(ANSA) - ROMA, 2 LUG - Un attentato incendiario ha distrutto l'auto del giornalista freelance pugliese Gianni Lannes, direttore del giornale online 'Terra nostra'.Lo dice la stessa testata, secondo cui l'attentato sarebbe avvenuto ad Orta Nova, nel Foggiano, nella notte, a seguito di 'una minaccia di morte di stampo mafioso, armi in pugno'. Lannes, spiega 'Terra nostra',e' un 'freelance investigativo specializzato in traffico di esseri umani, armi e rifiuti pericolosi, attualmente impegnato in una delicata inchiesta'.
Gianni Lannes, il direttore di Terra Italia Nostra, già lo scorso 2 luglio, come recita l’Ansa sopracitata, si era visto bruciare l’auto per le inchieste giornalistiche che conduce. Poi era giunta una lettera minatoria («Sei morto Gianni Lannes».) e nella tarda serata del 5 novembre alle ore 23,40 è successo di nuovo e questa volta hanno fatto saltare in aria l'automobile del cronista impegnato nell'inchiesta delle navi dei veleni e recentemente nell'indagine sull'inceneritore che la Caviro vuole realizzare illegalmente a Carapelle in Puglia!
Gianni è di quei cronisti impavidi che ficcano il naso dappertutto. Anche dove per qualcuno non si dovrebbe mai, tra le pieghe della criminalità organizzata o in quella zona grigia fatta di colletti bianchi al servizio di uomini dal grilletto facile. In Puglia, come in Sicilia o in Campania. In più, Gianni Lannes ha il brutto vizio di dare lezioni sul giornalismo antimafia per conto di Libera, l’associazione di don Luigi Ciotti diventata l’emblema della lotta alle mafie. Quelle, appunto, di cui si occupa ostinatamente Gianni Lannes, anche per left. Servizi pesanti, che sono ora al vaglio dei magistrati di Bari, che hanno raccolto la sua denuncia. “Puglia, morire di lavoro. La mafia dei cantieri”, “La mafia degli incendi boschivi”, sono solo due dei tanti titoli delle inchieste che Lannes ha fatto per il settimanale Left. Servizi che ora gli impediscono di tornare a casa. Negli ultimi tempi segnali di insofferenza nei confronti dei cronisti ce ne sono stati tanti. È noto, oltre che logico, che la mafia non ami le luci dell’informazione.
La redazione del giornale ItaliaTerraNostra ha sentito l'obbligo di manifestare la solidarietà al Direttore Gianni Lannes e alla sua famiglia, organizzando un presidio lunedì 9 novembre alle ore 18:30 a Foggia, in C.so Garibaldi,56 (dinanzi la Prefettura) sotto può essere visto il video della serata a Foggia, dove era presente anche Rinascita Civica.
Nell'attuale panorama di una informazione soprattutto locale appiattita su posizioni attente a non urtare le diverse forme di potere, la professionalità del giornalista Gianni Lannes è uno stimolo per tutti coloro che nel Sud Italia e soprattutto in Puglia sono impegnati in difesa della legalità e per la tutela del territorio, e un esempio soprattutto per giovani che sono sensibili più di quanto non sembri verso coloro che spendono professionalità e impegno per ciò in cui credono.
E' tempo che alla famiglia del giornalista Gianni Lannes e a lui stesso sia assicurata adeguata protezione dalle Istituzioni e che il Governo risponda alle interrogazioni che dai parlamentari ( Leoluca Orlando, Pierfelice Zazzera dell’Idv), sono state presentate fin dallo scorso luglio in occasione del primo attentato seguito alle minacce di morte. Il senatore Giuseppe Caforio, componente del COPASIR domani 11 novembre relazionerà al Comitato per la sicurezza sulla sconvolgente vicenda del giornalista Lannes.
La democrazia ha il dovere di tutelare l'informazione perché l'informazione è il sale della democrazia. Il 23 luglio scorso, alcuni malintenzionati hanno pedinato per tutta la giornata il direttore di Terra Nostra. I freni della sua auto sono stati sabotati nottetempo da ignoti. Perché? Cos’è in gioco? Quali potrebbero essere i moventi alla base delle intimidazioni di morte, soltanto a voler considerare lo spazio temporale degli ultimi 12 mesi? Proviamo ad elencare quelli più verosimili. Dunque: 1) Ecomafie (inchieste per il quotidiano La Stampa, ottobre 2008); 2) Immigrati desaparecidos (La Stampa, novembre 2008); 3) Nato: colpito e affondato (La Stampa, 4 novembre 2008); 5) Eni: crimini ambientali (inchiesta in corso); 6) Terremoto in Abruzzo (La Stampa e L’unità, aprile 2009); 7) Perforazioni idrocarburi in Adriatico (La Stampa, autunno 2008); Mafie di Stato (Terra Nostra, giugno 2009); 9) Inceneritori in Puglia (Terra Nostra, giugno-luglio 2009). 10) Nato: genocidi umanitari (inchiesta in corso). 11) Echelon: il grande fratello militare (inchiesta in corso). Berlusconi e Maroni quando risponderanno all’interrogazione di Orlando? Quale sarà il passo successivo: l’omicidio esemplare? Gianni Lannes non è un eroe e non intende suicidarsi ma semplicemente portare a termine il suo lavoro. L’ultima scoperta giornalistica è legata agli affari che Cosa Nostra e le multinazionali di Stato stanno intrecciando in Puglia. Un’idea non si può ammazzare poiché seguiterà a camminare con le gambe di tanti. A proposito: la società civile giace ancora in letargo o è in vacanza?
Dopo una minaccia di morte di stampo mafioso, alle 00.45 del 2 luglio un attentato incendiario ha distrutto l’automobile (non assicurata contro gli incendi) del direttore di Terra Nostra. Il giornalista Gianni Lannes si batte da anni per la legalità e la giustizia, contro le mafie d’ogni latitudine. Si teme per la sua vita. A luglio il deputato Leoluca Orlando ha sollecitato il Governo ed il prefetto di Foggia, Nunziante, ad assicurare protezione al temerario cronista. Lo stesso Orlando h presentato sul caso un’interrogazione parlamentare al presidente del consiglio dei ministri ed al ministro dell’Interno.
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