La notizia è di quelle a cui ci puoi girare attorno fin che
vuoi e magari trovarci anche delle attenuanti ma la sostanza rimane. Siamo una
nazione allo sbando! Perché quando siamo claudicanti nella nostra lingua,
claudichiamo in tutto.Non sarà proprio analfabetismo di ritorno ma poco ci
manca. Tutti concordi, professori dell'università e della scuola. I ragazzi( e non solo loro) non
sanno scrivere e hanno una scarsa conoscenza del lessico italiano. Affermo che è
deleterio proporre a giovanissimi studenti solo testi elementari, "ad usum
puerorum", col proposito di eliminare il necessario sforzo, e anche la noia e la
fatica sovente connessi al mestiere dell’apprendimento. La conseguenza della
semplificazione è che la comprensione dei testi scritti è diventata ardua, e in
particolare il lessico posseduto dai nostri studenti (e non solo loro,ribadisco) è insufficiente persino a
leggere un quotidiano nazionale.
Scelte culturali discutibili quindi, giacché
“il cimento – l’attrito avrebbe detto Graziadio Isaia Ascoli – con un testo
scritto in una lingua diversa da quella più spontanea ha sempre un forte
potenziale educativo”. L’allarme è ormai presente all’opinione pubblica, anche
se solo a scadenze dettate dagli scoop. Anche i migliori diplomati, quelli che
superano i test di ingresso più rigorosi fanno strafalcioni di grammatica e
ignorano la sintassi.
E così alla
seconda facoltà di Medicina di Torino, da quest'anno, per le matricole sono
organizzati corsi di recupero di italiano.Pier Maria Furlan, il preside
«Non conoscono il significato di banali espressioni lessicali, figuriamoci la
loro reazione quando si inizia a introdurre nelle lezioni un gergo più
scientifico».E tutto questo accade in una facoltà molto selettiva come Medicina
2 dove, nel caso di Torino, sono pochissimi i posti disponibili rispetto al
numero di domande quattro volte più grande. Figuriamoci quindi in che
situazione si trovano quelli che nemmeno superano l'esame di ammissione.E
dobbiamo dimenticare,per mera pietas,gli avvocati che citavano il”pathe’
d’animo”?
Leggiamoci questo scritto,trovato in rete: “Non ne posso proprio
più. Di cosa, vi starete chiedendo?
"Non
lo so. Mi informo e poi ti dò la spiegazione" Non ne posso più
di sentir dire e di leggere …il pantalone l'occhiale …ho visto Maria e GLI ho
detto… ho incontrato Maria e Mario e GLI ho detto …e vogliamo parlare di
QUANT'ALTRO???? Che non so neanche se è scritto correttamente (ma credo di sì).
Ora è tutto un QUANT'ALTRO.Ma chi cavolo l'ha tirato fuori sto
QUANT'ALTRO???
Giuro che nella mia vita
non l'ho mai usato, nè mai lo userò!!!!
L'altro giorno quando l'ho sentito dire da mio figlio un altro po' me lo
mangiavo.E lui bello come il sole mi fa:
"Mamma...qui
in ufficio da me è tutto un QUANT'ALTRO" Io lo so di chi è la
colpa. Dei nostri giornalisti.Sia della carta stampata che di quelli
televisivi.Ed anche qui mi torna in mente un altro caro amico di gioventù,
fanatico dell'inglese, che studiava giornalismo.
"La lingua si evolve. Vuoi mettere come sia più pratico scrivere
GLI (a proposito di Maria e Mario) e non "Ho detto loro"?
Questo 40 anni fa...potete ben immaginare dove siamo giunti oggi. Non bastavano
i vari DEFAULT, BOND, SPREAD ora abbiamo anche i CASH. Ma dico io...vi costa
molto dire CONTANTI anzichè CASH???? E veniamo al perchè ho sentito il bisogno
di sfogarmi. Pare che l'esimio scrittore Roberto Saviano abbia scritto nella
sua pagina di Twitter QUAL E' con l'apostrofo, anzichè senza, come richiede la
nostra grammatica. Ripreso da non so chi, invece di chiedere scusa per
l'errore, ha difeso questa sua svista, paragonandosi addirittura a
Pirandello...ah ah ah Ma la cosa più bella è il giornalista che si è
preoccupato di pubblicare il tutto, ovviamente criticando aspramente Saviano.
