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giovedì 4 maggio 2017

Con “Io, Lauro e le rose” parte il quarto Mese della Cultura delle Differenze

Parte il quarto Mese della Cultura delle Differenze
Nell’ambito delle attività del Centro di Ascolto LGBTQI+ di Taranto e provincia (patrocinato moralmente da Ufficio Provinciale della Consigliera di Parità, Comune di Taranto, Comune di Carosino, Comune di Ginosa e Comune di Grottaglie), parte la quarta edizione de Il Mese della Cultura delle Differenze:
rassegna di iniziative quotidiane promosse, a Taranto e provincia, dal 5 maggio al 5 giugno – a cavallo del 17 maggio, Giornata Internazionale contro l’Omobitransfobia – dall’Associazione Culturale Hermes Academy Onlus e dal Comitato Strambopoli – Arcigay Taranto, in collaborazione con l’I.I.S.S. Liside di Taranto e l’ONG Salam e con il supporto dell’Ufficio Provinciale della Consigliera di Parità, al fine di diffondere la cultura delle differenze, educare le nuove generazioni (e non solo) alla bellezza, all’ascolto, allo sviluppo sostenibile, alla prevenzione e al contrasto a fenomeni di omobitransfobia, bullismo, razzismo, violenza di genere, a malattie e infezioni sessualmente trasmissibili, stigma persone HIV+ e IST+.
Per visionare il programma del quarto Mese della Cultura delle Differenze, per proposte di collaborazione e condivisioni di idee, vision, mission e obiettivi, consultare il sito www.hermesacademy.blogspot.it o contattare il +39 388 874 6670.

Io, Lauro e le rose: se ne parla con l’autore Mario Artiaco al Palazzo della Provincia
Venerdì 5 maggio, a partire dalle ore 18.00, il Palazzo della Provincia (in via Anfiteatro, #4 a Taranto) ospita, presso la Sala del Consiglio al quarto piano, un nuovo appuntamento del ciclo “Cosa c’è di diverso?”, organizzato dall’Associazione Culturale Hermes Academy Onlus e dal Comitato Strambopoli – Arcigay Taranto, con il supporto dell’Ufficio Provinciale della Consigliera di Parità, in apertura della quarta edizione de “Il Mese della Cultura delle Differenze”.
Nel corso dell’incontro socio-culturale verrà presentato il romanzo “Io, Lauro e le rose” di Mario Artiaco.
Dialoga con l’autore napoletano e legge alcune pagine scelte l’attore e scrittore Luigi Pignatelli, presidente di Arcigay Taranto, di ritorno dallo scambio interculturale in Sud America finanziato da Erasmus+.
Intervengono l’avvocata Gina Lupo, Consigliera di Parità della Provincia di Taranto – che con il Suo Ufficio patrocina moralmente l’evento – e Miki Formisano, presidente di TGenus Magna Grecia.
L’iniziativa, la cui partecipazione è libera e gratuita, rientra nella programmazione di eventi legati al Puglia Pride 2017, la cui parata finale avrà luogo a Bari il 1° luglio.



Tre amici e le loro bravate, l’ingenuità, il sogno, l’incoscienza, la malattia, l’omosessualità, gli abusi e “la morte che pone fine a una vita, non a una relazione”. Due registri diametralmente opposti, il giorno e la notte, la gioia e il dolore, scandiscono il ritmo e le sensazioni. Il primo all’insegna dell’adolescenza, dei giochi, la spensieratezza, o presunta tale, e un viaggio che segna la fine di un’epoca. Il viaggio più strampalato e impraticabile cui si possa ardire. L’altro registro assume toni e circostanze drammatiche e anche l’inesorabile e lento spegnersi del protagonista finisce in secondo piano spodestato dai racconti della sua adolescenza. Il progressivo disvelarsi dell’omosessualità di Raffaele si impossessa della scena, ma le scoperte circa la sua convivenza con don Peppino, benefattore incontrato l’oratorio del Santuario della Madonna di Pompei, infittiscono la trama. L’ordine cronologico non viene rispettato. Raffaele racconta, e chiede di raccontare, avvenimenti assolutamente disparati nei toni, nei tempi e nelle ambientazioni. Il suo umore e le sue condizioni fisiche la fanno da padrone. Il tempo stringe e non intende terminare il suo viaggio terreno tormentato da rimorsi e rimpianti. Nulla vorrebbe fosse indiviso, incompiuto. Dove può, mette rimedio, ma alcuni avvenimenti non dipendono dalla sua sola volontà e così la madre, sorda e tracotante, incapace di accettare la sua natura, nulla compie nonostante il richiamo disperato del figlio morente la vorrebbe al suo capezzale. Un romanzo d’Amore. E non si intenda quello che alberga tra uomo e donna o tra persone dello stesso sesso. Si narra anche dell’amore che lega indissolubilmente le vite di tre amici, amici da bambini e fin all’ultimo respiro, dell’amore incredibilmente incompiuto, non corrisposto, tra una madre e un figlio, dell’amore per un fratello e per una sorella. Dell’amore per “l’uomo dei due sogni” e l’escamotage che finge utilizzare il protagonista attuando una fuga al fine di raggiungere il più grande calciatore di tutti i tempi all’alba della finale dei mondiali di “Mexico ‘86”, dell’amore per padri assenti e silenti, dell’amore che resta comunque e sempre più forte della morte.

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Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà,
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ammazzato nel novembre del 1975

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