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lunedì 23 luglio 2012

“Passione e morte. Claretta e Ben” intervista a Pierfranco Bruni


Da Claretta Petacci ai libri di testo adottati nei Licei - Intervista a Pierfranco Bruni sul recente romanzo - Risposte che provocano una riflessione forte  Da Claretta Petacci, uccisa con Benito Mussolini, alla proposta di leggere uno scrittore francese, Robert Brasillach, fucilato nel 1945 per collaborazionismo o leggere scrittori italiani come Berto Ricci, Giuseppe Berto, Marcello Gallina: scrittori fuori dalle Antologie scolastiche

 di Natian Gelsomino
 Una provocazione o una proposta di apertura verso nuovi percorsi? Fresco di stampa è il romanzo di Pierfranco Bruni “Passione e morte. Claretta e Ben”, uscito proprio in questi giorni da Pellegrini editore (pp. 152, in elegante veste editoriale, per i 60 anni della Casa editrice, euro 14.00). Un romanzo le cui pagine intrecciano storia, fantasia ed emozionanti racconti personali. Un romanzo da leggere. Abbiamo intervistato Pierfranco Bruni lanciando alcune provocazioni alle quali ha risposto con schiettezza e altrettante sfide molto interessanti.

Perché un libro su Claretta Petacci e il suo amore per Benito Mussolini? Non le sembra scavare in un capitolo della storia già chiuso? 
“Mi sembra una domanda abbastanza pretestuosa e fuori dalle analisi storiche sviluppate nel corso di questi anni. Accetto la provocazione. Claretta è un personaggio singolare per la sua storia e soprattutto per il suo rapporto con Mussolini. Mussolini, come si sa, è stato amato da diverse donne e tutto, o quasi tutte, in un periodo in cui gli onori, la gloria e il successo erano riferimenti importanti. Claretta è la donna che accompagna il Duce dai tempi dei grandi consensi sino al tragico epilogo”.
Lei parla di Claretta come un personaggio – eroina?
Risposta: “Andiamo per ordine e riprendiamo il discorso. Il tragico epilogo dell’uccisione senza processo di Mussolini e Claretta. Un epilogo nel quale Claretta stessa trova la morte. Vengono uccisi e massacrati perché è chiaro che non è solo l’uccisione di Claretta che va tenuta in considerazione come l’uccisione di Mussolini. C’è quella macelleria che tutti conosciamo che si chiama Piazzale Loreto. Ebbene Claretta e Mussolini vengono appesi con la testa in giù, massacrati, calpestati, sputati, odiati”.
Il suo romanzo entra nel vivo del Fascismo con la figura di Claretta ma poi va anche oltre. Perché questo?
“Credo che bisogna leggere questa pagina di un’Italia che tranne pochi casi è stata, per una  lunga stagione, fedele al Fascismo. Ma questo è già un altro discorso. L’amore di Claretta è la profondità di una condivisione sentimentale. Ma il mio romanzo si intaglia tra queste pieghe delineando destini. Non è un capitolo chiuso. Assolutamente. Molti fatti sono da chiarire e anche la letteratura può dare un suo contributo”.
Lei già nel 1996 aveva pubblicato un breve racconto dal titolo “Claretta e Ben. Il mio amore è con te”. Era necessario ritornare su questa storia?
“Uno scrittore vive le sue storie e la storia sempre con le percezioni dell’incompiutezza. Soprattutto quando la storia entra direttamente nelle metafore o nel narrato. Anche questo nuovo romanzo è incompiuto. Proust ci ha lasciato una grande eredità. Certo, era necessario. Dopo il romanzo ‘La bicicletta di mio padre’ che compie un viaggio completamente diverso anche se è parte integrante dello stesso diario i fantasmi di quel mio racconto del 1996 sono ritornati attraverso la voce proprio di mio padre. È come se mio padre mi avesse spinto verso questa ‘Passione e morte’ con una forza che va oltre l’ideologia e sottolinea il significato dei destini degli uomini”. 
Suo padre è nella generazione del Fascismo, è stato fascista e monarchico, si è formato nel Fascismo ed è rimasto sempre mussoliniano anche dopo il 25 luglio del 1943. Non le sembra un raccordare il dialogare tra storia e letteratura attraverso una angolatura di parte?
“Certo. Ma lo sa qual è l’angolatura di parte? La coerenza, la dignità, il coraggio, il rischio, la sfida. Lei deve leggere attentamente il romanzo. La figura di mio padre si intaglia come un alter ego e mai come un ideologo. Addirittura sembra un personaggio di contrasto. Si contrappone ad alcune mie posizioni tanto da consigliarmi che è arrivato il tempo di smettere di scrivere su Claretta e Mussolini. E questo personaggio - padre lo fa con la grande dignità di chi non ha mai tradito e non ha mai vissuto tra due bandiere. Era fascista. È rimasto tale pur consapevole degli errori, dei grandi errori, commessi da Mussolini dal 1938 in poi. Ma questa è storia. Il mio libro è Claretta ed è dentro la visione del romanzo”.
Le lettere inventate e immaginarie come egli le indica…
“Già. Qui la fantasia e la storia si incontrano, si intrecciano, si coordinano. La fantasia vive nello sguardo di Claretta. Ed è un romanzo, comunque, che si basa anche su alcuni documenti ma io lo considero completamente un romanzo. Ovvero un pezzo di un altro mosaico del mio diario di scrittore”.
Oltre i suoi studi letterari, il successo dei saggi su Pavese, Pirandello e ultimo su Pascoli che, oltre a riscuotere successi, ha aperto una articolata dialettica intorno al poeta e al personaggio, qual sarà la sua nuova pubblicazione? Cosa proporrà?
“Potrà sembrare strano ma io ormai mi dedico molto meno alla critica letteraria anche se il Pascoli da lei citato ha una struttura quasi narrante. Lavoro a un piccolo libro su Boccaccio, anzi cerco di entrare nella stanza segreta di Fiammetta. Un personaggio misterioso e affascinante che ha la seduzione delle donne mediterranee. Vedremo cosa verrà fuori. Poi ci sono altre avventure…”.
Se lei oggi dovesse indicare ad un giovane una lettura di un autore poco conosciuto o poco letto cosa consiglierebbe?
“Un grande scrittore e poeta francese  fucilato per collaborazionismo nel 1945, ovvero Robert Brasillach oppure scrittori italiani che rispondono ai nomi di Berto Ricci o ancora a Giuseppe Berto o ancora a Marcello Gallian”.
Ma allora vuole veramente provocare?
“Consigliare un autore non conformista è provocazione o intelligenza critica e apertura a tutto tondo a nuove scuole di pensiero? Ci sono già le antologie scolastiche che educano al conformismo modulare. Vuole delle testimonianze? Io sono pronto. Dica Lei”.
Conosco la sua posizione sui libri di testo nei Licei. Ma non voglio provocarla su questo argomento. Avremo altre occasioni. Ma ‘Passione e morte’ mi sembra che abbia qualcosa di molto personale, di intimo. Può essere vero?
“Sui libri di testo non vengo provocato. Vengo semplicemente stimolato a dire alcune verità certe e documentate. Mi dispiace per i docenti che adottano libri veramente impresentabili.  Come facciano non lo so. Ma non vado oltre e mi attengo alla domanda. Verissimo. ‘Passione e morte’ è il romanzo che mi continua dentro perché Claretta non smette di affascinarmi e poi… Finiamola qui l’intervista. Ne parleremo ad un prossimo libro”

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