L'altra sera al Forum dei giovani Idv di Brindisi, un ragazzo, Tommaso Portaluri ha stupito l'intero uditorio.
Ecco in sintesi cosa ha detto e il video:
"Sono uno studente di un liceo scientifico, non ancora inserito nel mondo del lavoro, posso quindi solamente parlare dello stato d'animo mio e di chi si trova nella mia condizione. Voglio sviluppare il mio intervento intorno a 3 parole chiave: disagio, valori, costituzione.
Disagio, parola troppo spesso usata svuotata del suo significato, ma a mio aviviso ben descrive lo stato dei giovani d'oggi. Disagio che ha essenzialmente due cause:
- la quasi totale mancaza di un sistema meritocratico;
- una serie di scelte politiche castranti che non valorizzano i giovani.
Da questo disagio scaturiscono due conseguenze alquanto allarmanti:
- totale sfiducia nella classe politica (tesi avvolarata anche da manifestazioni di trasversale provenienza)
- la ricerca di strade alternative a quella del merito, scorciatoie, strade facili, ossia raccomandazioni per chi le ha, o prostituzione intellettuale o carnale.
Malcostume dilagante, questo, favorito anche da quella grande piaga della nostra società che si chiama relativismo per il quale non si può giudicare, altrimenti si viene etichettati come puritani, perchè tutto è uguale, non esiste giusto o sbagliato ma tutto è ugualmente legittimo a seconda del punto di vista: si tratta di scelte.
Ma se tutto è giusto, non possono più esistere dei valori condivisi e un paese senza valori è un paese allo sbando! Per questo è fondamentale parlare di Italia dei Valori, ma non tanto politicamente quanto sotto il profilo culturale.
La parola valori pare non aver più senso: su Internazionale di questa settimana una escort scrive alle ragazze che la invidiano, a quelle che le dicono di volere una vita come la sua, e individua le ragioni di questa ammirazione nella necessità profondamente umana di sentire di "valere" qualcosa nel momento in cui si viene apprezzate sessualmente, magari ricevendo la bustarella di soldi: "sarà poco elegante, spesso impersonale, ma i soldi, in quanto quantificabili hanno un messaggio inequivocabile". Al di là della tristezza e desolazione di questa analisi, emerge una idea deturpata e fallace di "valore", confuso con "prezzo".
Ma in una società così dilaniata da perdita di valori e relativismo e con una politica inaffidabile, come ci si può salvare? "Veginibus puerisque canto" scrive Orazio, "alle vergini e ai fanciulli", non ancora contaminati dalla società.
E così bisogna ripartire dalle scuole, insegnando e diffondendo quei valori unanimemente condivisibili e che sono desumibili dalla costituzione, sintesi equilibratissima degli orientamenti liberale, democratico, cattolico conservatore e cattolico democratico.
Il valore della dignità umana, che qualche giorno fa Rodotà su Repubblica metteva in relazione con quello di uguaglianza (intesa non come l'indistitamente uguale del relativismo, ma come a ciascuno il suo secondo meritocrazia) e con quello di libertà (che Magris differenzia abilmente da pretesa di proprietà). Il valore dell'onore, art. 54, inteso come specchio dell'altrui reputazione secondo il minimum etico suggellato dalla costituzione.
Pietro Calamandrei in un memorabile discorso ai giovani, i più sofferenti interpreti di questo bovarismo asfittico, diceva "La costituzione non è una carta morta, ma un testamento di centomila morti". È da essa che bisogna ripartire per attuare la "rivoluzione culturale"."
Tommaso Portaluri
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