Che ora è ?

martedì 3 luglio 2012

Vincenzo Giovanni Spagnulo:artigiano o artista?

Il confine tra “artista ed artigiano” è  impalpabile e lieve come il volo di una farfalla e pesante e greve come il passo di un elefante. Nel contempo, la parola “artista” è semplicemente…inflazionata.Per cui mi limiterò a tracciare un succinto profilo di questo personaggio, astenendomi da qualsiasi giudizio in merito.
 “Agli inizi del secolo XX, Grottaglie appare, a chi giunge da lontano, coperta dal fumo dei camini delle sue botteghe di ceramica:le stesse cupole delle sue chiese sono protette da tegole smaltate fabbricate sul luogo e stoviglie di ogni genere sono allineate nei depositi della piccola stazione ferroviaria.
In questi stessi anni, la classe artigianale grottagliese trova lo spazio per conoscere una espansione culturale legata fondamentalmente al ruolo centrale che acquista la nuova Scuola d’Arte da poco inaugurata.Camillo De Rossi, Nicola Sardiello,Roberto Rosati, primi direttori della scuola,formano una intera generazione di artisti ed artigiani, dando luogo ad una osmosi di esperienze artistiche e culturali che caratterizzeranno una produzione artigianale estremamente differenziata e per la diversa abilita’ degli artefici e per la qualita’ dei prodotti e per la loro destinazione ultima.In tal modo l’arte,anche se rimane nella tradizione,attinge alla originalita’, individualizzandosi.
E’ in questo ambiente che il piccolo Giovanni muove i primi passi nella bottega del padre, insieme al fratello Cosimo,trovando il fascino della plastica e il suo spirito ingenuo,sorretto dall’imitazione che e’ potentissima nella tenera eta’, e riproduce cio che vede fare.
Se nulla puo’ distruggere cio’ che il fuoco stampa sull’argilla, e’ altrettanto vero che la bottega con la figura  paterna, piena di antri fumosi, rimane costante indelebile nella mente del piccolo,con le avanescenti figure degli addetti che si preparano al mistico rito della cottura e dell’impasto”.


“Non si puo’ dire che Vincenzo Giovanni Spagnulo (“ IADDUZZU”) abbia goduto di notevole fortuna,nonostante la stima tesimoniatagli ben presto dai suoi Maestri:   “grande torniante,ceramista impeccabile,artiere di grande decisione” lo aveva definito il padre della ceramica italiana, G. Bellardini, Direttore dell’Istituto d’Arte di Faenza, in una lettera del 18.7.1949.
La maggior parte delle testimonianze dell’artista sono in riviste come “La Disfida” di Corato o in qualche articolo su quotidiani, come la Gazzetta del Mezzogiorno di Bari o il Corriere del Giorno di Taranto e non sono andati al di la’ di sintetici giudizi o apprezzamenti generici.Gli unici interventi critici piu’ “ consistenti” sono stati quelli di G. Sciortino e U.Nebbia in occasione, rispettivamente, della Mostra Nazionale della Ceramica del 1959 e del 1966 alla Galleria Taras di Taranto.
In particolare lo Sciortino ha sottolineato, tra le componenti caratterizzanti la cultura dell’artista, un certo classicismo che si riferisce sia a quello greco che a quello rinascimentale.Partito dall’esperienza artigianale grottagliese a cui lo ha educato il padre,V.G.Spagnulo ha dato luogo ad una ceramica invetriata, con ricerca squisita di effetti di grazia e raffinatezza.La sua e’ stata una ceramica di pura impressione, superata da una visione di vita ricondotta al  suo primo calore in cui il “bello ideale” si e’ sposato con la totale padronanza della tecnica del tornio e la grande abilita’ nell’uso degli smalti.
Il Nebbia ha indicato invece la grande arditezza delle forme e l’interesse per l’arte dei primitivi che hanno rappresentato, tutto sommato,un atteggiamento romantico del suo spirito.Spagnulo ha impresso alla sua scultura di avanguardia una inclinazione alle forme esotiche ove il sole e il colore hanno fissato in eterno l’unione geometrica dei colori.Rubando l’oro al sole e il cloro alle piante il ceramista grottagliese ha fuso come neve l’argilla tenera, dando senso musicale ai suoi accordi.
I suoi sono colori metallici, freddi, che sembrano respingere la luce in ogni parte,mentre i vuoti e i pieni riconquistano lo spazio ormai perso.
I due giudizi,certamente esigui per quel che avrebbe meritato lo Spagnulo,inducono,per consolazione, ad “ adattare” al medesimo una frase  di Carlo Bo, pronunciata nel 1971 in occasione di una rassegna di scrittori marchigiani: ” La critica ha saltato Spagnulo e cosi’ ha salvato la sua poesia”. 

“… Nel 1944,su incarico del reverendo Francesco Cavallo,il Nostro esegue una statua raffigurante San Francesco de Geronimo,patrono del paese e posta nella chiesa della Mutata, sulla provinciale per Martina Franca.
In argilla, alta mt 1.90, essa ha la singolarita’ di essere dipinta con colori a base di cemento.
Questo tipo di pittura protegge il lavoro dalle intemperie e riduce le probabili formazioni di efflorescenze.La ceramica, trattata in questo modo,perde l’aspetto di terracotta per assumere quello di una pietra.I colori primari usati sono il bianco e il nero, freddi e puri,che evocano piu’ che delineare una figura piena di macerazione e sacrificio, con una espressione che riflette un clima spirituale da controriforma…”


