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domenica 13 aprile 2014

Nel tempo dei..."Misteri"



Devo confessare che assistere alla Processione dei Misteri è  per me attrazione e, nello stesso tempo, commozione, nel senso etimologico della parola ovvero “ turbamento dello stato interiore, dovuto all'insorgere di un forte sentimento”.  
La musica, cadenzata, tragica e grave, crea, poi, l’atmosfera adatta alla circostanza, avvolgendo lo spettatore in una bolla fuori dal tempo. Il termine processione deriva dal verbo latino  procedere, (andare avanti, avanzare, procedere): è un insieme organizzato di persone che avanzano in maniera formale o cerimoniale.
Nella religione cattolica si usa trasportare per le strade una statua sacra da venerare per una determinata festa liturgica (Gesù, Maria o i Santi) con a seguito la gente in processione. Vari gli elementi distintivi di una processione religiosa:la statua viene spesso portata a spalla da delle persone vestite a tema;La musica accompagnatoria, che può essere sacra o funebre, in base all’occasione, e serve per suscitare emozioni. Può essere suonata da una banda.
L’ordine di precedenza (vescovi, preti, sindaci, gente di chiesa, vengono prima della gente comune);Costumi e abbigliamento. Nel caso della processione funebre della statua di Cristo che avviene il venerdì santo, o della Madonna vestita di nero perchè in lutto, saranno tutti rigorosamente vestiti di nero, e le donne, con le candele accese in mano, avranno anche un velo nero in testa, segno di lutto. Nel caso di una festa di paese più allegra, tipo la festa del santo patrono, l’atmosfera sarà di festa. 
Le processioni si sono sviluppate in maniera ampia durante il Medioevo, ma trovano la loro origine all’inizio del Cristianesimo come potere politico, durante i primi secoli d.C. Ci  si trovò a rimpiazzare il paganesimo del tempo. Infatti a quel tempo, quando l’imperatore Costantino introdusse il cristianesimo come religione ufficiale, erano diffuse varie pratiche e feste pagane, tra cui anche quella di andare in processione con statue dei vari dei. Allora vennero sostituiti gli dei con i personaggi biblici, con lo scopo di introdurre e far conoscere ed accettare la nuova religione cristiana. 
Le origini, sono da collegarsi alle rappresentazioni che in epoca medievale, con la denominazione " misteri ", solevano raffigurare episodi tratti dall'Antico e dal Nuovo Testamento. Nel secolo XV dalla Spagna, dove tali rappresentazioni erano appartenenti al " teatro de los misterios ", vennero, complice la dominazione iberica in Sicilia ( dal 1412 al 1713 ), ad  affermarsi anche nell' isola. 
Verso la fine del 1500 con il termine " Casazze " o " Las Casazas ",  ci si riferiva a quelle rappresentazioni rievocanti la Passione e Morte del Cristo, che si tenevano a Genova, presso grandi case o casaccie.  Si presume che tali riunioni derivassero dai contatti commerciali e culturali  tra la città ligure e la Spagna , in particolare con Siviglia.
Questa pratica pagana è stata mantenuta poi nel corso dei secoli, e la troviamo oggi nel cattolicesimo romano, nelle chiese ortodosse orientali e nella chiesa anglicana. Le processioni religiose sono diffuse in tutte le religioni e in tutte le credenze mondiali. Oltre al vecchio paganesimo classico, egiziano e greco, le troviamo nel buddhismo, nell’induismo e nelle religione africane. 
La Riforma abolì in tutti i paesi protestanti le processioni, e insieme a loro, la dottrina della transustanziazione (Corpus Christi), il sacramento della Cena del Signore. Inoltre abolì i riti associati al culto della Beata Vergine e ai santi. La semplicità del rito e del credo del calvinismo, infatti, non avrebbe tollerato processioni religiose di qualsiasi tipo, e così scomparvero del tutto dalle Chiese Riformate.
Il carattere più conservatore e tradizionalista della comunione anglicana e luterana, tuttavia, mantenne tali processioni all’inizio, anche se con il tempo caddero in disuso.Le confraternite italiane, sin dalle loro origini, hanno organizzato autonomamente o in collaborazione con altre istituzioni sia religiose che laiche, processioni e rappresentazioni sacre in occasione di particolari ricorrenze. 
