Cari amici,
a prima vista sembra una città tranquilla, uno dei 98 paesi della provincia di Lecce, tacco d’Italia, a pochi chilometri da Santa Maria di Leuca.
Ugento si estende su una superficie di 98Km2 la seconda dell’intera provincia, abitata da 11.000 anime. L’economia è prevalentemente turistica, dove gli ugentini lavorano spesso a nero mentre i forestieri vengono a fare gli affari.
Proliferano villaggi e alberghi un po’ ovunque anche nei pressi di terreni che la Regione Puglia nel 2007 ha voluto destinare a Parchi protetti. Qui la disoccupazione si sente eccome e per il posto di lavoro si è disposto a tutto, anche a devastare il territorio.
L’edilizia è l’unico modello d’impresa che resta, mentre il Piano regolatore è scaduto da tempo e si va avanti in deroga.
A Ugento la destra governa ormai da quasi venti anni. Sindaco della città da sette è Eugenio Ozza al suo secondo mandato, ha vinto due anni fa con il 63% dei suffragi. Ozza è esponente di spicco di Alleanza Nazionale, uomo della destra sociale, deputato della Repubblica per ben due volte. Un anno fa qualche mano ignota fece esplodere una bomba carta dinnanzi al portone del Municipio, un’altra mano mise fuoco alla Lancia del sindaco. Avvertimenti?
Qui si conoscono tutti. Tutti sanno tutto di tutti.
Questa è anche la terra che ha dato i natali alla Sacra Corona Unita, ma anche i luoghi dove l’Assessore Comunale Renata Fonte di Nardò veniva assassinata il 30 marzo 1984, perché si era opposta alla speculazione edilizia di Porto Selvaggio.
Gente sospettosa qui nel salento, volti scavati dal sole e dalla salsedine. Giovani senza prospettive, la gran parte lascia Ugento per andare all’estero.
D’estate si popola di turisti, molti della provincia di Bari ma anche tanti stranieri ed emigranti.
La pizzica nelle strade è tradizione, ma anche attrazione per gli stranieri. Profumi e sapori inebriano i vicoli del paese.
Le abitazioni sono basse e bianche battute dal sole estivo, quel sole accecante, che ti invita il pomeriggio ad appisolarti.
Le donne non le vedi per strada, restano in casa dietro persiane e vetri, nascoste da merletti lavorati.
Gli uomini invece li trovi seduti al bar a parlare di sport, donne e politica. La politica quella spicciola non quella dei massimi sistemi, quella quotidiana delle fatiche, delle tasse che strozzano, dei permessi che non arrivano, di amministratori che si fanno gli affari propri mentre il popolo langue. Lo Stato da queste parti è molto lontano.
Qui nella notte tra il 14 e il 15 di giugno è stato ucciso barbaramente Peppino Basile, consigliere comunale e provinciale dell’Italia dei Valori.
On. Pierfelice Zazzera
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