Beh...il suo articolo, intitolato "Gli strafalcioni di Saviano"
inizia così: "Se lo stesso errore di grammatica lo AVREBBE fatto un
giornalista, il direttore lo licenziava dopo averlo sgridato forte. Se invece
lo AVREBBE fatto uno studente in un tema, la professoressa CI dava cinque dopo
averlo sgridato forte" Per poi regalarci un'altra chicca con:"Pochi
giorni fa, UN'ALTRO autorevole editorialista..." Mi auguro per lui, per
l'articolista, che abbia volutamente compiuto questi errori, anche se...ne
dubito fortemente... Ma ammesso che sia così, avrebbe dovuto virgolettare gli
strafalcioni (o scriverli in corsivo) per far capire alle pignole come me che
non erano veri errori, ma solo un'ulteriore presa in giro dell'autore di
"Gomorra"…
Nel parlare e nello scrivere vado molto ad orecchio. E qui mi torna in mente un
caro amico di gioventù, Demetrio, che come dice il suo nome è greco, che diceva
che la lingua italiana è una lingua musicale. Ecco...per me l'Italiano è come
una musica e quando sento una nota stonata...rabbrividisco. Avevo invece un
padre, che tra l'altro possedeva una ancora più modesta licenza media, che le
regole grammaticali le conosceva tutte. Quante volte mi sono rivolta a lui per
sapere il perchè si dicesse così e non colà. E Babbo mi sapeva sempre dare la
risposta...e quando non la sapeva mi diceva:Chi vi scrive possiede un modestissimo diploma di ragioniera e solo nostro
Signore sa quanti errori commette nello scrivere. Ho sempre masticato poco di
grammatica e di sintassi.
Di una cosa "banalissima"... il sentir storpiare ogni giorno di più
la nostra bellissima lingua.La grammatica è claudicante. I congiuntivi sono un problema,
così come il rapporto tra soggetto e verbo, tra frase principale e frase
secondaria.
C’è difficoltà persino al momento di scrivere la tesi. Gli errori
delle matricole ai test di valutazione stanno rivelando, infatti, tutte le
pecche della scuola italiana. La crisi c’è e non è solo economica. E chi pensa
che l’Italia possa sopravvivere solo investendo sulla sua cultura cancelli ogni
tipo di illusione poiché il Bel Paese sta svendendo proprio quella !La
constatazione diffusa è che alle superiori arrivano studenti che non hanno
nemmeno le basi di una lingua corretta, ricca, articolata e piena di sfumature,
capace di cogliere il reale nella sua complessità: a quel punto la battaglia
sembra già persa.
Aggiungo e certifico,
per esperienza diretta, che degli alunni
che giungono al superiore, una buona percentuale ha problemi di semplice lettura e scrittura!Credo che esista un
solo rimedio: la lettura e l’esercizio continuo. Non è affatto vero che un
bambino di sei, o di otto anni, sia inesorabilmente schiavo della televisione e
dei giochi elettronici. Un bambino è una creatura plastica, trasformabile,
cangiante: vuole divertirsi, muoversi, spostarsi, viaggiare nella fantasia; ed
è perfettamente possibile persuaderlo che leggere Pinocchio, L' isola del
Tesoro, Il libro della Jungla, I ragazzi della via Paal,è molto più divertente
che stare seduti, cogli occhi sbarrati, davanti a uno schermo televisivo o a un
computer. Solo che qualcuno deve persuaderlo: il padre, la madre, il nonno, il
maestro, il professore, l' amico.
Se vogliamo difendere
l' italiano, l' unica strada è quella di educare gli adulti: impossibile?
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blog culturale fondato dalla giornalista Lilli D'Amicis