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lunedì 5 settembre 2011

Quasi 2500 visitatori per la prima mostra “Ceramica da vino tra Settecento e Novecento”

Chiude (peccato, ndr) i battenti a Grottaglie (TA) l’esposizione monotematica curata da Simone Mirto e Mimmo Vestita dedicata a tre secoli di manufatti ceramici
Turisti stranieri, italiani e sopratutto abitanti della zona hanno potuto ammirare oltre 170 prodotti artigianali come ciot’le, vozze a secretu, trimmoni, cucchi, quartare, quartaroni e numerosi capasoni (grandi recipienti di creta) di diverse epoche e capacità
A pochi giorni dalla chiusura la prima mostra “Ceramica da vino tra Settecento e Novecento” regala a Grottaglie (Taranto) un traguardo importante: quasi 2500 visitatori in meno di un mese. L’esposizione, allestita dal 4 al 31 agosto all’interno dell’ottocentesco giardino di Casa Vestita, nel cuore del Quartiere della ‘città delle Ceramiche  è stata un successo. I turisti e gli appassionati hanno potuto ammirare oltre 170 prodotti artigianali che hanno ripercorso la storia della ceramica da vino di quasi tre secoli, periodo in cui Grottaglie ha dettato legge nel campo della produzione e commercializzazione di ceramica rustica, sia presso le regioni limitrofe che sull’altra sfonda dell’Adriatico.
Un’esposizione rara, singolare e raffinata che ha riportato sotto i riflettori del grande pubblico una produzione dalla linea armoniosa, perizia tecnica e brillantezza dei colori. I capasoni muntrunati (accatastati) sono ritornati a brillare nel quartiere dei figuli come era visibile nel passato sui tetti delle numerose botteghe della città.
“Siamo molto soddisfatti del successo che la mostra ha riscosso. – commentano entusiasti  Simone Mirto e Mimmo Vestita, ideatori e curatori dell’esposizione – Sono venuti a trovarci molti turisti sia italiani che stranieri ma anche molti abitanti della zona e bambini che non immaginavano neanche l’esistenza di alcuni manufatti e che si sono dimostrati estremamente incuriositi nel corso delle numerose visite guidate. Questo dato dimostra che l’iniziativa è stata molto apprezzata soprattutto dai grottagliesi che in un certo senso si sono riappropriati della propria cultura e tradizione. La nostra storia secolare di ceramica è diventata in un momento patrimonio di tutti. E siamo d’accordo nel sostenere che la divulgazione delle peculiarità locali con attività culturali di una certa qualità giochi un ruolo fondamentale nella crescita turistica dell’intera comunità”.
“Ricordiamo, infine -  concludono Mirto e Vestita  - che la prima mostra ‘Ceramica da vino tra Settecento e Novecento’ è stato autofinanziata e vorremmo ringraziare i giovani professionisti locali che ci hanno supportato nelle diverse fasi organizzative e che insieme a noi hanno sposato il progetto”.
In tanti hanno raggiunto Grottaglie per poter ammirare i manufatti rigorosamente monocromi perlopiù nella colorazione giallo miele e verde ramina. Il percorso della mostra iniziava con un’istallazione di anfore vinarie romane (riprodotte negli anni’60) per poi procedere attraverso sruli, cucchi, ciot’le, quartare, piatte, trimmoni, vacaturi, sruli a secretu, minzane, vozze, bucali, scolabicchieri, muti, filtri e buttije. Al centro dello splendido giardino Vestita era possibile ammirare un capasone monumentale, probabilmente il più grande prodotto nelle antiche fornaci a legna grottagliesi: datato 1926, alto ben 1 metro e  70 cm e largo 90 cm, con una capacità di contenere 600 litri di vino.
Grande curiosità ed interesse anche da parte dei media locali e nazionali, che all’evento hanno dedicato ampi servizi e pubblicazioni e per questo i curatori hanno già in cantiere un’altra esposizione da allestire nell’estate del 2012.

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