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venerdì 28 novembre 2014

Il mito e la fiaba: due parti di noi stessi!



C’è un senso arcaico e primordiale nelle Fiabe e in una cospicua parte di mitologia:ricreare quel particolare ambiente della psiche dove l’Anima riesce a riposare, a respirare, a rigenerare se stessa.Una fiaba è capace di piantare semi di Bellezza e di infinito nel cuore di chi l’ascolta, sono scorci di fantasia che vivificano, come finestre aperte, l’inconscio dell’essere umano. La fiabe ci sostengono lungo tutto il corso della nostra crescita, nei momenti delicati in cui la ‘struttura ossea’ della nostra psicologia prende forma. Rappresentano, simbolicamente, l’orizzonte della nostra psiche, il panorama verso il quale si affaccia il nostro potere immaginifico e creativo. Un mondo pieno di possibilità, aperto al divenire e all’esperienza diretta dell’esistere.Anche noi, figli della moderna cultura televisiva, abbiamo avuto la nostra personale iniziazione alle fiabe. Nessuno ne è immune, è un aspetto dell’esistenza che ci tocca e ci raggiunge tutti. Il rischio che questo patrimonio archetipico, simbolico e fantasioso vada perso è altissimo: la principesse, gli orchi dal piglio arcigno, le vecchiette che osservano il mondo dalla loro casetta oltre il mondo: tutto il ricco mondo che si pone oltre il confine del razionale e del ragionevole, sta scomparendo.
Scompaiono le fate, il cui regno magico è ormai soffocato dal grigio del cemento cittadino. Scompaiono le streghe, le curandere, le donne che conoscono le erbe e, pur sotto uno strato di sporcizia e diffamazione,  sono prodighe di ottimi consigli per chi orbita intorno alla loro, curiosa, esistenza. Non ci sono più prìncipi:  il senso dell’onore e della giustizia è ormai un lontano ricordo.Miti e Fiabe si preoccupano di tenere vivo e in forze il collegamento con l’Anima , si occupano della parte spiccatamente immaginativa del nostro spirito, nutrendolo ed arricchendolo. Sono due aspetti complementari del patrimonio immaginifico che ha coinvolto l’umanità sin dal suo nascere. Possiamo dire che la fiaba sta al fanciullo come il mito sta all’adulto? Sì, a patto che si considerino la fanciullezza e la maturità come oggettivazioni di uno stato dell’essere, piuttosto che come età anagrafiche. Ci sono molti anziani che sono più fanciulli di tanti giovani di oggi e di ieri. Appartiene alla fanciullezza la voglia di scoprire, l’apertura a tutto ciò che è diverso, fanciullo è chi non ha tempo per giudicare, perché è troppo preso dalla vita, dalla sua bellezza e dalla sua giocosità. Le fiabe si rivolgono a tutti, indistintamente: per la loro stessa natura attivano l’archetipo del Puer AeternusLa fiaba conserva lo stesso potere iniziatico dei più antichi misteri, per esempio quelli celebrati nelle scuole classiche, la differenza – fondamentale – è che è alla portata di tutti, che vuole raggiungere tutti. Non ha un costo, se non quello del libro che la racchiude e la conserva. 
E’ insegnante ed insegnamento al tempo stesso. Indiscutibilmente prepara, apre la strada alle prove della vita. Miti e Fiabe, così come i simboli di cui sono pervasi, tracciano un ponte tra la realtà che siamo abituati a percepire ed una realtà altra, che non è meno concreta e con la quale dobbiamo necessariamente prendere confidenza. Questo nesso, questo collegamento tra l’Anima individuale e l’Anima che pervade l’esistenza più ampia può aprirsi non solo grazie alle più celebrate ed intense esperienze mistico/iniziatiche ma anche – e soprattutto – attraverso semplici gesti di uso quotidiano. Nel tempo,  queste espressioni favolose e immaginifiche, hanno perso il loro aspetto di rassicuranti maestri. Abbandonati nell’oblio dell’incomprensione, i personaggi delle fiabe (così come i grandi eroi delle mitologie) hanno assunto dapprima il ruolo pericoloso di nemici, realtà pericolose da cui guardarsi,  concetti fuorvianti e illusori… per divenire infine dei perfetti sconosciuti, indifferenti e quasi alieni in un mondo di copertine patinate.Allontanandoci dalla natura, dai suoi luoghi e dai suoi ritmi ci siamo allontanati progressivamente anche da tutto ciò che è magia, stupore, meraviglia. Quando i bambini leggono una favola si sentono liberi. Liberi di raggiungere il centro della terra o, se preferiscono, di imbarcarsi nel più avventuroso viaggio sia mai esistito: un volo negli abissi su un sommergibile che porta il nome di Nautilus. Sono esperienze insostituibili, emozioni e sensazioni irripetibili. Viviamo circondati da una folla di Invisibili che ci danno continuamente ordini: i Valori della famiglia, lo Sviluppo dell’Individualità, i Rapporti umani, la Felicità individuale, e un altro più spietato gruppo di figure mitiche, chiamate Dominio, Successo, Costo-Rendimento e infine Economia. La forza della nostra Anima, quando si sente cullata, amata e compresa ci tutela e ci protegge da ogni genere di sovrastruttura, di mostro tecnologico o mitologico. Le fiabe sono uno dei più dolci strumenti per risvegliare e mantenere desto l’anelito alla Bellezza che è in noi.



 



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Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà,
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Pierpaolo Pasolini
scrittore
ammazzato nel novembre del 1975

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