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mercoledì 12 novembre 2008

Ecomondo 2008, cala il sipario e si ricicla anche quello

la fiera sul riciclo diventa ripetitiva tuttavia il Paese ancora non cambia registro

martedì 11 novembre 2008 di Roberto De Giorgi di Agorà Magazine

Sempre grandi attrazioni, persino cubiste per ammaliare intorno ai temi dell’ambiente, ma la kermesse del riciclo, dopo 12 anni, ha bisogno di trovare, a mio modesto avviso, un nuovo impulso. C’è pure Ecolevante.

Stupisce, quella azienda, che gli ambientalisti di Grottaglie ( Ta ) vorrebbero impalare sul tribunale amministrativo, per i suoi lotti puzzolenti, che a Rimini non presenta foto dei suoi camion che entrano in discarica, il suo stand è infatti un palcoscenico di musica. Meglio nascondere lo sporco sotto il tappeto. Se questo è riciclo, che cavolo ci fa Ecolevante? Tuttavia Ecomondo attira scolaresche, loro sì interessate e vocianti, ma i produttori del riciclo scarseggiano, vi sono i soliti nomi noti dei bidoni e delle buste. Stupisce anche che vi siano molte aziende campane che producono manufatti in cartone e plastica. Segno che nessuno è profeta in patria.

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Fa figura un nuovo cassonetto con l’ammortizzatore, che sarebbe la gioia degli utenti che si lamentano dei coperchi pesanti da sollevare e delle strette fessure nelle quali non entrano le buste. Ma l’attacco è per i camion a caricamento dall’alto. Bisogna averli.

Interessante il progetto dell’Amsa di Milano che ha inventato una lancia che, con un operatore, spruzza acqua sotto le auto (parcheggiate a disprezzo della pulizia delle strade), oppure la motoretta che toglie le cacche dei cani dai marciapiedi e quella che spara polvere di mais per togliere graffiti dai muri e chevingum dai marciapiedi del borgo storico. Una cosa che ai Sindaci piacerebbe molto.

Per il resto suscitano curiosità un po morbosa le cubiste con i loro costumi brasiliani e le loro danze. Nella giornata conclusiva è il colore dei loro costumi ad allietare i protagonisti della fiera. Sembra che il mondo economico dell’ambiente sia distratto dai grandi temi dell’umanità, si avverte l’aria pesante della recessione e si fa fatica a fare contratti. Allora accontentiamoci di vedere l’alta moda in azione con i pregiati tessuti presi dalla spazzatura. Un modo come un altro per dire che nei rifiuti c’è un tesoro. Sì davvero, solo che occorre cambiare il punto di vista.

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