qualcuno arriva vicinissimo alla questione ma si ferma ad un passo dal baratro. E con un elegante volteggio si mette il punto e si va a capo. Come sempre. Le emergenze sono la punta di diamante di problemi che esplodono. E se un problema è esploso è perché è mancata una lettura differente del problema. Non si tratta di chiaroveggenza ma della capacità di comprendere e prevedere le conseguenze delle proprie azioni e i suoi effetti collaterali.

Siete arrivati – voi uomini della sinistra - a proporre braccialetti antistupro senza prima interpellarci, senza chiederci se era questo il nostro modo di risolvere la barbarie quotidiana della violenza sui nostri corpi. Avete pensato – voi uomini della destra - di risolvere l’emergenza criminalità ricacciando gli immigrati nelle loro terre d’origine, confiscando le badanti, le donne che possono assicurare l’assistenza dei vostri anziani e la prosecuzione dei vostri commerci sociali. Una visione servile del lavoro camuffata da sanatoria. Il prezzo più alto di questa operazione di pulizia l’hanno pagato le madri, costrette, coi loro bimbi in braccio, a sgomberare campi sottratti ai nostri sguardi e ai nostri sensi di colpa. Siete abili nel decentrare gli sguardi, a far vedere ciò che voi desiderate venga visto e percepito come problema, aiutati da un’informazione televisiva allarmistica e faziosa che alimenta insicurezza e disorienta.

Le donne chiedono di più. Chiedono a voi uomini di andare ancora più in là e cominciare ad interrogarvi sulla questione maschile e quindi sulla vostra sessualità. Se ne parla poco e parzialmente. Ci si occupa quasi esclusivamente di disfunzioni erettili e di rimedi, molto abusati, contro l’impotentia coeundi. Ma che dire delle altre forme di impotenza? Quella ad insegnare ai propri figli maschi che la giovane donna non è terra di conquista, che la madre dei propri figli non va umiliata o picchiata, che la sorella non va difesa ma rispettata nelle sue scelte di vita anche se non s’incrociano con quelle dei fratelli maschi. Che la donna è libera di realizzare i propri desideri. E che nome dare all’aumento della domanda di prostituzione e di cybersesso, alla violenza negli stadi, al bullismo nelle scuole, al mobbing nei luoghi di lavoro, alla guida a folle velocità dell’auto? La facile etichetta della crisi dei valori non basta a spiegare tutto questo. La violenza non può continuare ad essere letta, interpretata, agita soltanto in termini di sicurezza. Perseverare nell’analisi dei mezzi per proteggere la vittima anziché denudare il carnefice è sbagliato e pericoloso. Bisogna spingersi più in là e far cadere gli pseudonimi culturali di questi danni, chiamandoli con il nome vero: questione maschile.

Fa paura pronunciarlo ed assumerlo. Ma come non vedere che la fine del patriarcato ha provocato uno spaesamento tra voi uomini che v’interroga su una nuova capacità di riflessione, di autocoscienza, d’un nuovo modo di relazionarsi con i vostri simili, con le donne, con la politica?

In Caos calmo è stato l’amore di una figlia a far suonare la sveglia, ad annunciare che era arrivata l’ora di alzarsi e di agire, di assumersi il mondo. Il padre l’ha fatto. Si è fidato di lei e ha abbandonato la panchina. Ha capito che le parole di quella piccola donna erano dettate dalla saggezza, dall’amore, da uno sguardo sul mondo che sa il quando e il come. Fidarsi di lei è stato per Pietro la salvezza.

Nicoletta Salvemini

giovedì 12 giugno 2008

Dal Presidio permanente no discariche

Venerdì 13 febbraio 2004: l'Amministrazione Comunale grottagliese autorizza un'altra enorme discarica, in contrada La Torre Caprarica.

Venerdì 13 giugno 2008, ore 21, in piazza Principe di Piemonte, nel centro proprio di Grottaglie, incontro con i rappresentanti del presidio di Chiaiano (Campania).

Distruzione ambientale. Svendita dei territori. Attacchi alla salute pubblica. Sospensione della democrazia. Manipolazione dell'informazione. Collusioni. Militarizzazione dei siti destinati ad accogliere rifiuti. Criminalità organizzata.

È questo il presente della Campania. È questo il futuro per la Puglia? Questo è il nostro Sud?

