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giovedì 10 gennaio 2008

VANDALISMI INVISIBILI di Francesco Piccinni


In questi giorni l’attenzione mediatica di tutti gli operatori del settore è giustamente concentrata sul tracollo ambientale di Napoli. La incontrollata deriva imboccata dalle precarie condizioni di ordine pubblico, igienico ed ecologico, vigenti nel capoluogo campano destano attenzione ed, ovviamente, preoccupazione. Situazioni di emergenza come queste hanno un unico aspetto positivo: quello di indurre alla riflessione.
Da parte di chi, chiaramente, da quella stessa emergenza non è chiamato in causa in prima persona. E’ così difficile intervenire se non si giunge sull’orlo della debacle?
Questa situazione era nota da mesi, eppure, fino a quando la “monnezza” non ha cominciato a fare capolino dalle finestre di qualche condomino del terzo piano, il tutto è rientrato nell’ottica della nostra quotidiana normalità.
È la nostra tipica reazione al problema troppo complesso. Quando ci troviamo dinanzi ad una situazione troppo complicata, che magari coinvolge politica, finanza e criminalità ben organizzata, si fa spallucce e si tira a campare.
Effettivamente una ordinanza anti-lavavetri al semaforo è molto più semplice da applicare.
Se non siamo con l’acqua alla gola non ci muoviamo nemmeno a cannonate.
È una nostra peculiarità, tutta italiana. Un tricolore marchio di fabbrica.
Un’espressione del migliore “Made in Italy”, che meriterebbe di essere tutelata come la pizza e gli spaghetti.
Allontanandoci per un attimo dalle vicissitudini napoletane, è triste rendersi conto di come l’occhio del medio cittadino italico sembra quasi essersi assuefatto a certe condizioni di bruttezza o di spregio civico, alle quali non fa più caso.
Un esempio lontanissimo dai clamori di giornali e televisioni è quello degli ordinari vandalismi cittadini.
Senza dover arrivare a Napoli.
Proviamo a mettere il naso fuori dalla porta di casa nostra. Che fortunatamente (per il momento) è sgombra da buste di spazzatura e ci consente di uscire a fare due passi. Facciamo un giro per le vie del nostro paese o della nostra cittadina. Ad un certo punto si scopre che nella piazza nuova appena rifatta, qualcuno ha staccato il paletto per la catena di recinzione del monumento ai caduti.
Preso dallo sconforto (anche perché ti chiedi assiduamente che cavolo te ne puoi fare di un paletto di ghisa, mentre sai perfettamente come lo avresti usato tu sul corpo del vandalo) cerchi ristoro spirituale nella piazzetta dedicata a Padre Pio. Vorresti sederti, ma non puoi. Qualcuno ha distrutto le panchine.
I cui resti sono stati lasciati lì.
Evidentemente il genio aveva già la stanza piena di paletti.
Comunque niente ristoro spirituale, tanto vale andarsi a fare una passeggiata nella verde villa comunale.
Tra un muro imbrattato di inutili frasi ed insulti vari ed un gruppetto di giovani speranze radunato sulle scalinate dell’anfiteatro pubblico a farsi una canna, trovo un’altra panchina completamente divelta, trasformata in una specie di lettino da psichiatra a cielo aperto.
Ecco magari inconsciamente chi ha ridotto in quel modo quella panchina sa di avere problemi mentali e per quello ne ha fatto un lettino da psichiatra.
Fatto sta che mi è passata la voglia di passeggiare. Meglio tornarsene a casa.
Lungo il tragitto mi viene in mente che nessuno farà mai uno speciale su quella panchina divelta o sul ladro di paletti. A chi può interessare?
In effetti il tutto sembra ricollocarsi in un quadro di normalità.
Con chi te la prendi?
Con il sindaco che non garantisce controllo?
Ma lo sanno tutti che non ci sono i soldi per avere un corpo di vigili urbani
Allora te la prendi con questa società che sembra incapace di trasferire qualche valore ed un pò di educazione ai propri figli?
Sono il solito moralista. Lo so. È un mio limite.
Ho provato a cambiare. Tante volte ho provato a cominciare a drogarmi come gli altri della mia età, ma sono stato un fallimento totale.
Anzi ho avuto anche la sfiga di prendermi una laurea.
Ma sì, sono io che esagero. Tutto sommato si sta bene.
Me ne torno a casa, accendo il televisore, guardo il telegiornale e ricomincio a compatire i poveri napoletani.
Noto però una cosa: fanno una ripresa televisiva a Piazza del Plebiscito, toh! lì la monnezza non è arrivata.
È un po’ triste Piazza del Plebiscito senza monnezza.

1 commento:

blog culturale fondato dalla giornalista Lilli D'Amicis

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Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà,
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Pierpaolo Pasolini
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ammazzato nel novembre del 1975

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