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lunedì 16 luglio 2012

La cultura dell'effimero

Ad Arezzo,il 13 maggio 2012, contro la crisi, l’ appello di Benedetto XVI a cambiare stili di vita. Il Pontefice raccomanda, nell'affrontare questa crisi materiale e spirituale, di non cedere a una "mentalità materialista", ma recuperare l'educazione ai valori. In nome dei valori, della solidarietà, della dignità, della vita, il Papa ha raccomandato di contrastare la "cultura dell'effimero, che ha illuso molti, determinando una profonda crisi spirituale.
Senza voler trattare l’argomento del puro e semplice tratto cristiano, definiamo con effimero qualsiasi cosa abbia una durata fugace, transitoria, a volte inconsistente. Nella società attuale, l’effimero ha trovato sua dimora e viene proposto e diffuso a piene mani.
Portatrice sana ne è la tecnologia usa e getta, che ci affascina per la sua virtualizzazione, per la sua volubilità, e l’incocretezza così potente ci ammalia, ci rapisce, ci rende dipendenti perché assoggettati. Il reale, come coscienza ed esperienza, sparisce, risucchiato da due forze: la virtualizzazione e la voglia di futuro. Il ventesimo secolo è stato definito L'era della modernità.
Grandi valori Ideologici, poilitici, religiosi,estetici e morali.
Il secolo che va dalla fine degli anni ottanta fino ad oggi è invece cambiato insapettatamente. Viene definito: Postmoderno.
Dunque il secolo della modernità cessa di esistere e lascia al posto alla nuova era. La crisi della modernità porta ad uno spiazzamento della ragione.
Gli anni ottanta assistono al crollo dei grandi sistemi Ideologici e politici con il trionfo dell'individualismo sulla socialità.
Tradotto significa che prima grandi erano i valori: i giovani CREDEVANO in qualcosa; avevano opinioni ideologiche, numerosi erano i dibattiti che si tenevano anche per strada, e ognuno coltivava delle certezze. Oggi ognuno pensa per se’ e non gli frega un ca**o di niente.
Le certezze sono morte. La sicurezza dei valori delle idee che per millenni hanno sostenuto l'umanita si sono appassite, stanno morendo.
Oggi si parla di "CRISI DEI VALORI" "PERDITA DI IDENTITA".
E questo che sta accadendo nel mondo occidentale.
Le nostre sicurezze sono crollate. Questa nostra insoddisfazione ci porta a cambiare, a mutare continuamente la realtà: I partiti politici, prima ben delimitati si sono frazionati in miriadi di frammenti.
I valori artistici, prima ben definiti (uno stile aveva una durata di vari anni e ne si capiva bene l'intento), si sono disgregati nel ribollire delle mode che si accavallano le une sulle altre modificandosi di mese in mese.

