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Dalle minacce alla resa. Il governo aveva pure provato a fare la faccia dura con i comuni ribelli della Campania, Napoli inclusa, sulla questione rifiuti, ma a Natale si è addomesticato su un'aria più remissiva. Nel gioco allo scaricabarile a livello politico tra il sindaco partenopeo, Rosa Russo Jervolino, e il premier Romano Prodi ci sono di mezzo leggi dello Stato. Carte ufficiali che attendono soltanto di essere riordinate. A cominciare dal decreto legge numero 61 dell'11 maggio 2007.
Bene, poco più di sette mesi fa, palazzo Chigi, con l'articolo 7 impose testualmente ai comuni della regione Campania di adottare «immediatamente le iniziative urgenti per assicurare che, a decorrere dal primo gennaio 2008 e per un periodo di cinque anni, ai fini della determinazione della tassa di smaltimento dei rifiuti solidi urbani e della tariffa igiene ambientale siano applicate misure tariffarie per garantire la copertura integrale dei costi del servizio di gestione dei rifiuti indicati in appositi piani economico-finanziari». Insomma, il governo di sporcarsi le mani con la monnezza napoletana proprio non ne voleva più sapere e per questo disse, tanto per capirci: cari comuni, aumentate pure le tasse sui rifiuti ma vedetevela voi. Minaccia esplicita se lo stesso articolo 7 del citato decreto legge proseguiva così: «Ai comuni che non provvedono nei termini previsti si 10 applicano le sanzioni di cui all'art. 141, comma 1, del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, previa diffida ad adempiere e successiva nomina, in caso di inottemperanza, di un apposito commissario da parte del prefetto per l'approvazione delle delibere necessarie».
Chiaro? Insomma, sarebbero arrivati i commissari ad acta dal pugno di ferro per formulare le apposite delibere. Ebbene, passano pochi mesi e il 28 dicembre scorso il consiglio dei ministri approva il cosiddetto decreto milleproroghe. Tra i tempi dilatati concesso dal governo spunta una finestra anche per la Campania e il dramma rifiuti.
In pratica all'articolo 33 i termini stabiliti col precedente dl per l'adeguamento della tassa sui rifiuti vengono prorogati al 31 dicembre di quest'anno. Della serie: abbiamo scherzato.
Un passo indietro, una resa incondizionata motivata così nella relazione: «La disposizione è volta ad assicurare che la progressiva copertura dei costi dello smaltimento dei rifiuti per il tramite della relativa tassa avvenga in maniera e con tempistica uniforme sull'intero territorio nazionale». Parole che nei fatti vogliono dire soltanto una cosa: condono sulla tassa dei rifiuti. Certo, pensare di imporre ai napoletani un aumento della tassa sui rifiuti (che a Napoli si aggira intorno ai 364 euro annui) con l'aria che tira e con le scene di guerriglia che arrivano dal capoluogo sarebbe stato al limite della beffa. Resta però il fatto che il governo, che oggi prova fiero a prendere in mano la situazione, appena pochi giorni fa ha fatto un deciso passo indietro.
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blog culturale fondato dalla giornalista Lilli D'Amicis