Il confine tra “artista ed artigiano” è impalpabile e lieve come
il volo di una farfalla e pesante e greve come il passo di un elefante. Nel contempo, la
parola “artista” è semplicemente…inflazionata.Per cui mi limiterò a tracciare
un succinto profilo di questo personaggio, astenendomi da qualsiasi giudizio in merito.
“Agli inizi del secolo XX,
Grottaglie appare, a chi giunge da lontano, coperta dal fumo dei camini delle
sue botteghe di ceramica:le stesse cupole delle sue chiese sono protette da
tegole smaltate fabbricate sul luogo e stoviglie di ogni genere sono allineate
nei depositi della piccola stazione ferroviaria.
In questi stessi anni, la classe
artigianale grottagliese trova lo spazio per conoscere una espansione culturale
legata fondamentalmente al ruolo centrale che acquista la nuova Scuola d’Arte
da poco inaugurata.Camillo De Rossi, Nicola
Sardiello,Roberto Rosati, primi direttori della scuola,formano una intera
generazione di artisti ed artigiani, dando luogo ad una osmosi di esperienze
artistiche e culturali che caratterizzeranno una produzione artigianale
estremamente differenziata e per la diversa abilita’ degli artefici e per la
qualita’ dei prodotti e per la loro destinazione ultima.In tal modo
l’arte,anche se rimane nella tradizione,attinge alla originalita’, individualizzandosi.
E’ in questo ambiente che il
piccolo Giovanni muove i primi passi nella bottega del padre, insieme al
fratello Cosimo,trovando il fascino della plastica e il suo spirito
ingenuo,sorretto dall’imitazione che e’ potentissima nella tenera eta’, e
riproduce cio che vede fare.
Se nulla puo’ distruggere
cio’ che il fuoco stampa sull’argilla, e’ altrettanto vero che la bottega con
la figura paterna, piena di antri
fumosi, rimane costante indelebile nella mente del piccolo,con le avanescenti
figure degli addetti che si preparano al mistico rito della cottura e
dell’impasto”.
“Non si puo’ dire
che Vincenzo Giovanni Spagnulo (“
IADDUZZU”) abbia goduto di notevole fortuna,nonostante la stima
tesimoniatagli ben presto dai suoi Maestri:
“grande torniante,ceramista impeccabile,artiere di grande decisione” lo
aveva definito il padre della ceramica italiana, G. Bellardini, Direttore
dell’Istituto d’Arte di Faenza, in una lettera del 18.7.1949.
La maggior parte delle
testimonianze dell’artista sono in riviste come “La Disfida” di Corato o in
qualche articolo su quotidiani, come la Gazzetta del Mezzogiorno di Bari o il
Corriere del Giorno di Taranto e non sono andati al di la’ di sintetici giudizi
o apprezzamenti generici.Gli unici interventi critici piu’ “ consistenti” sono
stati quelli di G. Sciortino e U.Nebbia in occasione, rispettivamente, della
Mostra Nazionale della Ceramica del 1959 e del 1966 alla Galleria Taras di
Taranto.
In particolare lo Sciortino
ha sottolineato, tra le componenti caratterizzanti la cultura dell’artista, un
certo classicismo che si riferisce sia a quello greco che a quello
rinascimentale.Partito dall’esperienza artigianale grottagliese a cui lo ha
educato il padre,V.G.Spagnulo ha dato luogo ad una ceramica invetriata, con ricerca
squisita di effetti di grazia e raffinatezza.La sua e’ stata una ceramica di
pura impressione, superata da una visione di vita ricondotta al suo primo calore in cui il “bello ideale” si
e’ sposato con la totale padronanza della tecnica del tornio e la grande
abilita’ nell’uso degli smalti.
Il Nebbia ha indicato invece
la grande arditezza delle forme e l’interesse per l’arte dei primitivi che
hanno rappresentato, tutto sommato,un atteggiamento romantico del suo
spirito.Spagnulo ha impresso alla sua scultura di avanguardia una inclinazione
alle forme esotiche ove il sole e il colore hanno fissato in eterno l’unione
geometrica dei colori.Rubando l’oro al sole e il cloro alle piante il ceramista
grottagliese ha fuso come neve l’argilla tenera, dando senso musicale ai suoi
accordi.
I suoi sono colori metallici,
freddi, che sembrano respingere la luce in ogni parte,mentre i vuoti e i pieni
riconquistano lo spazio ormai perso.
I due giudizi,certamente
esigui per quel che avrebbe meritato lo Spagnulo,inducono,per consolazione, ad
“ adattare” al medesimo una frase di
Carlo Bo, pronunciata nel 1971 in occasione di una rassegna di scrittori
marchigiani: ” La critica ha saltato Spagnulo e cosi’ ha salvato la sua
poesia”.
“… Nel 1944,su incarico del
reverendo Francesco Cavallo,il Nostro esegue una statua raffigurante San
Francesco de Geronimo,patrono del paese e posta nella chiesa della Mutata,
sulla provinciale per Martina Franca.
In argilla, alta mt 1.90,
essa ha la singolarita’ di essere dipinta con colori a base di cemento.