Queste manifestazioni di fede avevano, ed in buona sostanza ancora conservano, aspetti di connotazione eminentemente e sinceramente religiosa e penitenziale, dai quali però non andavano e non vanno tuttora disgiunte talune espressioni di esteriorità tendenti a far prevalere il lato emozionale delle manifestazioni stesse attraverso l'esposizione scenografica e/o drammatica dell'evento oggetto della celebrazione, come nel caso delle rappresentazioni della Passione e Morte del Cristo. 
Particolare attenzione venne posta dal mondo confraternale in modo preminente alle processioni del Corpus Domini e della Settimana Santa, più che a quelle in onore dei Santi protettori, per le quali si organizzarono a Roma e nelle più grandi città italiane, segnatamente a partire dal sedicesimo secolo, cortei e rappresentazioni sacre imponenti per numero di partecipanti, per sfarzo di paludamenti e per ricchezze di scenografie.
La consuetudine interessò, ovviamente, anche la provincia italiana dove le manifestazioni, pur non avendo le stesse caratteristiche di grandiosità e lustro, poterono conservare gran parte delle motivazioni religiose originali, perdurare nel tempo come tradizioni popolari e giungere, sovente quasi indenni, sino ai nostri giorni. Le notti del Giovedì e del Venerdì Santo sono notti affascinanti. "Incantesimo del Venerdì Santo", la musica di Wagner, come d'incanto è la rievocazione della Passione e Morte del Cristo che le Confraternite  rappresentano da secoli, recitando un dramma millenario che coinvolge e commuove poichè ricorda un misfatto storico, il crimine più grande dell'umanità. I confratelli interpretano con convinzione il loro ruolo; penitenti ed attori ad un tempo, in modo profondamente laico ma convintamente religioso, essi tendono a coinvolgere emotivamente gli spettatori, quasi a volerli rendere responsabili delle sofferenze a cui fu sottoposto il Cristo, anche a causa dei loro peccati, attraverso la presentazione nei termini più drammatici e crudeli delle torture a cui fu sottoposto.
La loro rappresentazione non è dunque manifestazione esteriore di fede o di tradizione popolare ma è interpretazione di sentimenti più importanti che emergono dal profondo dell'animo e si inoltrano nell'ignoto come ignoti sono gli stessi incappucciati. Essi, negando il loro volto ed annullando la propria identità, esprimono impassibilità ed emozioni, convinzioni e dubbi, fede e tradizione, sovente un'ansia che anela nel segreto a ritrovare una libertà interiore perduta, a rafforzare una fede sopita, ad espiare errori attraverso un sacrificio, ancorchè minimo, nel portare una fiaccola, un simbolo della Passione, una statua o una croce leggera, molto più leggera di quella del Cristo. 
La nostra religione è fatta anche di testimonianze, e di segni, e tali sono le nostre processioni, segni tangibili di fede, senza dubbio positivi anche se velati da residui sedimenti di orgogli e vanità personali e collettivi, da cui sarebbe auspicabile liberarsi.
Esse non appartengono solamente alle confraternite che le organizzano o agli incappucciati che le interpretano; sono patrimonio di tutti e vengono intensamente vissute da tutti, penitenti e fedeli, attori e spettatori. Chi assiste ai bordi delle strade al lento passare dei confratelli dal volto coperto vive e partecipa in eguale misura alla rappresentazione del dramma. 

Attori e spettatori, tutti in ogni caso penitenti, restano immersi in lunghi e religiosi silenzi confermati dal fruscio dei sai, de passi lenti e cadenzati degli incappucciati, dall'incedere frettoloso dei maestri di cerimonia, in uno scenario spesso particolare e suggestivo reso più drammatico dalla luna(quando c’e’) che, correndo tra nuvole grevi, ora disegna ed ora cancella tremolanti e fantastiche ombre sul selciato luccicante per la pioggia o l'umidità della notte e dove la…Morte regna sovrana.
Mitiche immagini senza tempo.

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