Ci sono diversi modi di fare il turista e visitare una città e tutti questi modi sono
onorevoli e rispecchiano la nostra personalità e il nostro modo di essere ed agire. Immaginate un po’ che a Parigi, (“la
villelumiere”), dopo essersi recato al
Louvre, a Versailles, alla torre Eiffel, a tutti i luoghi noti, tra tutti gli
strani e strampalati tipi di turisti c’è anche quello che va, persino, a visitare
un…cimitero, quello di Pere –Lachaise,
situato nel XX arrondissement.E' difficile vederlo come un semplice cimitero. Anche
l'atteggiamento dei suoi visitatori,
quasi due milioni ogni anno, è più quella di chi va in un posto dove si incontreranno vecchi amici
che si erano persi di vista e che ricordano loro qualcuno o qualcosa.
Del
resto, come non considerare vecchi amici gli artisti e i personaggi che hanno accompagnato la vita
di milioni di uomini e donne, anche se pochissimi hanno avuto la possibilità di
incontrarli di persona: Chopin, Balzac, Oscar Wilde, Jim Morrison, Marcel
Proust, Sarah Bernhardt ,Yves Montand, Edith
Piaf, Maria Callas ,Amedeo
Modigliani, ecc. Una visita al Père-Lachaise è molto
interessante e può davvero valere la pena passeggiare fra tombe e sepolcri
dall'immenso valore artistico, oltre che storico, molti dei quali veramente
caratteristici, in particolare quelli in stile neogotico; non si contano,
inoltre, le bizzarrie architettoniche che caratterizzano alcune tombe, con
decorazioni modellate a forma di colonna, di stele, di anfore ecc., quasi
preziosi elementi di contatto tra il terreno e l'aldilà.
Una visita romantica
e mistica che, certamente, aiuta a riflettere e questo e’ gia’ molto, visti i
tempi che corrono!
E, dopo aver visto le tante tombe dei tanti personaggi, mi fermo estasiato, forse un po’ commosso, forse un
po’ intimorito davanti a quella dei due amanti la cui storia amorosa è diventata
il “cammino alla conversione”:Abelardo
ed Eloisa. Ed allora giunge in mio soccorso la magicità del Medioevo, dei suoi
guerrieri,dei suoi Papi,dei suoi imperatori,del suo “popolo minuto e grasso”, dei
suoi castelli e dei suoi santi. E la Storia documentale non basta se non viene
complementarizzata dalla fantasia e dall’irrazionalita’. Un grande amore,sullo sfondo del XII
secolo, raccontato dagli stessi protagonisti, tra un affermato e maturo maestro di filosofia ed una delle donne più colte e belle della sua età, legati
dal destino della buona e cattiva sorte, tra il cielo e la terra, tra la carne e
lo spirito:
“Sospiro per ciò che
non ho potuto avere, invece di dolermi per ciò che ho commesso-scrive Abelardo
- Ciò che facemmo, i luoghi e i momenti in cui lo facemmo, tutto questo è così
infisso nel mio animo, insieme alla tua immagine, che ancora adesso mi comporto
come se fossi con te. Nemmeno dormendo questi ricordi mi danno tregua. A volte
un movimento del mio corpo, o una parola inaspettata, che non riesco a
trattenere, rivelano i pensieri del mio animo”.
Pietro Abelardo, famosissimo, incontrò la diciassettenne
allieva Eloisa e ne divenne il tutore,
quando già era alla soglia dei quarant'anni. Tra i due si originò una passione
avvolgente e imprevedibile. A detta dello stesso Abelardo, fu la lettura di
testi amorosi, svolta insieme, che contribuì a instaurare il clima che facilitò
l'avvicinamento. Così come nel caso di Paolo e Francesca, che ritrovatosi a
leggere di amori mitologici sentirono a un certo punto la passione che
germogliava nei loro cuori.”Galeotto fu il libro e chi lo scrisse: quel giorno
più non vi leggemmo avante…”
L'amore fu imprevedibile, e inarrestabile. La sorte,l’ineluttabile fato, li voleva però distanti e separati.
Si sposarono in segreto, in quanto il matrimonio avrebbe costituito un grande
intralcio alla carriera di Abelardo.
La loro unione doveva restare segreta, ma lo zio di Eloisa, a cui è stata data
la giovane in affidamento, tradisce il segreto. Si riversano tutti i parenti
della ragazza contro Abelardo. Nell'impossibilità di separarli definitivamente,
ordiscono un piano tremendo, che ponga un definitivo ostacolo al loro
ricongiungimento.