Vedi Napoli e poi... la provincia di Taranto

Info: http://presidiopermanente.blogspot.com/ Pronto-Telefono: 348 68 70 983

Da Puglia notizie

Tagliente (FI/PDL) sulla discarica di Fragnagnano: “Losappio ammette che per colpa sua e di Vendola la Puglia rischia la stessa emergenza campana?

Una dichiarazione del consigliere regionale FI/PDL, Nicola Tagliente.
L’assessore Losappio continua evidentemente ad auspicare che la Puglia venga commissariata d’imperio dal Governo nazionale per l’emergenza rifiuti che è sotto gli occhi di tutti, in modo tale da liberarsi da una patata bollente che politicamente pesa.
Per giustificare il continuo ampliamento di discariche sul territorio pugliese, causato dai colpevoli ritardi del commissario Vendola e dell’intero Governo regionale nell’attivazione degli impianti di smaltimento di rifiuti programmati dal Governo Fitto e ad oggi ancora inattivi, Losappio oggi prende ad esempio le decisioni assunte dal presidente Berlusconi in Campania.
Vuol dire per caso che l’assessore si sta finalmente rendendo conto di quel che noi diciamo ormai da tre anni, ossia che la situazione dei rifiuti in Puglia è allo stato di ‘semi–Campania’? Perché finora ci è sembrato che lui e il presidente Vendola abbiano categoricamente negato questa evidenza, tanto da chiedere al Governo Prodi a gennaio scorso, di porre fine alla gestione straordinaria del ciclo dei rifiuti in Puglia e di tornare all’ordinario, rinunciando anche ai finanziamenti governativi che, grazie al commissariamento, arrivavano in Puglia per gestire l’emergenza.
Nel caso della discarica di Fragagnano, quel che Losappio, Vendola e Florido devono ammettere e di cui devono rendere conto, è il tradimento morale e politico ai sindaci e ai cittadini dei quattro comuni interessati (Fragagnano, Grottaglie, Lizzano e San Marzano) ai quali avevano promesso e giurato nelle varie campagne elettorali degli ultimi due anni, che mai la discarica sarebbe stata ampliata.
Quella VIA che l’amministrazione Fitto concesse nel 2004 Losappio sa bene che è solo un fatto puramente tecnico e formale, peraltro supportato da una autorizzazione assolutamente favorevole all’ampliamento della discarica di Fragagnano, concessa dalla Provincia di Taranto (presidente Florido) a novembre del 2005. Invece le decisioni che Losappio, Florido e compagni assumono oggi nelle varie Conferenze dei servizi, sono anche politiche e sono dettate dall’emergenza che proprio la gestione Vendola ha determinato.
Ricordiamo a Losappio, che la discarica per rifiuti speciali di Fragagnano ad oggi, insieme con quella di Grottaglie, continua ad accogliere i rifiuti urbani dei comuni dell’Ato Lecce 2 per colpa dei ritardi con cui Vendola ha firmato i contratti per la realizzazione degli impianti di quel bacino. Ricordiamo anche all’assessore Losappio che queste due discariche continuano ad accettare rifiuti, in deroga ad una autorizzazione in base alla quale non potrebbero accoglierli, posto che per decisione del commissario Vendola, prima di arrivare nel Tarantino, quei rifiuti passano dal costoso e mal funzionante impianto privato di biostabilizzazione della Sud Gas di Poggiardo.
Se l’assessorato all’Ambiente del precedente Governo regionale avesse espresso parere negativo alla VIA (cosa che peraltro all’epoca non poteva fare non essendoci nessun presupposto per negare quella VIA) oggi Vendola e Losappio dovrebbero accogliere i rifiuti del bacino Lecce 2 a casa loro. E per questa situazione generata dalle loro inadempienze e dai loro ritardi, ci risulta che sia in via di autorizzazione anche l’ampliamento di Grottaglie.
Come Losappio può ben vedere, il sottoscritto non era e non è per niente distratto.
Cosa che capiamo darà fastidio a lui e al presidente Florido è che oggi, per colpa della mia memoria e della mia attenzione, sono costretti a rispondere ai cittadini delle false promesse fatte ai cittadini sulla discarica di Fragagnano”.