Questo tipo di pittura
protegge il lavoro dalle intemperie e riduce le probabili formazioni di
efflorescenze.La ceramica, trattata in questo modo,perde l’aspetto di
terracotta per assumere quello di una pietra.I colori primari usati sono il
bianco e il nero, freddi e puri,che evocano piu’ che delineare una figura piena
di macerazione e sacrificio, con una espressione che riflette un clima
spirituale da controriforma…”
“… Nel 1958 il padiglione
della ceramica della Fiera del Levante ospita “ le due sfere concentriche”.La
sfera esterna e’ modellata con farfalle, quella interna ha carattere
funzionale.Diametro delle sfere:la esterna cm110, l’interna cm cm.75.Eseguite
al tornio, il piu’ antico strumento del vasaio e il preferito dall’artigiano
grottagliese, le sfere rasentano l’assoluta perfezione.L’operazione di
traforo,dal momento che la creta era gia’ invetriata,e’ stata ottenuta con
speciali punte di trapano, fatte in acciaio al tungsteno.I motivi ornamentali,
per la decorazione a rilievo,sono semplici,larghi e ben definiti.La decorazione
e’ monocroma ed il colore scintillante e’ stato applicato con un pennello
morbido ed un sottile stato di cristallina.
“ E’ una novita nel campo
della ceramica:il rapporto tra vuoto e pieno stabilisce un continuo dialogo e
crea una monumentalita’ moderna,fantastica e ricca di richiami a forme naturali
di culture primigenie a causa delle decorazioni.Opera classica che risente del
periodo trascorso dal maestro in terra toscana durante la sua giovinezza” ( La Disfida. Anno XXXIV n.5 settembre
/ottobre1963 pag.21.)
Lo stesso Presidente della
Fiera, Tridente, acquista l’opera per farne dono al Capo dello Stato di
Israele, in visita alla manifestazione…”
“… Si e’ chiusa cosi, dopo piu’ di mezzo secolo,
l’attivita’ di questo gallo di paese che piu’ che all’imitazione del reale si
e’ volto alla sua interpretazione.
E’ stata la sua una trasposizione poetica, in cui la
reminiscenza classica e’ stata l’elemento trainante nella maggior parte della
sua composizione.tentativi di avanguardia ed influssi naturalistici l’hanno poi
completata,essendo il tutto caratterizzato da “ indiscussa disciplina artistica
e tecnica,estro inventivo, fascinosa padronanza del tornio" ((R.Rosati, Direttore Sc.d’Arte di
Grottaglie. Lettera del 20.8.1939).
Sull’artigianato grottagliese Spagnulo ha contribuito a
stendere un velo di soggezione all’arte classica ed al
“bello ideale” dandogli
grazia,eleganza ,fantasia e poesia…”
CRONOLOGIA
1905 Nasce a Grottaglie da Giuseppe e Battista
Vita e comincia a lavorare nella bottega artigianale del padre in via Ennio
1919 torniante presso lafabbrica di
manifatture ceramiche del comm Calo’
1926 insegnante di tornio presso la scuola
ceramica”iapucci Frullani” di
Montesansavino(Ar)
1927 Capotorniante nella fabbrica di
ceramiche Geri Bellucci Tozzi di Signa (Fi)
1933 Ritornato a Grottaglie apre una
bottega artigianale in via Crispi
1939
Capo d’Arte presso la Scuola d’Arte di Grottaglie
1941Consegue il diploma di Artiere
Torniante presso l’Istituto d’Arte di Faenza
1941Consegue il diploma di maestro d’arte
presso la stessa scuola
1948 Pubblica un suo,lavoro”Modo per fare
la decorazione greca nei suoi Particolari tecnici”
1948 Capo artiere presso l’Istituto
d’arte di Avellino
1948 Capo torniante di ruolo presso la
scuola d’arte di Grottaglie
1961 Direttore incaricato presso la scuola d’arte di Corato
1965 Insegnante di decorazione ceramica
presso la scuola d’arte di Grottagli
1976 In pensione per limiti di eta
1985 Muore a Nicastro(Cz)
ESPOSIZIONI E MOSTRE
1927 Palazzo municipale Montesansavino (Ar)
1927 Mostra reale Internazionale Monza
1949 Mostra della Ceramica Moderna Teramo
1948 VIII
Concorso della ceramica Faenza
1958 Fiera
Campionaria di Bari
1958
Esposizione della caramica
1951 Mostra
dell’Artigianato e del Legno Corato/Ba
1965
Esposizione della Ceramica Taranto
1973 Mostra
Internazionale della ceramica Grottaglie
1970
Esposizione di pittura Taranto
1970 Mostra
internazionale della Ceramica Grottaglie
(Tratto da : “GV Spagnulo, ceramista
grottagliese”, del Prof.Elio Francescone, Lecce 1987)
ho abitato vicino allo studio di questo signore verso la Savarra e lo ricordo anche se all'epoca ero bambino. Mi fa piacere che qualcuno lo ricorda.Io me lo ricordo sempre sporco di creta e con la sigaretta in bocca.Qualche volta sono entrato nel suo studio con mio padre.Grazie per questi ricordi .
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