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giovedì 2 febbraio 2012

Demologia: la "ffascinatura".


Un argomento che mi ha sempre interessato e che ho anche trattato e studiato nell’arco del corso degli studi universitari, è quello delle sopravvivenze o superstizioni, ovvero le usanze e le abitudini che residuano da uno stato precedente e che rimangono in un momento della società diverso da quello in cui hanno avuto origine.
Numerosi gli esempi che vanno dagli apotropaicismi in generale all’astrologia, all’oroscopo, alla pratica divinatoria, ai numeri fortunati,agli amuleti infallibili: tutto ciò che non era spiegabile era attribuito alla magia, che costituiva un connubio solidale con la religione, intesa in maniera semplice ed elementare.

Chi non ha mai sentito che uccidere un gatto, al quale si attribuivano sette anime, equivale ad avere sette anni di sciagure (stessi anni di disgrazie si hanno dopo aver rotto uno specchio!)? O che quando il gatto si liscia il muso con le zampe, è certo che sta per arrivare la pioggia? O che vedere un cavallo bianco la mattina porta sfortuna per tutto il giorno?
Cattivo segno è sognare buoi o uva nera; al contrario foriere di buon auspicio sono farfalle gialle, rosse o brune che svolazzano intorno al lume della casa.
Siamo certi che tutti questi esempi siano accadimenti solo di tempi passati e non,invece, immanenti e sostanziali anche ad una civilta’come la nostra pur cosi’ tecnocratica, mediatica ed avanzata? Chi non ricorda il Presidente della Repubblica Giovanni Leone, famoso avvocato penalista e docente universitario,con il pugno chiuso e l'indice col mignolo aperti ad "U" ?

Qualche dubbio mi rimane.


Tralasciando tutti gli innumerevoli studi fatti da autori stranieri ed italiani in questo campo, accennerò semplicemente ad un fenomeno che molti grottagliesi maturi ricorderanno (haimè) a causa dell’età e che è stato trattato e studiato in maniera mirabile da quell' antropologo eccezionale che è  stato Ernesto De Martino nella sua “La terra del rimorso”, ovvero la “ffascinatura”.


Con tale termine si indica una condizione psichica di impedimento e di inibizione e, al tempo stesso, un senso di dominazione, un “essere agito” da una forza altrettanto potente quanto occulta che priva la persona della sua autonomia,della sua capacita’ di decisione e di scelta. L’immagine del legamento e del fascinato come “legato” si riflette nel termine sinonimo di “attaccatura” talora impiegato nel designare la fascinazione.
Cefalea, sonnolenza, spossatezza, rilassamento, ipocondria si accompagnano spesso: ma l’esperienza di una forza indomabile e funesta resta il suo tratto caratteristico. Essa comporta un agente fascinatore ed una vittima: il suo trattamento si fonda sull’esecuzione di un particolare cerimoniale da parte di operatori magici specializzati.
La donna che è afflitta dal mal di testa di sospetta natura magica puo, in certi casi, operare da sè.
Verserà  una goccia di olio in un recipiente d’acqua ed osserverà se l’olio si spanda o meno: in caso positivo si tratta di fascinatura, altrimenti è un comune mal di testa.
Se la fascinatura è  accertata, la donna si preoccuperà di gettare l’acqua per la strada proprio davanti a qualcuno che si trovi a passare,nella persuasione che il passante, calpestando il bagnato, prenda su di sé la fascinatura e ne liberi la vittima.
In genere, per i mal di testa sospetti,ci si reca dalla “rimediante” e anche in questo caso valgono particolari “segni” per decidere la magicità o meno dello stato morboso. La rimediante comincia tracciando col pollice un piccolo segno di croce sulla fronte della paziente e, quindi, recita la seguente formula:

Padre,Figliolo e Spirito Santo,
fascinazione vai via di là,
non affascinare…………..
che è  carne battezzata.
Padre, Figliolo e Spirito Santo,
fascinazione non andare più avanti.
Altre fonti riportano:


“Oh padre potentissimo! Oh madre la più tenera delle madri!
Oh esemplare ammirabile della materna tenerezza!
Oh figlio, fiore dei figli! Oh forma di tutte le forme!
Anima, spirito, armonia di tutte le cose.
Conservateci, proteggeteci, guidateci, liberateci
da tutti gli spiriti maligni che ci assediano
continuamente senza che noi lo sappiamo. Amen ”


La fattucchiera si immerge nel corso della recitazione in una condizione psichica oniroide controllata ed in tale condizione si immedesima nello stato di fascinazione della cliente e lo patisce. Il prodursi di tale stato fa sbadigliare la fattucchiera, l’immedesimazione e il patire le fanno versare lacrime: quando, invece, non sbadiglia e non lacrima, significa che ella non è stata “allertata” da nulla di negativo in atto e che quindi la cliente non è  fascinata.
Un altro tipo di fascinazione è quella fatta col sale: l'operatrice chiamata,in perfetto silenzio, va a prendere dalla dispensa nove pizzichi di sale e tre tizzoni accesi dal focolare. Versa il tutto in un bacile colmo d’acqua,immerge la mano sinistra nell’acqua ed opera,quindi,sulla fronte della paziente dei massaggi a forma di croce,pronunciando lo scongiuro adatto:
Fascino che vai per la via
non andare da…….,
che è  ben nata battezzata,
cresimata,
in nome di Dio e della Santissima Trinità.


La formula va ripetuta tre volte ed ogni volta,in chiusura, un Pater, un Ave, un Gloria. Se la fattucchiera sbadiglia al Pater è segno che il fascino è opera di un uomo,se sbadiglia all’Ave si tratterà di una donna, se lo sbadiglio insorge al Gloria l’autore sarà  un Prete.
Cito solo,per completezza di informazione, la famosa preghiera di San Cipriano, uno dei santi maggiormente invocati per spezzare fatture, malocchi ed allentare ogni insidia malevola.


La guerra tra magia e razionalità  è uno dei grandi temi da cui è nata la civiltà moderna ed ha il suo centro drammatico iniziale nella polemica protestante contro il ritualismo cattolico. Lo stesso illuminismo napoletano fu più riservato e più  indulgente verso le esigenze di protezione psicologica connesse al ritualismo magico religioso.
L’ immenso Benedetto Croce, padre dell’idealismo italiano, amava dire : ”Non e’ vero………. ma ci credo”.
Lungi dal dare definizioni negative alla sopravvivenze o superstizioni (etimologicamente: “ciò che rimane in superficie”) esse sono lo stimolo documentario che ci aiutano a comprendere una civilta’ scomparsa e/o a misurare i limiti di una civiltà attuale molto spesso accusata di essere arretrata rispetto ai corrispondenti livelli europei. (dovremmo fare, poi, una discussione
sul termine “progresso” e la sua positività assoluta, ma….. lasciamo stare).
In maniera ancor più importante, quindi umanistica, credo che esse ci diano una mano a riconoscere e controllare le nostre ansie, paure, insicurezze, umanizzandole, formandole, numerandole, riconoscendole come simboli che sintetizzano le inquietudini e le imperfezioni degli uomini e, a dispetto delle futili apparenze, contribuiscono a razionalizzarle.
In tal modo svanisce, di conseguenza, quello che è un finto divaricamento tra umanesimo e scientificità, trasformandolo in un vaso comunicante tra due facce di quella stessa medaglia che è  l’uomo, teso alla conoscenza prima di se stesso e poi di ciò che lo circonda.
Ma l’uomo – spirito può mai essere diviso e disgiunto dalla natura-scienza?
La risposta negativa in merito è in Pitagora e nel suo dogma dell'unità,ossia della coincidenza di natura, matematica, e musica.
La matematica ha poi mostrato,nei secoli e agli osservatori attenti, che l'essere e il divenire, ossia quelle che credevamo essere le inconciliabili caratteristiche di scienza e umanesimo, sono soltanto due visioni, complementari e non contraddittorie, di una stessa realtà.
E allora, ben vengano le superstizioni!




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