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venerdì 5 aprile 2013

Per stare insieme ... una casa


di  Vincenzo Russo
Solo qualche minuto del vostro tempo, per raccontarvi una breve storia, che accadeva in una piccola città. In questo luogo viveva una signora con i suoi numerosi figli, e, non avendo una casa di proprietà, fu costretta ad andare in fitto. Per poter sistemare tutta la famiglia, la signora aveva bisogno di spazio, ma si dovette accontentare di due locali ubicati, però, in palazzi diversi, con conseguenti disagi che una simile soluzione comportava. Poi, la signora trovò un compagno, che volle dare del suo e la famiglia aumentò. Ciò richiese nuovi spazi, dove sistemare i  nuovi arrivati. 
Nonostante l’affannosa ricerca di una casa adeguata alle nuove esigenze della famiglia, l’unica soluzione possibile fu un altro locale in fitto in un altro stabile. La famiglia cresceva E LA RICERCA DI SPAZI anche, sempre, però, con l’analogo risultato; un altro locale in fitto. Ora capirete le difficoltà  nel  gestire una simile situazione. Immaginate la distribuzione del “Cibo”. Portare da mangiare in giro per la città, con tutti i collaboratori necessari a disposizione, determinava che i pasti erano consegnati quasi sempre freddi, diventando spesso indigesti. Certo i ragazzi , bene o male, crescevano, ma si faceva di tutto per dare loro se non il meglio almeno il necessario? Chi aveva fatto crescere la famiglia in maniera sconsiderata, non era responsabile di tutti i problemi creati? Quanti di quei  ragazzi non avevano potuto dimostrare il loro vero valore per la carenza di assistenza e comprensione?  Quante intelligenze non  erano  state capite o erano state mortificate per l’inadeguatezza del posto in cui vivevano? Purtroppo saranno state tante.
Questa storia parla di una situazione insostenibile, che, credo nessuno di noi accetterebbe per se stesso e per i suoi  cari, invece non è così.
Mi spiego.
La piccola città è Grottaglie, la famiglia di cui parlo è il “Liceo Moscati”. Del problema di questa scuola siamo tutti colpevoli, perché, come sempre, abbiamo delegato “Altri” ad ottenere quello che era nostro dovere e diritto avere, una scuola degna. 
Giorni fa ha attraversato le vie della città l’ennesimo corteo degli studenti del “Moscati”, che tristezza!  Quanti assenti; dove erano i professori, i bidelli, il personale Ata , il capo d’istituto, il sindaco, la giunta e i consiglieri comunali e innanzi tutto dove eravamo noi genitori?

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Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà,
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