Corrompono un servo dell'uomo, e mentre questi dorme, accedono alla sua camera
per compiere un misfatto che passerà alla storia. Ossia, lo castrano.
Ma Eloisa ed Abelardo sono destinati a stare insieme, e così resteranno per il
resto dei loro giorni, sebbene in una forma diversa da quella del comune
rapporto tra amanti. Solidificata la loro passione, vivono l'uno accanto
all'altra come due teneri amanti, lei nella veste di suora e lui di uomo di
lettere. La cultura rende tutto piu’ intrigante e sensuale:
«Col pretesto delle lezioni ci abbandonammo
completamente all'amore, lo studio delle lettere ci offriva quegli angoli
segreti che la passione predilige. Aperti i libri, le parole si affannavano di
più intorno ad argomenti d'amore che di studio, erano più numerosi i baci che
le frasi; la mano correva più spesso al seno che ai libri... il nostro
desiderio non trascurò nessun aspetto dell'amore, ogni volta che la nostra
passione poté inventare qualcosa di insolito, subito lo provammo, e quanto più
eravamo inesperti in questi piaceri tanto più ardentemente ci dedicavamo a essi
senza stancarci».Ed Eloisa di rimando:«Al mio signore, anzi padre, al
mio sposo anzi fratello, la sua serva o piuttosto figlia, la sua sposa o meglio
sorella... ti ho amato di un amore sconfinato... mi è sempre stato più dolce il
nome di amica e quello di amante o prostituta, il mio cuore non era con me ma
con te».
“Solo tu hai
il potere di rendermi triste o donarmi gioia e conforto.
Il mio amore
ha raggiunto tali vette di follia
che rubò a
se stesso ciò che più agognava…
Ad un tuo
cenno, subito cambiai il mio abito e i miei pensieri,
per
dimostrarti che sei tu l'unico padrone
del mio corpo
e della mia volontà.”
“Tutti si
precipitavano a vederti quando apparivi in pubblico
e le donne ti
seguivano con gli occhi voltando indietro il capo
quando ti
incrociavano per la via [...]
Quale regina,
quale donna potente
non invidiava
le mie gioie e il mio letto?
Avevi due cose
in particolare che ti rendevano subito caro:
la grazia
della tua poesia e il fascino delle tue canzoni,
talenti
davvero rari per un filosofo quale tu eri [...]
Eri giovane,
bello, intelligente”
“In una parola, cerchiamo l’amore nell’amore”

Oggi, nella quiete del cimitero
parigino , i due amanti riposano insieme per l’eternita’ e contro il tempo che
fugge. Una leggenda racconta che, quando nel 1164 il corpo di Eloisa fu calato
nella tomba accanto a quello dell’amato sposo morto vent’anni prima, lui aprisse
le braccia per accogliere e cingere quel corpo tanto atteso “Ed aspettarti per
un abbraccio definitivo ed eterno fino al giorno del giudizio divino”. L’ombra
e la dolcezza di un albero amico proteggono il loro sepolcro,con un manto di
foglie e sembrano raccontarmi le note dolorose e intense della più grande
storia d’amore del Medioevo, una storia che ha i toni drammatici e foschi di
una tragedia shakespeariana, ma allo stesso tempo la dolcezza lirica
(sentimento) e la commozione che solo un amore incondizionato e assoluto può
sprigionare.Una storia d’amore da conoscere, da rispettare e da
conservare, come esempio e come simbolo della forza cui ogni
uomo e ogni donna può tendere quando pervasi da quel sentimento che
invade a tal punto l’anima da dimenticare se stessi e le proprie necessità pur
di poter continuare a condividere almeno spiritualmente la passione amorosa.
E dopo questa immersione nelle immortali e
perenni acque dell’amore,della passione e della Storia, quasi purificato dalla visione celestiale dei
due volti di marmo immobili e sorridenti di fronte alle mortali miserie umane, riprendo il mio cammino
alla ricerca di chissa’ cosa ed esco dal Cimitero.
Fuori, mi sembra di aver
sognato!
NB: E pensare che c’e ancora chi si ostina a
considerare il Medioevo come un eta’ buia!
Quando si scrive così bene bisogna fare solo i complimenti.Se un giorno andrò a Parigi mi ha convinto a visitare questo cimitero.
RispondiEliminaGrazie.