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martedì 31 maggio 2011

Un altro giovane grottagliese mi ha scritto: cosa resterà delle elezioni?

Si chiama Vincenzo Adamo e si presenta così: ho 24 anni (compiuti ieri), studente universitario e, come lei, sono enormemente deluso a causa della situazione politica grottagliese (definizione eufemistica). Colgo l'occasione per inviarle una nota che ho pubblicato sulla mia bacheca qui su Fb. La mia è una breve disamina, un'istantanea sulla situazione del nostro paese. Istantanea figlia della rabbia che cresce sempre più. Buona serata.

 L'eredità elettorale è alquanto eloquente. Grottaglie è stufa di politici e politicanti, di ciarlatani interessati solo a una poltrona. Boom di candidati sindaci, quasi 500 candidati consiglieri tra i quali si annoverano una grossa percentuale di novizi, neofiti della politica, persone che non hanno mai avuto a che fare con la vita civica del paese. Numerosi gli sconfitti: in primis i vincitori. Grottaglie, roccaforte del centrosinistra, rimane alla coalizione capeggiata dal Pd, con una sostanziale differenza. Dal '06 a oggi, Alabrese e soci (SEL compresa) hanno perso per strada la bellezza di 5000 preferenze (circa il 20% dell'elettorato tutto, il 40% dei voti ricevuti nel '06). Voti che non sono stati raccolti dal più grande partito di centrodestra: il Pdl, forse il più grande sconfitto. La famiglia "belusconiana" ha pensato bene di tagliar fuori dal proprio progetto politico Michele Santoro (vincitore morale di queste elezioni, assieme a Ciro D'Alò ed Etta Ragusa), col risultato di un misero 10%. Dove sono finiti allora questi 5000 voti persi da Pd & co.? Dov'è confluito questo scadimento totale delle preferenze nei confronti del Pdl? Questo fiume di voti è finito nelle mani di 3 "volti": Santoro-D'Alò-Ragusa. Si, proprio così. 3 persone. 3 facce più forti di ogni simbolo politico, più forti di coalizioni multipartitiche. La genuinità dei loro progetti politici è stata la vera mattatrice di queste elezioni. Parole dirette, pensieri concreti, un cocktail di idee che ha fatto breccia nel cuore dei grottagliesi. Una breccia, solo e soltanto una breccia. Per cambiare Grottaglie serve di più, lo hanno dimostrato queste due tornate elettorali. C'è bisogno di abbattere i pregiudizi figli di simboli troppo forti e radicati nella cultura del nostro paese. C'è bisogno di gente nuova, volenterosa, competente e non di manichini in cerca di notorietà per 30 giorni. C'è bisogno di un interesse concreto, spalmato su 365 giorni. I grottagliesi devono tornare ad essere Grottagliesi. Orgogliosi e innamorati del proprio paese. Per ottenere questo, però, c'è bisogno di rimboccarsi le maniche. Le lamentele non portano a nulla, il passivismo fa solo il gioco di chi vuole continuare a prolungare l'agonia di Grottaglie. Blocchiamo questa eutanasia cittadina. Svegliamoci.

3 commenti:

  1. Quando ci si innamora di una persona, ci si innamora per come è e non perchè qualcuno ci dice che è bella, brava, buona etc. Parimenti,per amare la nostra città non servono politici o altri soggetti che ce la rendano appetibile, ma basta amarla per come è. Ma fare anche il possibile ( magari rimboccandosi le maniche e partecipando a comitati e associazioni)per renderla bella come la vogliamo.O perlomeno provarci. Il difetto dei grottagliesi è quello di volere sempre la pappa pronta. Delle elezioni rimane un grande risultato: il successo delle liste civiche e la rappresentanza di queste nel Consiglio comunale. Ti sembra poco?

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  2. A 75 anni commentare gli entusiasmi repressi di un giovane Grottagliese che scrive di volti piu' forti,di famiglia berlusconiana e di Alabrese e soci mi sembra mortificante,perche' credo si offenda l'onesta' intellettuale di chi,come me, ha votato con convinzione.
    Caro giovane Grottagliese,lei dimostra gia' di essere uno di noi:un vecchio,legato solo ai nuovi simboli della politica locale e nazionale.
    I movimenti che lei definisce il nuovo,non hanno fatto altro che dividersi e accapigliarsi per la poltrona di Sindaco,senza neppure esprimere una capacita' di sintesi propedeutica al governo del paese a dimostrazione dei loro egoismi e delle loro aspirazioni personali. Vecchia politica questa, praticata dai 3 volti nuovi....che poi tanto nuovi non sono.
    Allora auguri,che lei possa veramente cambiare, insieme ai giovani veri, il volto di questa citta'imparando pero'a rispettare le idee altrui anche se spesso non collimano con le sue.

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  3. Non e' questione di giovani e di vecchi, e' questione di preparazione, buon senso, capacita' di agire.Essere giovani non serve a nulla, e' solo demagogia pura!

    E l'esperienza? credete che si possa superare l'esperienza con la gioventu'? Oppure una persona matura e' da buttare perche' e' matura?

    La demenza sta in tutte le eta', la disonesta' sta in tutte le eta',l'impreparazione sta in tutte le eta'.

    La giovane eta' ha un difetto maggiore: questi giovani si credono spaccamontagne, i migliori,quelli che sanno tutto. Devono invece cercare di avere modestia e umilta' di imparare!

    Al sig.Adamo dico semplicemente: se a 24 anni ha tutte queste conoscenze, queste capacita' di disamina e analisi politica, tutte queste verita' in tasca, Madonna mia, che capacita' avra' a 50 anni?

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blog culturale fondato dalla giornalista Lilli D'Amicis

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