TARANTO — Non solo perquisizioni e sequestro di documentazione e computer, ma anche informazioni di garanzia.
Sono quelle consegnate avant’ieri dai carabinieri di Taranto alle dieci persone indagate nel caso della presunta truffa ai danni dell’Ilva e le cui abitazioni a Genova, Saronno, Taranto, Grottaglie, Montemesola, Monteiasi e San Marzano di San Giuseppe sono state perquisite. Il provvedimento riguarda Mara Cazzaniga e Francesco Refrigeri, dell’ufficio acquisti dell’Ilva di Milano; il capo reparto Antonio Zaccaria; il magazziniere Antonio Motulese; i tecnici d’area Rosario Milito, Leonardo Lupoli, Angelo Bacci, Felice Cristella; Antonio e Francesco D’Amicis, grottagliesi rappresentanti della ditta Sfira chiamata in causa nella querela. Ilva ritiene di essere stata vittima di una truffa per molti milioni messa a segno da un gruppo di dipendenti sfruttando il meccanismo di acquisti di pezzi elettromeccanici a costi molto alti sui quali veniva ritagliata una fetta. L’azienda, nel frattempo, ha inviato lettere di addebito ai dipendenti in causa e attende le controdeduzioni. (c. be.)
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