“… Nel 1958 il padiglione della ceramica della Fiera del Levante ospita “ le due sfere concentriche”.La sfera esterna e’ modellata con farfalle, quella interna ha carattere funzionale.Diametro delle sfere:la esterna cm110, l’interna cm cm.75.Eseguite al tornio, il piu’ antico strumento del vasaio e il preferito dall’artigiano grottagliese, le sfere rasentano l’assoluta perfezione.L’operazione di traforo,dal momento che la creta era gia’ invetriata,e’ stata ottenuta con speciali punte di trapano, fatte in acciaio al tungsteno.I motivi ornamentali, per la decorazione a rilievo,sono semplici,larghi e ben definiti.La decorazione e’ monocroma ed il colore scintillante e’ stato applicato con un pennello morbido ed un sottile stato di cristallina.
“ E’ una novita nel campo della ceramica:il rapporto tra vuoto e pieno stabilisce un continuo dialogo e crea una monumentalita’ moderna,fantastica e ricca di richiami a forme naturali di culture primigenie a causa delle decorazioni.Opera classica che risente del periodo trascorso dal maestro in terra toscana durante la sua giovinezza” ( La  Disfida. Anno XXXIV n.5 settembre /ottobre1963 pag.21.)
Lo stesso Presidente della Fiera, Tridente, acquista l’opera per farne dono al Capo dello Stato di Israele, in visita alla  manifestazione…”

“… Si e’ chiusa cosi, dopo piu’ di mezzo secolo, l’attivita’ di questo gallo di paese che piu’ che all’imitazione del reale si e’ volto alla sua interpretazione.
E’ stata la sua una trasposizione poetica, in cui la reminiscenza classica e’ stata l’elemento trainante nella maggior parte della sua composizione.tentativi di avanguardia ed influssi naturalistici l’hanno poi completata,essendo il tutto caratterizzato da “ indiscussa disciplina artistica e tecnica,estro inventivo, fascinosa padronanza del tornio"    ((R.Rosati, Direttore Sc.d’Arte di Grottaglie. Lettera del 20.8.1939).
Sull’artigianato grottagliese Spagnulo ha contribuito a stendere un velo di soggezione all’arte classica  ed al   “bello ideale”   dandogli grazia,eleganza ,fantasia e poesia…”
 
  CRONOLOGIA
  1905    Nasce a Grottaglie da Giuseppe e Battista Vita e comincia a lavorare nella bottega artigianale del    padre in via Ennio
 1919 torniante presso lafabbrica di manifatture ceramiche del comm Calo’
 1926 insegnante di tornio presso la scuola ceramica”iapucci Frullani” di  Montesansavino(Ar)
 1927 Capotorniante nella fabbrica di ceramiche Geri Bellucci Tozzi di Signa (Fi)
 1933 Ritornato a Grottaglie apre una bottega artigianale in via Crispi
 1939  Capo d’Arte presso la Scuola d’Arte di Grottaglie
 1941Consegue il diploma di Artiere Torniante presso l’Istituto d’Arte di Faenza
 1941Consegue il diploma di maestro d’arte presso la stessa scuola
 1948 Pubblica un suo,lavoro”Modo per fare la decorazione greca nei suoi Particolari tecnici”
 1948 Capo artiere presso l’Istituto d’arte di Avellino
 1948 Capo torniante di ruolo presso la scuola d’arte di Grottaglie
 1961 Direttore incaricato presso  la scuola d’arte di Corato
 1965 Insegnante di decorazione ceramica presso la scuola d’arte di Grottagli
 1976 In pensione per limiti di eta
 1985 Muore a Nicastro(Cz)
          
ESPOSIZIONI E MOSTRE
 1927  Palazzo municipale Montesansavino (Ar)
 1927  Mostra reale Internazionale Monza
 1949  Mostra della Ceramica Moderna  Teramo
 1948 VIII Concorso della ceramica  Faenza
 1958 Fiera Campionaria di Bari
 1958 Esposizione della caramica
 1951 Mostra dell’Artigianato e del Legno  Corato/Ba
 1965 Esposizione della Ceramica  Taranto
 1973 Mostra Internazionale della ceramica  Grottaglie
 1970 Esposizione di pittura  Taranto
 1970 Mostra internazionale della Ceramica  Grottaglie   






(Tratto da : “GV Spagnulo, ceramista grottagliese”, del Prof.Elio Francescone, Lecce 1987)

1 commento:

  1. ho abitato vicino allo studio di questo signore verso la Savarra e lo ricordo anche se all'epoca ero bambino. Mi fa piacere che qualcuno lo ricorda.Io me lo ricordo sempre sporco di creta e con la sigaretta in bocca.Qualche volta sono entrato nel suo studio con mio padre.Grazie per questi ricordi .

    RispondiElimina

blog culturale fondato dalla giornalista Lilli D'Amicis

Translate

ATTENZIONE! Gli articoli che non trovate qui sono su ORAQUADRA.INFO

ATTENZIONE! Gli articoli che non trovate qui sono su ORAQUADRA.INFO
Questo Blog ha subito una trasformazione, in questo spazio ci si occuperà solo di Spettacolo, Cultura, Sport e Tempo libero. Ho deciso di aprirlo agli operatori culturali e sportivi che con una mail di richiesta possono diventare collaboratori autonomi e quindi inserire liberamente prose, poesie, ma anche report di manifestazioni che riguardano il nostro territorio, oppure annunci di eventi o racconti dove la nostra gente è stata protagonista. Scrivete quindi a lillidamicis@libero.it, vi aspetto!!!

LIBERTÀ DI PENSIERO

"Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi.
Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà,
la follia e il mistero".
Pierpaolo Pasolini
scrittore
ammazzato nel novembre del 1975

Visualizzazioni ultima settimana

EINSTEIN DICEVA SPESSO

“Il mondo è quel disastro che vedete, non tanto per i guai combinati dai malfattori, ma per l’inerzia dei giusti che se ne accorgono e stanno lì a guardare”.