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domenica 8 luglio 2012

“Passione e morte. Claretta e Ben”

Presentato in anteprima nazionale a Cosenza il drammatico e tragico romanzo di Pierfranco Bruni  
Un romanzo che graffia la storia per dare destino agli amanti Claretta Petacci e Benito Mussolini in uno scenaro scavato nella malinconia della fine del Fascismo tra morte e vendette, accettazioni e umanità
Presentato nel Terrazzo Pellegrini, a Cosenza,  con successo, in anteprima nazionale, il nuovo e affascinante e drammatico romanzo di Pierfranco Bruni. Un romanzo di alto spessore stilistico in una temperie qual è quella del Fascimo morente. Sullo sfondo della tragedia della fine del Fascismo, uno scenario reale in una visione a volte anche immaginaria, Pierfranco Bruni recupera la drammatica  e “illuminante” avventura – destino tra Claretta Petacci e Benito Mussolini e ne traccia con maestria un romanzo. Tra dettagli che la storia ha piegato nella soffitta e aspetti che ritornano con voci assillanti “Passione e morte. Claretta e Ben”, uscito proprio in questi giorni da Pellegrini editore (pp. 152, in elegante veste editoriale, per i 60 anni della Casa editrice, euro 14.00) è il romanzo – vissuto – e ascoltato di Pierfranco Bruni. Ma già nel 1996 Bruni aveva pubblicato negli “Zaffiri” un racconto breve su Claretta. Molto “gettonato” in quegli anni. Era un “profilo” breve ma incisivo.
Pierfranco Bruni e Neria De Giovanni
  
Non è tanto l’amore di Benito verso Claretta che emerge ma piuttosto è la donna Claretta, l’amante Claretta, il coraggio di una donna che dedica tutta la sua vita ad un uomo sconfitto, ad un uomo che non potrà più darle nulla e nella sua dolcezza, al di là del bene e del male, non maschera mai il suo amore per Ben. Molte indicazioni provengono da una voce diretta, voce narrante, che è quella del padre.
Bruni fa campeggiare questo personaggio – padre che racconta e lo scrittore lo invita a raccontare. Sino alla fine. E quando il racconto del padre si arresta lo scrittore imposta dei capitoli, alla Brasillach maniera ad intreccio con uno scatto di fantasia magistrale. Ovvero si inventa delle lettere costruite sull’onda delle passioni storiche ed esistenziali.
Sono lettere immaginarie tra Claretta e Benito e viceversa. Il romanzo è impostato proprio sulla struttura di quattro modelli di raccontare. In queste Lettere immaginarie ci sono pezzi di storia, ci sono pezzi di una verità che va interpretata certamente sul piano letterario, ci sono pezzi di una vita e stagioni di una storia che non smettono di restare nell’identità del nostro Paese.
 Il dialogo con il padre, comunque, non si interrompe. Il padre, alla fine, consiglia a questo figlio scrittore (scrittore ed eretico) di andare oltre senza mai dimenticare e mai rinnegare. Ma “Passione e morte” è un romanzo. Un romanzo forte e leale che si intaglia nella coerenza sia stilistica che esistenziale di uno scrittore anticonformista e vero come Pierfranco Bruni.
Lo scrittore  compie un viaggio non solo dentro le sue memorie ma nella memoria del padre e in queste memorie Claretta resta una "viola d’inverno". “Passione e morte” forse non è un diario. Lontano da “Quando fioriscono i rovi”, “Il mare e la conchiglia”, “La bicicletta di mio padre”, “Paese del vento”? E' un romanzo che penetra la storia e la affida all'immaginario del lettore come nel romanzo "Il perduto equilibrio" dedicato agli anni della tragedia di Aldo Moro di qualche anno fa.
Neria De Giovanni, Presidente dell'Associazione Internazione dei Critici Letterari, ha così sottolineato: "Ma in questo ultimo romanzo la storia viene completamente assorbita dalla tragedia di un amore immenso e lacerante che ha reso Claretta una donna invincibile e visibile. Non è tanto l’amore di Benito verso Claretta che emerge ma piuttosto è la donna Claretta, l’amante Claretta, il coraggio di una donna che dedica tutta la sua vita ad un uomo sconfitto, ad un uomo che non potrà più darle nulla e nella sua dolcezza, al di là del bene e del male, non maschera mai il suo amore per Ben. Un romanzo scritto da uno scritto che è maestro di eleganze e di stile. Con la sua sobrietà Pierfranco Bruni, in una esplosione magica, ha reso la parola vibrante, onirica e fortemente vera tra la storia e il fantasioso. La storia dentro il raccontare di un simbolico viaggio tra i fatti e il mistero. E' un romanzo che penetra la storia e la affida all'immaginario del lettore come nel romanzo "Il perduto equilibrio" dedicato agli anni della tragedia di Aldo Moro pubblicato in due edizioni già  qualche anno fa".

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