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venerdì 7 ottobre 2011

“Le alchimie del mondo magico delle puttane” di Pierfranco Bruni

Le più belle donne prostitute “abitavano”, nel periodo del secondo conflitto bellico, le case di tolleranze delle basi navali italiane. Donne non solo prosperose ma esteticamente misteriose fantasiose. Non è una ricerca sociologica o di “antropologia sessuale” a riferire ciò ma la rilettura di uno degli scrittori più significativi del Novecento italiano: Dino Buzzati.  
Ora lo si pone in evidenza in uno scritto di Pierfranco Bruni, presidente del Centro Studi e Ricerche “Francesco Grisi”, dal titolo “Le alchimie del mondo magico delle puttane”, che analizza in particolare il romanzo “Un amore” di Buzzati.
“Si tratta, dice Pierfranco Bruni, di un romanzo che risale al 1963 e costituisce una chiave di lettura fondamentale nel contesto del Novecento italiano dal quale è stato tratto anche un famoso film nel 1965.
Ci sono alcuni particolari nel romano di Buzzati,  scrittore famoso per ‘Il deserto dei Tartari’, che evidenziano il clima di quel tempo ma vengono poste all’attenzione anche  la bellezza di queste donne e le città.
Le alchimie del mondo magico delle puttane” di Pierfranco Bruni è uno scritto della “leggerezza dell’essere” dove con una scrittura sobria e ironica vengono cesellati particolari che riempiono di  mistero e piacere l’immaginario. È un libro fortemente erotico ed estetico ma sempre sul filo della eleganza e della bellezza dello scrivere bello e deciso.
Niente di pornografico, nello scritto di Bruni, ma tutto intriso di eros: da Casanova a Don Giovanni. Il libertino Giacomo Casanova è uno dei fili conduttori ma il romanzo di Buzzati è la centralità.
Nel romanzo di Buzzati, infatti, si evidenzia  sostanzialmente che Taranto accoglieva le belle triestine ed qui che prende corpo la storia del personaggio Antonio che sarà il filo conduttore del libro”. Antonio, il protagonista del romanzo di Dino Buzzati  (lo scrittore de “Il deserto dei Tartari”) ricorda di Taranto, durante la guerra, la Seconda, e lega Taranto ad una “bellissima bruna, triestina” conosciuta in un casino. Questa bellissima bruna si chiamava Luana e si mostrava, in quel di Taranto, “molto affettuosa”.
Antonio si era infatuato di questa bella prostituta e correva voce che le più belle donne frequentavano le case di tolleranza delle basi navali. E a Taranto c’erano queste belle donne nelle case di tolleranza delle basi navali.
Scrive Buzzati: “Nelle basi navali le case di tolleranza. A quei tempi, erano fornite della merce migliore…”. Le più belle donne, quelle che si offrivano nel cerchio magico dell’eros, della fisicità, “risiedevano” nelle case di tolleranza nelle basi navali”.
“Ma il ‘bello’ delle case di tolleranza, evidenzia Pierfranco Bruni, sta proprio nel modellare l’amore sul filo dei barocchi. La sciantosità e i colori dei teatri segreti fanno della fisicità un intrigo. Il mare è un intrigo e quando il mare porta l’eros diventa un intreccio fortemente vissuto in una sensualità non profana ma profonda”.
“La letteratura, prosegue ancora Bruni, è ricca di questi intrecci che sono uno sfogliar di storie e di costruzioni narranti nelle quali i personaggi si fanno vita e gli uomini diventano fantasie tra i segreti e i misteri”.
La Le alchimie del mondo magico delle puttane” di Pierfranco Bruni è uno scritto veloce che si può leggere anche tra le pause o passeggiando e non annoia.

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