Ieri mattina il Ministro di Grazia e Giustizia, Clemente Mastella, si è dimesso. Motivo dell’eclatante gesto il coinvolgimento della moglie, Sandra Lonardo, coinvolta nella inchiesta campana su presunti episodi di concussioni avvenuti nell’ambito della gestione della sanità locale.
23 ordini di custodia cautelare.
7 i reati contestati al ministro: concorso esterno in associazione a delinquere, due episodi di concussione, uno di tentata concussione, un concorso in abuso di ufficio e due concorsi in falso.
Delicato. Delicatissimo questo momento, anche per potersi fare un opinione. Gli spunti di perplessità sono tanti.
Non è certo cosa da tutti i giorni vedere il Ministro di Grazie e Giustizia andare in Parlamento, dimettersi ed attaccare le “frange estreme della magistratura che lo vedono come un nemico da abbattere”, con il Parlamento quasi unanime ad applaudirlo.
In un contesto normale un ministro coinvolto dovrebbe semplicemente dimettersi ed andare celermente ad appurare la propria posizione con la giustizia. Così come fece Di Pietro da ministro nel primo Governo Prodi nel 96. Invece no.
Il dubbio in politica non è concesso ed ecco quindi che (quasi) tutto l’arco parlamentare esprime a priori fiducia e solidarietà. Mastella si dimette, Prodi gli chiede di restare, lui ci pensa ed oggi (giovedì 17 gennaio) alle ore 12 conferenza stampa nel corso della quale scioglierà la propria riserva.
Ieri sera guardando Matrix (il programma di approfondimento giornalistico di Enrico Mentana su Canale 5) si poteva notare come l’impressione (o il parere) che ad un certo punto ci si poteva fare della vicenda era quello di un ridimensionamento della portata dell’inchiesta.
Più volte si è detto (o fatto maliziosamente cogliere) che nelle 400 pagine di cui si componeva l’ordinanza, l’unico episodio veramente serio era l’intercettazione di una telefonata della moglie di Mastella che parlava di un “uomo morto” in relazione alla (non gradita) nomina di un primario all’ospedale di Caserta.
Gli applausi del Parlamento all’intervento di Mastella, gli allusivi passaggi di Matrix (ad un certo punto è stato lo stesso ex ministro Castelli a dire: “A questo punto fermiamoci qui” per stoppare quella consueta tendenza televisiva a fare processi ed istruttorie fuori dai loro luoghi deputati ) e poi la (quella oggettivamente) macchiettistica conferenza stampa del Procuratore della Repubblica di Santa Maria Capua a Vetere, Mario Maffei, titolare dell’inchiesta che, furente per le appena pronunciate parole di attacco alla magistratura di Mastella, ha convocata una affollata conferenza stampa, nel corso della quale ha inscenato deliziosi duetti con alcuni cronisti che gli chiedevano di Luigi Annunziata, direttore dell’Ospedale di Caserta, oggetto delle pressioni dei Mastella e politicamente vicino al presidente della Provincia di Caserta, Sandro De Franciscis.
De Franciscis è nipote del titolare dell’inchiesta Maffei.
Insomma tanti elementi da un versante e dall’altro, che quantomeno dovrebbero indurre alla prudenza.
L’inchiesta avrà anche i suoi punti deboli, ma è pur vero che a parte le accuse dei PM, un’ordinanza cautelare non parte, ad esempio, se non c’è anche l’avvallo di un Giudice per le Indagini Preliminari. Ciò quanto meno dovrebbe fare credere che un minimo di riscontro questa inchiesta dovrebbe averlo. Invece di prudenza, se ne vede davvero poca, soprattutto in una fase preliminare che richiederebbe più rigore e meno sceneggiate.
Caro sig. Piccinni,
RispondiEliminalimitiamoci a commentare quanto visto in tv, dal momento che ne' io ne' lei abbiamo letto le"carte" dell'inchiesta.
Il Parlamento,ieri, ha dato uno spettacolo indegno:Non si esprime solidarieta' ad un indagato.I deputati, applaudendo, hanno confermato che, la casta esiste.Era un applauso liberatorio, di connivenza tra potenziali o rteali lestofanti.
In questi casi, essendo la prudenza una necessita' oltre che una razionalita', ci si limita a prendere atto della situazione, non a schierarsi, perche' ieri il Parlamento si e' schierato:E questo e' una vergogna.
La fuga di notizie ha favorito Mastella, non i giudici, almeno per questa volta.
Non avete notato che il de cuius ha letto in aula un secondo discorso? Gli vogliamo dare un po di tempo per...prepararlo? Ergo, il sig.Mastella, sapeva sin dalla sera precedente dell'avviso.
Ultima considerazione: bella la citazione di Fedro(copia incolla?).
Peccato che detta citazione avalla sempre piu' l'idea che ad una casta di potenti lestofanti corrisponda un popolo imbelle e impotente.