nel segno di San Francesco
La parola misericordiosa nel linguaggio del Vescovo di Taranto pone una riflessione dentro la Chiesa dei nostri giorni. Io scettico nella Istituzione ma credente in Cristo resto nel segno della preghiera.
Un eretico credente è sempre un eretico alla Papini. Papini è la voce più ribelle di un uomo finito che trova nella storia di Cristo la voce della salvezza.
Ebbene, la misericordia è carità. E per Papa Francesco, che ha vissuto in Argentina, nel Sud degli Occidenti smarriti e attraversati dai Mediterranei in viaggio, la sua esperienza di uomo e di cristiano gesuita ha proprio quella bellezza come dono in una fede che deve essere vissuta nei cuori. Un gesto di spiccata umiltà.
Ma la cultura dei Gesuiti ha le sue altezze e le sue “evoluzioni”.
La Chiesa vincente è proprio in quella storia che si lascia afferrare dal mistero. Il carisma del francescanesimo è la “notizia” del tragico quotidiano che si trasforma in speranza. E mi pare che Papa Francesco abbia celebrato il suo pellegrinaggio nel nome sia mariano che cristocentrico.
La storia dei Gesuiti è una avventura ricca di straordinari destini.
Il pellegrinaggio di Matteo Ricci ha penetrato la Cina portando in Oriente il Cristo in Croce e il Cristo risorto ed ha consegnato alla Chiesa di 500 anni fa la testimonianza di una civiltà incrociata tra spazio e tempo, ponendo in riflessione sia gli elementi teologici sia quelli filosofici sia quelli scientifici. Una grande presenza nella cristianità dei popoli.
La Chiesa vincente è quella di San Giuseppe Moscati. Un Santo che ha vissuto il passaggio, nei suoi percorsi alla santità, da Paolo VI a Giovanni Paolo II nella rettitudine dei modelli dei Gesuiti. La Compagnia di Gesù nell’evento del “Racconto del Pellegrino” di Sant’Ignazio. Un cammino tra le epoche e le civiltà.
Tre storie nella santità dei processi oltre ogni secolarizzazione e nel segno del miracoloso. Il “contemplante nell’azione” o il “contemplativo nell’azione” è nel viaggio di Sant’Ignazio di Loyola. Nel messaggio di Monsignor Filippo Santoro c’è la speranza che si fa creato.
Non è soltanto la volontà della speranza. È la speranza di un pellegrinaggio, in un mondo smarrito, che tutti dovremmo vivere e compiere.
Papa Francesco punta lo sguardo ad Assisi per narrarci il volto delle “creature” e leggerci il Vangelo non solo come recitativo pregante ma come quotidianità nel nostro presente.
È questa la Chiesa che vince nella bellezza della conoscenza, della consapevolezza e del mistero rivelante in Dio!
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blog culturale fondato dalla giornalista Lilli D'Amicis