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martedì 26 giugno 2012

Il "rinascimento" del Latino

Facebook ha appena lanciato sulla sua piattaforma che comunica con oltre duecento milioni di iscritti, in un centinaio di lingue, anche la lingua latina. Il link diventa “ligamen”, la posta si chiama “epistulae”, la homepage si chiama “domus”, l'uscita diventa “Exire”; le notizie sono “Historia Nuntiorum”, mentre il numero di cellulare si trasforma in “Telephonium Portabile”.Tutto così diventa contestualizzato, assume un senso ed una forma di vita che mai nessuna grammatica, nessun insegnante è riuscito a dare. “Quid cogitas?” ti chiede subito il sistema e tu sei costretto a pensare cosa rispondere, come commmentare con i tuoi “amici” gli “scriptella”, condividere le “imagines” e i “ligamina”. Il latino della scuola  che molti avevevano perso o dimenticato e’ stato ritrovato in rete!

I classicisti sono già pronti a scendere in piazza mentre altri professori apprezzano la novità. “La maggior parte delle volte che ci imbattiamo in una frase latina -si legge sul blog- è incisa nella pietra: scolpita all'ingresso delle università, sulla facciata di un edificio governativo, nel chiostro di un convento o in un cimitero. Il linguaggio sembra quasi immobile, ma da oggi il latino torna in vita su Facebook” La conoscenza delle lingue classiche è essenziale alla conoscenza delle lingue moderne. Ma nè il latino nè il greco possono essere insegnati come si sezionano e si studiano dei cadaveri. Oggi Facebook, decidendo di adottare anche la lingua latina sulla sua piattaforma, fa giustizia di queste ristrettezze culturali, di questa mancanza di socialità e condivisione delle conoscenze. La decisione di adottare la lingua latina non è soltanto una romantica idea europea, come qualcuno ha detto. Si tratta invece di saper comunicare in modo vivo e moderno contenuti culturali che sono eterni. Ne prendano nota tanti colleghi  di latino e greco che ancora oggi insegnano queste lingue vivisezionandole come si sezionano dei cadaveri.
Da considerare che da anni e’ stata condotta dai ministri della Pubblica Istruzione che si sono succeduti una vera e propria campagna intesa a svalutare la lingua dei nostri antenati latini, invece di assicurarne la continuità e garantirne l’esistenza come lingua vitale per chiunque affronti una qualsiasi professione sia essa di carattere tecnico, come l’ingegnere, sia umanistico, come l’avvocato e così via. In sostanza poco o nulla è stato fatto in questi ultimi decenni dai nostri rappresentanti e funzionari ai quali spettava il compito di difendere le radici della nostra cultura, onore e vanto di noi Italiani, invidiati nel mondo per questa eredità che,probabilmente perché nulla ha a che fare con il business e la ricchezza, valori ormai entrati prepotentemente come unici obiettivi delle nuove generazioni, è stata abbandonata a se stessa quasi come un peso morto di cui sbarazzarsi quanto prima. Basta leggere le circolari del Ministero della Pubblica Istruzione per avere un’idea esatta della situazione delle nostre scuole e in particolare dei Licei Classici ultimo baluardo di una civiltà svilita, osteggiata, calpestata sempre più spesso.
 
Non possiamo dimenticare gli inviti pressanti e ricorrenti del nostro impareggiabile  ex premier(sic!), al tempo della Moratti, che rivestiva la carica di Ministro della Pubblica Istruzione, a insistere soprattutto su INGLESE e INFORMATICA come materie basilari che potevano garantire un facile accesso al mondo del lavoro. Erano quindi svalutate del tutto le materie umanistiche, il Latino in primis, in quanto inutili e fuori dal tempo. Invece, caso quanto mai sintomatico di rivalsa e contrasto con l’opinione corrente che qualifica il latino “lingua morta”, impropriamente, perché invece il Latino è tuttora una lingua viva, in tutti i paesi civili, fra cui si segnalano principalmente gli Stati Uniti,la Francia,la Germania, l’Inghilterra: il latino gode di una fama davvero straordinaria tanto da farne uno strumento di prestigio personale per chiunque lo studi.

Un episodio capitatomi a Paestum qualche anno addietro:ho incontrato un archeologo fiammingo.Non conoscendo io la lingua fiamminga(variante dell'olandese parlato in Belgio), ebbene , abbiamo comunicato (lentamente)   in …Lingua Latina!

Molto facilmente e semplicemente, partendo dal significato di FACEBOOK in Italiano, personalmente lo traduco con “LIBRO DEI VOLTI”, riferendomi ai volti delle persone che fanno parte di questa comunità di persone, che di norma rimangono nascoste e invisibili fra di loro. Scopo fondamentale di FACEBOOK, invece, mi sembra che sia quello di conoscersi e magari rivedersi dopo anni di lontananza e distacco come è successo a molti miei ex alunni ritrovatisi grazie a FACEBOOK e come e’ successo anche a me. Ergo, “vultuum liber”.
Termino con una confessione trovata in rete che mi sembra molto eloquente in  merito:” …Ho provato a convertire il mio status dall’inglese al latino e ho fatto delle scoperte straordinarie. Tutti quegli incubi dei miei tempi al liceo si sono improvvisamente trasformati in un linguaggio vivo, moderno, significativamente espressivo. Sono riemerse dal subconscio tante parole, frasi e situazioni che pensavo scomparse o dimenticate. Vorrei avere la possibilità di dire quello che non ebbi mai la possibilità di dire, non solo a quella megera di insegnante di cui vi ho detto, ma anche ai tanti colleghi e colleghe con cui mi sono scontrato, raramente incontrato, in esami, commissioni, progetti, consigli di classe, di istituto e di distretto, denunciando i loro tremendi limiti, non solo culturali ma anche intellettuali e sociali”....

Che bella soddisfazione per te, caro il mio Latino, dopo essere stato tanto  bistrattato e vituperato da tanti pseudo acculturati imbecilli!


1 commento:

  1. Finalmente! lo impareranno sul web anche coloro che non lo hanno imparato a scuola e la società migliorerà ! speriamo!!!

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