Da repubblica.it; Taranto, i veleni della città nei disegni dei bambini

Gli alunni delle elementari tra paure e difficoltà di vivere accanto al polo siderurgico
E la Regione Puglia pubblica i lavori in un volume che verrà distribuito nelle scuole

"Potrebbe essere che la mia città è l'anticamera dell'inferno?"

di LELLO PARISE


Taranto, i veleni della città
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Uno dei disegni dei bambini di Taranto

I bambini non vogliono morire. Il fatto stesso di parlare di morte per chi ha 8 o 10 anni, è da rabbrividire. "Io ho paura di morire" confessa Roberto. "Io perfino di uscire da casa o di mangiare" dice Sabrina. Gli alunni di sei scuole elementari di Taranto, circondata da polveri sottili e diossina, si occupano d'inquinamento. Scrivono, disegnano: pensieri e schizzi sono la narrazione di un incubo, materializzato da complessi industriali grandi come città: l'Ilva, il più imponente siderurgico d'Europa. "Ciminiere sbruffanti", sempre e ovunque, difficili da esorcizzare. "Potrebbe essere che la mia città è l'anticamera dell'inferno?".

Dagli istituti Egidio Giusti, XXV Luglio, Europa, Gabelli, Gianni Rodari, Cesare Giulio Viola inondano di lettere e d'immagini colorate quanto strazianti come il sole soffocato dallo smog che grida "Aiuto", il presidente della giunta regionale Nichi Vendola.

Vendola che alla fine decide di farne un libro. Perché, spiega, bisogna "imparare a guardare il mondo con gli occhi dei bambini".

Sono centinaia di pagine: l'abbecedario della disperazione. Il titolo è una speranza: "Sognando nuvole bianche". Come "quelle dei cartoni animati" scarabocchia su un foglio a quadretti il giovanissimo Stefano, che al governatore confida: "La prego, faccia qualcosa". Fabiola, 9 anni, insiste: "Il cielo è grigio, mi pare di vedere un lampadario spento. Ti prego, se puoi accendi la luce". Domenico Basile è impietoso: "Il verde non è verde, il blu è malato, gli animali sono pochi, l'uomo sta morendo a causa di tante malattie legate all'inquinamento. Ma avere un futuro è un nostro diritto".

Parole semplici. E affilate come la lama di un rasoio. "Servono a fare chiarezza nei nostri programmi" avverte Vendola, che non rinuncia a ricordare tra il malinconico e l'indispettito: "Per anni la Puglia ha subìto crimini ambientali e forme di colonialismo economico. E' stata trasformata in un territorio 'a perdere', bucato eroso avvelenato spolpato". Ma non vuole arrendersi, il rivoluzionario gentile: "Noi abbiamo provato a reagire. A Taranto per la prima volta abbiamo imposto il monitoraggio costante delle diossine negli stabilimenti dell'Ilva.
Quell'Ilva che dà lavoro e che dà la morte". Le neoplasie, quelle gravi all'apparato respiratorio, stringono d'assedio una comunità, ostaggio del terrore. Claudia Marino, 10 anni, azzarda una soluzione: "Proprio a causa di questa industria, molte persone muoiono di cancro. Le chiediamo di far chiudere l'Ilva e costruire piccole industrie, per occupare le persone che lavorano lì".

Poiché "non bisogna barattare la vita con il posto di lavoro" avvisa Graziano Donotelli: "Mio padre lavora all'Ilva, però se qualcuno mi dovesse chiedere cosa preferisco tra la morte e la malattia sicura, io preferisco la vita di mio padre, le sue coccole".

Le paure d'Italia passano da Taranto. "Noi la questione intendiamo risolverla" promette Vendola. Francesco veste i panni del novellista: "Chiedo a mio padre come mai le nostre nuvole sono così dense e scure? E mio padre mi risponde, caro figlio sono ricche di una sostanza dannosa e velenosa. Io chiedo a mio padre come si chiama questa sostanza e lui mi risponde figliolo non è il caso che io ti rispondo è cosa da adulti. Ed io adesso mi chiedo come mai questi adulti non sono ancora riusciti a risolvere questo problema? E come mai siamo stati chiamati noi bambini che di queste cose non dovremmo sapere niente?".

