Della notizia, com'è noto ne hanno dato conto ampiamente giornali, tv e blog, basta farsi un giro su www.sopralapancalacapracanta.blogspot.com, www.grottaglieinrete.it, e via girovagando.
Per la verità l'architetto e la sua figliola sono stati cortesi, hanno ampiamente illustrato ciò che è di loro competenza ed ovviamente la parte storica del castello è ben altra cosa, e utile sarebbe sentire gli storici della città, come Don Cosimo Occhibianco e lo stesso prof Rosario Quaranta quest'ultimo non ha fatto mancare il suo contributo all'argomento, intervenendo su Grottaglie in rete, però a mio modesto non basta.
Partendo dall'assunto che i lavori al Castello se pur per alcuni versi necessari, a mio modesto parere dovrebbe essere chiarita la questione della proprietà di questo maniero e forte di ciò mi sono permessa di telefonare in Curia Arcivescovile di Taranto a cui appartiene il nostro Castello Episcopio.
Voglio premettere anche che non ho alcuna intenzione di mettermi contro la Chiesa, so benissimo che ha un'attrezzatura culturale lunga oltre due secoli, ma forse alcune considerazioni insieme ai prelati che si occupano di patrimoni ecclesiali, andrebbero fatti.
Ho telefonato in Arcivescovado a Taranto e mi hanno passato il responsabile del patrimonio immobiliare della stessa Curia, don Giuseppe Russo, mi sono presentata con tutte le mi posizioni professionali ed anche politiche, non mi piacciono le imboscate e abbiamo parlato del Castello di Grottaglie e dell'ultimo rinvenimento.
Don Giuseppe, pur essendo a Taranto, da dove, detto da lui, è assente spesso, non sapeva della notizia dei lavori di rifacimento del cortile, tanto meno del rinvenimento, voglio credere che dicesse la verità e fin qui tutto bene o quasi.
Ovviamente io ho manifestato la mia posizione in merito alla proprietà del Castello che dovrebbe passare alla Città di Grottaglie e sapete cosa mi ha risposto don Giuseppe Russo?
"Cara signora, ovviamente non condivido la sua posizione, ma lei deve capire che il Castello Episcopio è stato teatro di tanta storia della nostra Curia e non può essere ceduto, non sarebbe compreso, questo passaggio di proprietà, da chi è vicino a noi. Poi un monumento del genere non è patrimonio di nessuno in particolare (sic) ma dell'intera comunità che lo deve proteggere, curare e farne la culla della cultura locale." Che belle parole mi son detta, quindi non c'è bisogno che lo compriamo, tanto è nostro e ci possiamo spendere tutti i soldi che racimoliamo, non ce lo toglierà nessuno. Mi ha commosso la cosa a tal punto che ho dimenticato di chiedere a don Giuseppe: " Gentilissimo, ma se è un patrimonio da tutelare come mai la Curia ha venduto ( 100 mila euro ), una grotta sottostante la curtis ad un ceramista appena una anno fa? Oltre alla questione innanzi da lei citata non sarebbe stato più corretto chiedere al Comune di Grottaglie se per caso fosse disposto ad acquistare, tutelando il diritto di prelazione?"
Se ho occasione di richiamare il prelato giuro glielo chiedo.
Brava Lilli, finalmente una persona che va a fondo nei fatti. Bel colpo! Invece dell'inutile abbaiare alla luna dei sedicenti amici del castello (le varie Montelle, Tamboni e compagnia bella), una che fa la cosa più ovvia:chiedere ai proprietari se sono a conoscenza dei lavori sul loro immobile.
RispondiEliminaElementare, Watson, direbbe qualcuno.
Anna G.
Ma è lo stesso ing. Don Giuseppe Russo, Responsabile del Servizio Nazionale per l'Edilizia di Culto della CEI?
RispondiEliminaComplimenti!!!
Paolo Pinca