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giovedì 14 giugno 2012

L’amicizia: Amici o solo conoscenti?


di Filomena Russo

La parola amicizia viene usata sempre più spesso, parlando di persone che conosciamo appena. Così  ci troviamo ad essere tutti molto amici,senza che si sia veramente amico di qualcuno.
La Rochefoucauld, moralista francese del XVII secolo dice: ”L’amicizia,la più disinteressata non è che un commercio(calcolo) nel quale il nostro amor proprio si propone sempre qualcosa da guadagnare”. La parola amicizia oggi è molto inflazionata, come anche la parola stima. Si è amico di qualcuno senza conoscerlo, senza conoscere l’altro. Di quel qualcuno si conosce appena il nome, forse dove abita,il numero del suo telefonino, ma della persona in questione non si sa chi sia,né cosa pensi,quali le sue motivazioni di vita, né i sentimenti che albergano nel suo cuore. 
Quel qualcuno potrebbe essere un mostro e noi neanche ce ne accorgeremmo,presi come siamo del nostro “io” immenso,del nostro voler essere protagonisti a tutti i costi di qualcosa di non ben definito, forse solo dello smodato desiderio di apparire. Ecco apparire e basta, se oltre all’apparire ci fosse qualcos’altro,per esempio”l’essere”,ma,questo sembra non interessare nessuno. 
Tutto si svolge come in un film,le immagini si susseguono come fotogrammi non ancora coordinati, figure più o meno sbiadite,o colorate,vanno,vengono, si muovono con una accelerazione smodata senza sapere come e quando fermarsi o sostare. Fermarsi significa riflettere, pensare, e ciò, desta, forse,qualche preoccupazione, e per la maggior parte di noi, presi come siamo dal nostro bello apparire è qualcosa da non tenere in alcuna considerazione. 
Pure, sostare e riflettere significa gustare e appropriarsi di quel tempo che inesorabilmente scorre e fugge,portandosi via quella parte di noi che non conosciamo, che non palesiamo,gelosi come siamo di ciò che ci appartiene. In sostanza,però,non possediamo nulla,perché non abbiamo nulla se non quello che siamo, e quello che offriamo agli altri. 
Già gli altri,tanti noi stessi più o meno belli, più o meno veri, nei confronti dei quali, di quel noi stessi,ognuno di noi si sente migliore, poiché la valutazione nel bene e nel male è sempre molto soggettiva. E per rifarsi sempre a La Rochefoucauld il quale dice: 
“Le plus grand effort de l’amitié n’est pas de montrer nos défauts à un ami, c’est de lui faire voir  les siens”.  
Trad. "Il più grande sforzo dell’amicizia non è  mostrare i nostri difetti a un amico, è  di fargli vedere i suoi”.
E Saint-Evremond, sempre a proposito dell’amicizia, dice: “Sans la confiance d’un ami, la félicité du ciel serait ennuyeuse” 
 Trad: "Senza la fiducia di un amico, la beatitudine(felicità) del cielo sarebbe noiosa.”  
E Mademoiselle De Scudéry dice : "le plus sensible plaisir est dans le choix dun ami de distinction, en qui on puisse avoir la dernière confiance, de qui on puisse recevoir des conseils et à qui on puisse en donner,à qui on puisse montrer son coeur à découvert et confier tous ses secrets, me^me ses propres faiblesses,en un mot, un autre soi-même. 
 Trad: "Il piacere più  vero  é nella scelta di un amIco di valore nel quale si possa avere una fiducia estrema, da cui si possa ricevere dei consigli e a cui si possa darne e a cui si possa palesare liberamente il proprio cuore  e confidare tutti i propri segreti, persino le proprie debolezze, in  unaparola , UN ALTRO SE STESSO. 
Ma per ritornare al concetto iniziale “amici o conoscenti”?  è sempre valido il vecchio adagio:
“Chi trova un vero amico trova un tesoro”.
 




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