Vero incanto di espressività e bellezza, perché chi parla d’amore usa un linguaggio universale senza confini né di tempo ne' di spazio, poiché l’amore addolcisce, scioglie e rapisce ogni anima:il motore del mondo.
I lirici greci Alceo e Saffo sentirono questo sentimento come qualcosa di crudele che è in grado di capovolgere la vita dell’uomo, mentre un dolce sentire è stato per i poeti alessandrini. Lo stesso fu per gli scrittori latini, fatta eccezione per il grande Catullo, che fu in grado di concepirlo come una complessa alchimia di odio e amore.
Nelle liriche dei poeti provenzali, che spesso venivano recitate accompagnate dalla musica, l’amore invece diventa un sentimento esclusivamente nobile e puro verso una donna idealizzata e irraggiungibile, che può essere “reale” senza l’ausilio di contatti fisici, anche se dentro l’animo lascia una certa malinconia.Gli esponenti della Scuola poetica siciliana seguono questa tesi, solo che in loro si accentua un certo turbamento dovuto alla vicinanza della donna amata che impedisce di dichiarare il proprio amore; questo atteggiamento diverrà tipico della poesia stilnovista, in cui i poeti approfondiranno questo dolce sentimento, facendo una vera filosofia. Essi sostengono che l’amore può risiedere solo in un cuore gentile “Al cor gentil rempaira sempre Amor…”
Alcune poesie contemporanee, come quelle, bellissime, di Pablo Neruda, riescono a ricreare i caratteri dell’esperienza personale, come autentica esperienza di vita, con parole che sembrano andare oltre le parole stesse.
Essa non tratta più l’amore come un’esperienza esclusivamente purificatrice, che mette in contatto con l’Infinito, ma accoglie e dona voce anche agli aspetti più passionali e carnali dell’amore.
L’amore è forse il sentimento che più caratterizza l’essere umano, e che lo rende unico nel creato.
Per questo la lirica d’amore è sempre esistita, e sempre esisterà, cantare l’amore significa risvegliare un sentimento che non si è mai sopito nel silenzio del tempo, perché, come scrive Russel, “ Fuggire l’amore è fuggire la vita.”
a chiederci un bacio e volerne altri cento
un giorno qualunque li ricorderai
amore che fuggi da me tornerai
un giorno qualunque ti ricorderai
amore che fuggi da me tornerai
e tu che con gli occhi di un altro colore
mi dici le stesse parole d'amore
fra un mese fra un anno scordate le avrai
amore che vieni da me fuggirai
fra un mese fra un anno scordate le avrai
amore che vieni da me fuggirai
venuto dal sole o da spiagge gelate
perduto in novembre o col vento d'estate
io t' ho amato sempre , non t' ho amato mai
amore che vieni , amore che vai
io t' ho amato sempre , non t' ho amato mai
amore che vieni , amore che vai
E' l'autore di Siddharta, Demian, Il lupo della steppa che scrive questi versi che riporto come ringraziamento al tuo bello excursus sulla poesia d'amore."Perché ti amo" è il titolo della poesia.
RispondiEliminaPerché ti amo, di notte son venuto da te
così impetuoso e titubante
e tu non mi potrai più dimenticare
l'anima tua son venuto a rubare.
Ora essa è mia - del tutto mi appartiene
nel male e nel bene,
dal mio impetuoso e ardito amare
nessun angelo la potrà salvare. (Hermann Hesse)