Una provocazione o una proposta di
apertura verso nuovi percorsi? Fresco di stampa è il romanzo di Pierfranco Bruni
“Passione e morte. Claretta e
Ben”, uscito proprio in questi giorni da Pellegrini editore
(pp. 152,
in elegante veste editoriale, per i 60 anni della Casa
editrice, euro 14.00). Un romanzo le cui pagine intrecciano storia, fantasia ed
emozionanti racconti personali. Un romanzo da leggere. Abbiamo intervistato
Pierfranco Bruni lanciando alcune provocazioni alle quali ha risposto con
schiettezza e altrettante sfide molto interessanti.
Perché un libro su Claretta Petacci e il suo
amore per Benito Mussolini? Non le sembra scavare in un capitolo della storia
già chiuso?
“Mi sembra una domanda abbastanza pretestuosa e
fuori dalle analisi storiche sviluppate nel corso di questi anni. Accetto la
provocazione. Claretta è un personaggio singolare per la sua storia e
soprattutto per il suo rapporto con Mussolini. Mussolini, come si sa, è stato
amato da diverse donne e tutto, o quasi tutte, in un periodo in cui gli onori,
la gloria e il successo erano riferimenti importanti. Claretta è la donna che
accompagna il Duce dai tempi dei grandi consensi sino al tragico epilogo”.
Lei parla di Claretta come un personaggio –
eroina?
Risposta: “Andiamo per ordine e riprendiamo il discorso. Il
tragico epilogo dell’uccisione senza processo di Mussolini e Claretta. Un
epilogo nel quale Claretta stessa trova la morte. Vengono uccisi e massacrati
perché è chiaro che non è solo l’uccisione di Claretta che va tenuta in
considerazione come l’uccisione di Mussolini. C’è quella macelleria che tutti
conosciamo che si chiama Piazzale Loreto. Ebbene Claretta e Mussolini vengono
appesi con la testa in giù, massacrati, calpestati, sputati, odiati”.
Il suo romanzo entra nel vivo del Fascismo con la
figura di Claretta ma poi va anche oltre. Perché
questo?
“Credo che bisogna leggere questa pagina di
un’Italia che tranne pochi casi è stata, per una lunga stagione, fedele al Fascismo. Ma
questo è già un altro discorso. L’amore di Claretta è la profondità di una
condivisione sentimentale. Ma il mio romanzo si intaglia tra queste pieghe
delineando destini. Non è un capitolo chiuso. Assolutamente. Molti fatti sono da
chiarire e anche la letteratura può dare un suo
contributo”.
Lei già nel 1996 aveva pubblicato un breve
racconto dal titolo “Claretta e Ben. Il mio amore è con te”. Era necessario
ritornare su questa storia?
“Uno scrittore vive le sue storie e la storia
sempre con le percezioni dell’incompiutezza. Soprattutto quando la storia entra
direttamente nelle metafore o nel narrato. Anche questo nuovo romanzo è
incompiuto. Proust ci ha lasciato una grande eredità. Certo, era necessario.
Dopo il romanzo ‘La bicicletta di mio padre’ che compie un viaggio completamente
diverso anche se è parte integrante dello stesso diario i fantasmi di quel mio
racconto del 1996 sono ritornati attraverso la voce proprio di mio padre. È come
se mio padre mi avesse spinto verso questa ‘Passione e morte’ con una forza che
va oltre l’ideologia e sottolinea il significato dei destini degli
uomini”.
Suo padre è nella generazione del Fascismo, è
stato fascista e monarchico, si è formato nel Fascismo ed è rimasto sempre
mussoliniano anche dopo il 25 luglio del 1943. Non le sembra un raccordare il
dialogare tra storia e letteratura attraverso una angolatura di
parte?
“Certo. Ma lo sa qual è l’angolatura di parte? La
coerenza, la dignità, il coraggio, il rischio, la sfida. Lei deve leggere
attentamente il romanzo. La figura di mio padre si intaglia come un alter ego e
mai come un ideologo. Addirittura sembra un personaggio di contrasto. Si
contrappone ad alcune mie posizioni tanto da consigliarmi che è arrivato il
tempo di smettere di scrivere su Claretta e Mussolini. E questo personaggio -
padre lo fa con la grande dignità di chi non ha mai tradito e non ha mai vissuto
tra due bandiere. Era fascista. È rimasto tale pur consapevole degli errori, dei
grandi errori, commessi da Mussolini dal 1938 in poi. Ma questa è storia. Il
mio libro è Claretta ed è dentro la visione del
romanzo”.
Le lettere inventate e immaginarie come egli le
indica…
“Già. Qui la fantasia e la storia si incontrano,
si intrecciano, si coordinano. La fantasia vive nello sguardo di Claretta. Ed è
un romanzo, comunque, che si basa anche su alcuni documenti ma io lo considero
completamente un romanzo. Ovvero un pezzo di un altro mosaico del mio diario di
scrittore”.
Oltre i suoi studi letterari, il successo dei
saggi su Pavese, Pirandello e ultimo su Pascoli che, oltre a riscuotere
successi, ha aperto una articolata dialettica intorno al poeta e al personaggio,
qual sarà la sua nuova pubblicazione? Cosa
proporrà?
“Potrà sembrare strano ma io ormai mi dedico
molto meno alla critica letteraria anche se il Pascoli da lei citato ha una
struttura quasi narrante. Lavoro a un piccolo libro su Boccaccio, anzi cerco di
entrare nella stanza segreta di Fiammetta. Un personaggio misterioso e
affascinante che ha la seduzione delle donne mediterranee. Vedremo cosa verrà
fuori. Poi ci sono altre avventure…”.
Se lei oggi dovesse indicare ad un giovane una
lettura di un autore poco conosciuto o poco letto cosa
consiglierebbe?
“Un grande scrittore e poeta francese fucilato per collaborazionismo nel 1945,
ovvero Robert Brasillach oppure scrittori italiani che rispondono ai nomi di
Berto Ricci o ancora a Giuseppe Berto o ancora a Marcello
Gallian”.
Ma allora vuole veramente
provocare?
“Consigliare un autore non conformista è
provocazione o intelligenza critica e apertura a tutto tondo a nuove scuole di
pensiero? Ci sono già le antologie scolastiche che educano al conformismo
modulare. Vuole delle testimonianze? Io sono pronto. Dica
Lei”.
Conosco la sua posizione sui libri di testo nei
Licei. Ma non voglio provocarla su questo argomento. Avremo altre occasioni. Ma
‘Passione e morte’ mi sembra che abbia qualcosa di molto personale, di intimo.
Può essere vero?
“Sui libri
di testo non vengo provocato. Vengo semplicemente stimolato a dire alcune verità
certe e documentate. Mi dispiace per i docenti che adottano libri veramente
impresentabili. Come facciano non
lo so. Ma non vado oltre e mi attengo alla domanda. Verissimo. ‘Passione e
morte’ è il romanzo che mi continua dentro perché Claretta non smette di
affascinarmi e poi… Finiamola qui l’intervista. Ne parleremo ad un prossimo
libro”
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