(11 giugno 2008)

lunedì 9 giugno 2008

Dal Presido Permanente no discarica

Se domani, 10 giugno, all'assessorato regionale all'Ambiente, verrà concessa l'Aia - Autorizzazione Integrata Ambientale - alla società Ecolevante, sarà l'ennesimo crimine perpetrato contro questa terra. Un crimine contro il quale, è bene chiarire subito, il Presidio Permanente No discariche si opporrà con ogni mezzo necessario.

Né Aia, allora, né altre autorizzazioni. Niente di niente. La discarica per rifiuti speciali, in contrada La Torre Caprarica, è completamente fuorilegge.

1- Perché la vogliono autorizzare su carte falsate da numerose e gravissime omissioni.

2- Perché espone a rischio di contaminazione delle acque potabili la nostra Comunità.

3- Perché ci sono già 72 discariche nella nostra provincia, quando, ad esempio, in provincia di Milano ce n'è una sola.

4- Perché la discarica già esistente, sempre in contrada La Torre-Caprarica, accanto a quella che vorrebbero autorizzare, è stata già messa sotto sequestro per gravissime violazioni, ed il sequestro è stato confermato dalla Corte di Cassazione.

5- Perché, tra Ilva, cementifici, inceneritori ed altri impianti altamente inquinanti, il nostro ambiente ha già subito danni irreversibili.

Siamo stanchi di vedere la nostra terra svenduta. Siamo stanchi di subire ingiustizie. I nostri diritti non si toccano, né si calpestano in funzione del profitto di pochi.

Per difendere la nostra libertà, siamo pronti a tutto.

Ribelliamoci.

Per i cittadini, il messaggio era e resta sempre lo stesso: teniamoci pronti per una grande mobilitazione.
presidio permanente NO discariche
info: http://presidiopermanente.blogspot.com/ pronto-telefono: 348 68 70 983

martedì 3 giugno 2008

Il coro del Liceo Moscati in tourné


«Musica: tu ci hai insegnato a vedere con l'orecchio e a udire con il cuore» (Kahlil Gibran)

L’attività musicale ha una specifica ragion d’essere nel percorso di formazione e di vita delle nuove generazioni, è opportunità di incontro con sé, con l’Altro e con gli altri, è arte, cultura, ordine, armonia, emozione, sentimento, conoscenza, relazione. È umanità e gioia di vivere.
Grazie alle attività curriculari (nell’indirizzo socio-psico-pedagogico) e alle attività extracurricolari di tutti gli indirizzi, la musica è esperienza formativa di particolare rilievo nel liceo “Moscati”, dove il coro, composto da circa 60 elementi e diretto dal M° salvatore
Abatematteo, è felicemente giunto al suo terzo anno di vita.
Il coro che quest’anno si è esibito recentemente nella città di Brest in Francia in un riuscito scambio culturale - scrive il preside Guglielmo Matichecchia fa sentire agli studenti e alle loro famiglie più forte il piacere dell’appartenenza alla stessa istituzione scolastica, caratterizzata da una sempre più apprezzata identità anche come soggetto di promozione culturale nel territorio. A conclusione del corrente anno scolastico, il coro si esibirà in 6 serate, secondo il programma e il calendario in allegato, iniziando dal 31 maggio a Grottaglie e proseguendo il 4 giugno a Taranto, nell’elegante salone di rappresentanza dell’Amministrazione provinciale e nei comuni viciniori, dove ha trovato gradita e accogliente ospitalità."

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ATTENZIONE! Gli articoli che non trovate qui sono su ORAQUADRA.INFO

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Questo Blog ha subito una trasformazione, in questo spazio ci si occuperà solo di Spettacolo, Cultura, Sport e Tempo libero. Ho deciso di aprirlo agli operatori culturali e sportivi che con una mail di richiesta possono diventare collaboratori autonomi e quindi inserire liberamente prose, poesie, ma anche report di manifestazioni che riguardano il nostro territorio, oppure annunci di eventi o racconti dove la nostra gente è stata protagonista. Scrivete quindi a lillidamicis@libero.it, vi aspetto!!!

LIBERTÀ DI PENSIERO

"Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi.
Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà,
la follia e il mistero".
Pierpaolo Pasolini
scrittore
ammazzato nel novembre del 1975

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EINSTEIN DICEVA SPESSO

“Il mondo è quel disastro che vedete, non tanto per i guai combinati dai malfattori, ma per l’inerzia dei giusti che se ne accorgono e stanno lì a guardare”.