Nell'esistenza quotidiana prevale il gusto dell'effimero (non utile), dello spettacolare, del decadimento accelerato delle strutture simboliche in nome di una comunicazione superficiale e immediata.
L'oggetto perde la propria identità a favore della marca.
L'oggetto non è più stabile: e mutevole. E necessario che cambi continuamente forma per adeguarsi alla società.
Viene denuciata la SPARIZIONE DEL SOGGETTO negli oggetti d'uso comune; Le immagini lo sostituiscono attraverso la pubblicità e i media: ANCHE il più marginale, anche il più banale, anche il più osceno si estetizza, si culturizza e musealizza.
L'oggetto non è piu se stesso, è altro da se’. Non e più riconoscibile. Ora vi è un terzo fattore che MEDIA l'interazione fra l'uomo e l'oggetto. (prima il contatto con uno oggetto era diretto e immediato ,pensiamo ad una bicicletta o ad una bilancia a piatto di cui sapevamo che era di ferro e ne capivamo il meccanismo) Oggi un terzo fattore, definito "Il Fantasma", un essere invisibile e silenzioso, lavora per noi (la bilancia elettrica per esempio: noi ne vediamo solo il risultato ultimo, ma non vediamo il procedimento che essa esegue, non ne capiamo il meccanismo, non sappiamo neanche di che materiale sia fatta)
Questo fenomeno esplode nell'informatica.
Che oggi in Occidente sia in atto una crisi di valori come raramente si è dato nella nostra storia, è un fatto che nessun osservatore, di qualsiasi estrazione culturale e politica, osa negare. Un pensatore di area comunista come Carlo Cardia afferma: «L'uomo nuovo che la civiltà del benessere sta plasmando, rischia di presentarsi come un uomo tanto ricco materialmente quanto spiritualmente e umanamente impoverito. E l'alienazione da opulenza si rivela doppiamente alienante. All'esterno, perché fondata su una diseguale distribuzione della ricchezza che genera emarginazione e abbandono dei più deboli. In interiore homine, perché potenzia in ciascuno la cupidigia dell'avere ma erode l'intimità dell'essere. Proteso a tutto avere e possedere, e inevitabilmente a violentare, l'uomo sazio ed egoista finisce col vedere restringersi quel nucleo di valori antropologici che costituisce la sua vera identità. Finisce cioè per piegare profondità di affetti e spirito comunitario al le esigenze del proprio egoismo. Per trasformare anche sesso e relazioni umane in strumenti di possesso, e non di rado di violenza. E insomma, per intraprendere la strada della sopraffazione che conduce allo sfruttamento degli altri, ma anche alla conclusiva solitudine propria» (da L'Unità del 23 maggio 1991). In due parole: erosione dell'essere e finale solitudine. In base ad un noto saggio di Erich Fromm, intitolato Avere ed essere, il discorso moderno della felicità era solito ruotare appunto attorno alla contrapposizione tra avere ed essere, ossia alla contrapposizione di due progetti di uomo: o quello dell'avere, modello tipico della società industrializzata dei consumi basata su quel profitto che porta all'identificazione dell'esistenza umana con la categoria del possesso, o quello dell'essere, della realizzazione dei bisogni più profondi dell'uomo ed ha come presupposto la libertà e l'autonomia che finalizza gli sforzi alla crescita e all'arricchimento della propria interiorità. Così commentava Giovanni Paolo II: «Direi che è il pericolo di separare l'uomo dalla sua stessa profondità. Ritornando alla nozione di "immagine di Dio", si potrebbe parlare d'un tentativo di "assolutizzazione" di questa immagine, ciò che nella realtà porta solo alla rottura del legame esistenziale fra essa e il suo modello, alla alienazione, alla disumanizzazione, al lasciarsi inghiottire nel mondo delle cose. Direi ancora che è il pericolo di una "illusione fondamentale": quella dell'uomo che crede di essere diventato, grazie allo sviluppo esclusivo della civiltà materiale, maggiormente "padrone" del mondo visibile, addirittura "padrone del cosmo", senza accorgersi che nello stesso tempo si è reso lui stesso dipendente da questo mondo, si è sottomesso al potere delle energie liberate, diventa oggetto di molteplici manipolazioni contro le quali non può far niente, proprio perché ha consegnato totalmente al "mondo" la sua coscienza e la sua libertà. E il "mondo" si è impadronito di lui».
In conclusione: La nuova era, l'era postmoderna assiste ad una rapida e costante perdita di valori e ideali.
Mentre nell'era moderna si assisteva ad un processo di OMOLOGAZIONE di massa fondata sulla serialità degli oggetti prodotti dall'industria, oggi vi è un superamento di questo: L'omologazione ora avviene nella continua frammentazione degli oggetti , dispersione e ricomposizione a diversi livelli.
I ragazzi si rifugiano in discoteca per trovare dei valori, si vestono come gli altri per trovare delle credenze, bevono, fumano come gli altri per avere delle sicurezze, dei valori ideologici che oggi non trovano più.
La moderna tecnologia e la scienza hanno mostrato la loro faccia nuda e cruda. Nulla è come sembrava, tutto è diverso, incomprensibile, inafferrabile.
Resta senza risposta il che fare, di fronte all'arretramento di ogni valore umano verso gli abissi dell'indifferenza

Conclusione: E' in gioco la sopravvivenza ad un sistema che ci vuole eternamente insoddisfatti, eternamente alla ricerca della felicità, eternamente disposti a cambiare e sostituire tutto, più e più volte; un sistema per cui "l'autentico volano dell'economia finalizzata ai consumi è la NON soddisfazione dei desideri, unita alla salda e perpetua convinzione che ogni atto finalizzato alla loro soddisfazione lascia molte cose da desiderare e può venire migliorato.

1 commento:

  1. Questa realtà e davvero sconcertante è drammatica...ma è la realtà...GRAZIE Prof. Elio.

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blog culturale fondato dalla giornalista Lilli D'Amicis

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