Per la giornata mondiale
della poesia, la
Nemapress manda in libreria l’ultimo libro di poesie di
Pierfranco Bruni
Un viaggiare tra la poesia
ed i simboli lungo i percorsi di un linguaggio tutto giocato intorno a metafore
e a codici, il cui elemento portante è l’incontro tra la memoria, il mistero e
la forza della magia della parola e dell’immagine. Il libro di Pierfranco Bruni,
dal titolo chiaramente “sciamanico”, Come un volo d’aquila, edito
nelle edizioni di Nemapress, Roma - Alghero, che sarà in distribuzione per i
prossimi giorni, proprio nella Settimana di Pasqua, è un raccontare, tra le
pieghe di una profonda liricità, l’assenza, il distacco, la lontananza come
frasi di un sentimento che si raccolgono nella dimensione del tempo che
incardina il ricordare intorno ad una griglia di archetipi, di elementi
alchemici e di presenze religiose provenienti sia dal mondo occidentale che
oriental.
Si tratta di una plaquette
che scava con un sentire lirico - antropologico all’interno di un io vissuto in
una inquietudine fatta di armonie, disarmonie e un ricordare nella bellezza di
una trasposizione che è quella di una mancanza che si trasforma in costante
presenza.
Il sottotitolo è ben
definito: “Mio padre mi diceva di
amare con la passione del guerriero”. Un’altra nota che rimanda al
mondo della contemplazione sciamanica. Il guerriero è chiaramente il guerriero
della luce. La poesia, alla quale si aggiungono due racconti, di Pierfranco
Bruni scardina i luoghi comuni e la figura del padre che campeggia come
immaginario oltre la storia dive non solo la chiave di lettura ma il personaggio
con il quale si crea un colloquio.
Colloquiare con il padre
tracciando un vissuto marcatamente religioso e metafisico sulle orme della
tradizione degli antichi sciamani, del linguaggio buddista (spesso compare il
termine Namasté) e di una visione cristiana di un Cristo però rimasto in Croce.
Nella tenerezza si avverte un coraggio e una sfida nei confronti di chi vive
lontano dall’amore, dal bene, della pace spirituale. È una poesia chiaramente
spirituale e i simboli sono elementi singolari.
L’aquila è un simbolo che
ha una tradizione ben precisa come le tredici lune scavate sul guscio della
tartaruga come il silenzio stesso dello sciamano. Ma ci sono simboli evidenti e
messaggi nascosti in una visione anche numerica. Le poesie sono 21 (ovvero la
simbologia è data dal due più uno), i racconti sono due, ci sono due poesie -
preghiere a firma Aquila di Mare e Aquila di Vento, c’è un prologo e un epilogo.
In totale sono 27 i testi.
Si ritorna ad una forma
esoterica guenoniana o meglio all’alchimia del due più il sette. La simbologia
ha una sua compattezza nello stesso momento in cui la liricità del testo si
confronta con tutto un mondo che è quello, appunto, delle culture che dialogano
tra il sacro e la magia. Ma oltre questa “geografia” dentro la quale bisogna
entrarci con gli strumenti adottati da Pierfranco Bruni il testo poetico, pur in
un verso breve e di imbatto ermetico, diventa un vero e proprio raccontare il
dolore dell’assenza nella consapevolezza che solo la memoria può riempire i
distacchi.
Il colloquio con il padre
trova nel volo dell’aquila un messaggio preciso che è quello della pazienza,
dell’accettazione, dell’impeccabilità. Il guerriero della luce è il guerriero
che porta all’amore e vive l’amore e l’incontro con la speranza. Da questo punto
di vista la religiosità incontra il passo del magico silenzio dell’attesa dello
sciamano che conduce lungo la strada della prudenza e della contemplazione.
È chiaramente il libro
della svolta nella poesia di Pierfranco Bruni anche se già nei suoi ultimi
romanzi (in particolare in “La bicicletta di mio padre”) era leggibile e
interpretabile questo suo cammino. È il libro che apre una nuova stagione nella
letteratura di Bruni sia sul piano linguistico sia su quello strettamente
poetico, filosofico, metafisico.
Il viaggio più volte
sottolineato da Bruni diventa un camminamento e il suo costante scavare
soprattutto nelle poetiche orientali e mediterranee e in autori come Carlos Castaneda, Mircea Eliade, Maria
Zambrano e Basho lo portano lungo la via di una contemplazione poetica, che
trova in questo nuovo e originale testo un punto di sicuro riferimento di una
poesia che si incontra con la pazienza del sogno e l’illuminazione della
speranza.
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blog culturale fondato dalla giornalista Lilli D'Amicis