Se ne è discusso a Carosino, in un importante incontro che ha ospitato la giornalista e scrittrice Giuliana Sgrena, insieme al saggista e scrittore Piefranco Bruni e al giornalista e saggista Floriano Cartanì (Corriere del Giorno). La Sgrena, ricordiamo, fu protagonista di un rapimento ad opera dei Talebani, conclusosi con la rocambolesca uccisione provocata da “fuoco amico” dell’agente segreto italiano Nicola Calipari. Il seminario di che trattasi è stato proposto dal locale circolo del SEL-Carosino, alla presenza non solo dei massimi livelli del partito (Cosimo Borraccino,Giovanni Longo, Donatella Duranti ed il responsabile locale Massimiliano Cinque), ma anche istituzionali provinciali (Costanzo Carrieri, Mino Sampietro).
Sono giunti anche i saluti del Sindaco di Carosino, Biagio Chiloiro, che ha stigmatizzato l’importanza non solo della presenza di Giuliana Sgrena ma pure della tematica dell’incontro. Alla presenza di una sala conferenze del castello D’Ayala Valva gremita di intervenuti, è stata data la parola a Floriano Cartanì. Il giornalista, nel corso del breve intervento, ha sottolineato l’impreparazione quasi assoluta del mondo occidentale alla situazione rivoluzionaria che si sta vivendo nel vicino oriente e con il mondo arabo che sempre più ripetutamente si è affacciato sulle nostre coste. Un quadro sociale contemporaneo fatto di una realtà sempre più multiculturale delle società europee, nella quale lo sviluppo delle competenze interculturali e la promozione del dialogo diventano due strumenti assolutamente fondamentali nel rafforzamento della fiducia e nello sviluppo della triplice dimensione economica: politica, umana e della cooperazione. Per il saggista Pierfranco Bruni il Mediterrano con la sua stessa storia, rappresenta la chiave di lettura del fenomeno interculturale in atto. Da sempre, ha precisato lo storiografo delle Minoranze Etniche, l’area geografica mediterranea in cui si riversano le culture arabo-orientali, del nord Africa e della stessa Europa, è stata contraddistinta da una miscellanea intellettuale che ha favorito il dialogo piuttosto che la contrapposizione, molto spesso portata da altri elementi socio-politici. Un fenomeno che tende a favorire la “scelta” della nostra penisola quale luogo ideale migratorio per quelle genti. Giuliana Sgrena, dall’alto della propria esperienza vissuta in quell’area, ha evidenziato come le insurrezioni che hanno deposto regimi come quello di Tunisia ed Egitto, ritenuti fino a poco prima forti e inossidabili, grazie all’azione pacifica dei giovani locali si sono rivelati invece fragilissimi ed abbiano avuto un corso particolare, perché provenienti dal di dentro della popolazione. Una rivolta quasi pacifica nella quale le giovani generazioni e soprattutto le donne sono stati i veri protagonisti, grazie anche alla comunicazione internettiana ed ai cellulari, che ha permesso loro di conoscere e far conoscere all’esterno le vere situazioni sociali dei rispettivi popoli, dopo averle confrontate con quelle delle nostre democrazie. Diversa, ha sottolineato sempre la Sgrena, è stata la situazione della tragedia consumatasi nella vicina Libia, travolta da una tragedia sociale sfociata in guerra civile per almeno tre ordini di ragione: la brutalità della dittatura, l’assenza di una vera struttura statale ed il sistema tribale del potere in atto. A conclusione l’intervento della coordinatrice provinciale di SEL Donatella Duranti, che ha ricordato come in definitiva anche se cambiamo i prospetti dei luoghi in cui accadono le cose, le piazze di protesta sono tutte uguali tra loro, paragonando pur nella diversità sociale Il Carico a Tunisi alle stesse piazze di protesta italiane o a Plaza Mayor di Madrid, ricordando l’impegno di SEL nella lotta alle civili libertà. Gli ha fatto eco l’assessore provinciale al Turismo Gianni Longo il quale, insieme ai ringraziamenti di rito, ha tenuto a sottolineare l’importanza dell’incontro tenuto a Carosino su queste tematiche e l’impegno profuso dal locale circolo nell’organizzare un evento così rilevante.
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