di Filomena Russo
L’adolescenza è come la primavera ; una stagione
della vita molto particolare.
L’adolescenza
alterna giorni felici, soleggiati, allegri, come fiori che sbocciano, a giorni
tristi, piovosi, ventilati, e, talvolta, burrascosi. Il vento e il tempo
portano via i petali delle gemme
appena sbocciate, lasciando il posto alle foglie e ai frutti.
L’adolescenza
matura poco per volta all’esperienza della vita; è per questo che i giovani hanno bisogno di referenti solidi e
credibili. Un vecchio adagio dice :
“è più
importante un esempio che una montagna di parole” e a tutti i livelli :
“Le veritable enseignement n’est point de te parler mais de te conduire »
Antoine de Saint-Exupéry ( IL
vero insegnamento non é
affatto( o solo), parlarti ma condurti,guidarti) . Molti sono i disagi che i giovani vivono e, l’adolescenza è
come se non finisse mai, é come se una parte di noi fosse sempre alla continua
ricerca di sé, in un continuo divenire. Ciò significa crescere, apprendere,
migliorarsi, ma tutto ciò non sempre è scontato, poiché le difficoltà del
quotidiano, a volte, sembrano e/o
sono insormontabili e
l’adolescente diventa e/o si comporta da ribelle.
L’esempio di un genio ribelle ci é dato da Arthur Rimbaud, poeta adolescente, che si ribella
contro l’ordine culturale e sociale dei falsi valori.
Arthur
Rimbaud, nato a Charleville nelle Ardenne in Francia nel 1854, ha avuto una adolescenza difficile e burrascosa.
Suo padre un ufficiale che amava i viaggi e le avventure si separa dalla moglie
nel 1869. Sua madre, una donna bigotta, autoritaria, e chiusa nelle convenzioni
sociali, lo alleva severamente. Il giovane mostra subito un carattere
difficile, violento e tendente alla fuga, ben presto si ribella contro la famiglia, le
convenzioni, la morale, la religione. E’ molto bravo a scuola, fa degli ottimi
studi e il suo prof. di retorica Georges
Izambard capisce il suo
genio e lo incoraggia nelle prime composizioni poetiche; ma la sua natura
inquieta lo porta alla fuga. Non si presenta agli esami di maturità, fugge
a Parigi in treno, ma viene
arrestato, perché senza biglietto, e resta qualche giorno in prigione.
Nel 1871 ha
inizio il suo legame (affettivo) con
Verlaine, anche lui poeta e
scrittore, e il giovane Rimbaud cade nell’alcolismo e nella dissolutezza ; è in
questo momento che Rimbaud scrive “ La Lettre du Voyant” ( La lettera del Veggente ,che in realtà sono due). I
suoi vagabondaggi in Inghilterra e in Belgio e il suo scandaloso legame con
Verlaine terminano nel 1873 a Bruxelles, quando Verlaine gli spara e lo ferisce
ad un polso. Negli anni seguenti Rimbaud, spinto dal desiderio di avventura, fa
numerosi viaggi e differenti mestieri,
in Europa, in Africa, dove
per il suo lavoro massacrante e
sotto un clima torrido, soffre per violenti dolori ad un ginocchio. Rientrato
in Francia, nell’ospedale di
Marsiglia, gli viene amputata una gamba perché affetta da cancro. Muore nel 1891.
La sua
carriera poetica e di scrittore inizia nel 1869 (a 15 anni ) e termina nel 1874
(a 20 anni), sembra quasi che la sua ribellione e il
suo genio siano legati a ciò che presso altri viene definita “ la crisi
dell’adolescenza”, dopo non si è
più interessato né della
letteratura, né della pubblicazione delle sue opere. Il poeta per Rimbaud ha
una funzione universale, egli non si rivolge solo agli uomini, ma a tutta la
realtà vivente, deve trovare una
lingua universale: e afferma che il poeta deve essere “un Voyant, se faire
voyant “ tr.” bisogna essere
Veggente, farsi Veggente”, vedere, non fermarsi all’apparenza ,ma vedere fino
in fondo e così esperimenta tutte le forme d’amore, di sofferenza, di follia,
egli cerca se stesso; è per questo che
la vita di Rimbaud é stata
scandalosa.
Nel 1873
Rimbaud redige una relazione sulle sue “follie” “Une Saison en Enfer”( Una
stagione all’inferno) in cui racconta la vita completa e maledetta che ha
vissuto. Rimbaud crea il verso libero,( che i “Simbolisti” scopriranno più
tardi ) e che nelle “ILLUMINATIONS”
sono alternati a poemi in prosa
“JE EST UN AUTRE” (Io è un altro), vuol
dire che egli distingue del suo essere apparente, l’io profondo capace di
sondare l’ignoto. Attraverso una sregolatezza sistematica dei suoi sensi, si
abitua alle allucinazioni; la fusione fra il reale e l’immaginario è totale.
”JE EST UN
AUTRE” questa frase ci riporta a SOCRATE “NEL CONOSCI TE STESSO” ,al “COGITO
ERGO SUM”(je pense donc, je suis trad. penso ,dunque sono” di DESCARTES, e “Tout ce
que je sais, c’est que je voudrais
bie e^tre un autre » « tutto ciò che so é che vorrei essere un altro”
DIDEROT.
Rimbaud
mette in discussione il principio dell’ identità : L’IDENTITA’ E’ L’ALTERITA’
Nel sonetto
“Voyelles ”(Vocali) elabora un sistema di corrispondenze e sensazioni scaturite da suoni, forme, colori, (che tocca tutti quanti
noi, (Corresponances, qui l’influenza poetica di BAUDELAIRE è evidente).
Nel poema “ BATEAU IVRE”( battello ebro,
ubriaco), che per la sua novità segna una tappa importante nella letteratura
francese, Rimbaud palesa se stesso, attinge le emozioni dai sogni dell’infanzia
e delle reminiscenze delle letture fatte.
Il suo bisogno di evadere, di correre attraverso il mondo in piena
libertà, malgrado i danni che ciò comporta, come un battello libero quasi senza
timone, che sospinto dai flutti del mare tocca sponde diverse.
Rimbaud
indubbiamente è un genio; ma mi permetto di pensare, con molto rispetto, ai tanti giovani, che pur non essendo dei geni, subiscono l’influenza
negativa di una famiglia distratta, non vigile e non presente all’evoluzione
degli adolescenti, che ,non compresi, si ribellano.
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