Sono un giornalista e preciso che a Modugno non ho visto nessun collega del Quotidiano di Taranto, della Gazzetta del Mezzogiorno, del Tarantosera, del Tarantoggi, del Corriere del Giorno e dell’Ansa. Se sbaglio, gradirei essere corretto.
A Modugno, io c’ero. E questa è la mia versione dei fatti scritta nel rispetto della “CARTA DEI DOVERI DEL GIORNALISTA” (se ne consiglia la lettura a tutti, cliccare qui per una rapida consultazione).
4 febbraio 2008. Alle ore 10 presso l’Assessorato regionale all’Ecologia in Modugno è prevista la Conferenza dei Servizi per il rilascio dell’A.I.A. (autorizzazione integrata ambientale), ultima autorizzazione necessaria per aprire il cosiddetto III lotto di discarica della ditta Ecolevante SpA.
Ore 7, Monumento dei Caduti, piazza IV novembre.
Inizia l’arrivo dei cittadini grottagliesi che intendono partecipare alla manifestazione a sostegno della delegazione che sarà ascoltata in audizione all’inizio dei lavori della conferenza, così come da precedenti accordi con l’Assessore regionale Losappio. In San Marzano avviene un raduno simile.
Ore 8, oltre un centinaio tra cittadini e studenti prendono posto nei rispettivi autobus per la partenza alla volta di Modugno. Via, si parte. Con la scorta della polizia che resta in scia degli autobus per tutto il tragitto.
Ore 10. Modugno. Dagli autobus provenienti da Grottaglie e San Marzano escono circa 200 cittadini che si mischiano ad altri cittadini giunti in auto. Ai cancelli dell’assessorato vi è un po’ di confusione. I manifestanti vorrebbero entrare nell’atrio antistante per sgombrare il parcheggio e mettersi al riparo dagli automezzi in transito. I manifestanti, tra cui uomini, donne, giovani, nonni e bambini, sono sereni, calmi, pacifici, chiedono educatamente di entrare. I numerosi poliziotti e carabinieri, in tenuta antisommossa, bloccano il varco. Dopo un rimpallo di responsabilità tra brigadieri ed ispettori, arriva l’ordine: si può entrare. Tutti composti. Sventola qualche bandiera e iniziano i cori. Sono canzonette più o meno conosciute, rimaneggiate per l’occasione con un po’ di sarcasmo. Si scopre un’altra qualità dei “presidianti”: sono intonati. E agli uomini in divisa scappano i sorrisi. Si stempera quella tensione percepita all’arrivo degli autobus.
Ore 10.30, i rappresentanti delle associazioni che hanno firmato la relazione tecnica per le osservazioni in conferenza dei servizi, dopo aver consegnato i documenti d’identità al funzionario di PS per i riconoscimenti di rito (?), accedono alla sala della riunione tecnica. Piccola e stretta, la stanza accoglie già il sindaco Bagnardi, l’assessore Alabrese, il tecnico D’Errico, il comandante dei Vigili Urbani Piccirillo (?), rappresentanti tecnici del Comune di San Marzano (tra cui l’avv. Antonio Lupo), del Politecnico, dell’Arpa, della Regione, della Ecolevante spa ed il Presidente della Conferenza.
Ciro D’Alò, portavoce del Presidio Permanente prende la parola e si scopre che, pur avendo già inviato una copia della relazione:
ALL’ASSESSORATO ALL’ECOLOGIA, AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA; AL PRESIDENTE DEL SENATO; ALLA PRESIDENTE DELLA CAMERA; AL MINISTERO DELL’AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE; AL PRESIDENTE DELLA REGIONE PUGLIA; ALLA COMMISSIONE EUROPEA; ALLA EEA AGENZIA EUROPEA DELL’ AMBIENTE; AL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA; ALLA COMMISSIONE PARLAMENTARE SUL CICLO DEI RIFIUTI; ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI TARANTO; AL SIG. PREFETTO DI TARANTO; AL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI TARANTO; AL SINDACO DI GROTTAGLIE; ALL’ARPA, ALL’ACQUEDOTTO PUGLIESE; AL POLITECNICO DI BARI…
nessuno in quella stanza aveva mai sentito parlare delle circostanze che via via Ciro D’Alò snocciola con documenti alla mano. E così, mentre il dirigente della regione all’ecologia Antonicelli si affanna a prender nota o, all’occorrenza, a “rassicurare” i presenti su tutto quello che si dovrà fare prima di autorizzare (?)… ricompaiono dal nulla tutta una serie di circostanze e di presenze del tutto omesse fin quel momento in tutto l’iter autorizzativo seguito per l’apertura di questa NUOVA discarica.
L’Acquedotto Pugliese, mai chiamato, mai sentito, mai invitato. E pure, a pochi metri dalla mega discarica da 2.200.000 metri cubi di rifiuti speciali (che il territorio produce solo in moderatissima parte) passa una conduttura di acqua potabile ad alta pressione, che conduce l’acqua fino ai rubinetti di mezzo Salento, oltre che ad alcuni comuni della provincia jonica. Un rischio da contaminazione da percolato da rifiuti enorme, come ci insegna una recente sentenza del Consiglio di Stato. Argomento scottante, tanto che l’avvocatessa della Ecolevante si lancia in una precisa dichiarazione: «vorrei dirvi che della presenza di questa condotta non esiste traccia da nessuna parte». Ma come? Sarebbe stato «sufficiente guardare una comune mappa IGM, come quella che c’è sul tavolo. Inoltre qualcuno della ditta che Lei rappresenta ha avuto anche l’idea di scavare per posizionare il tubo delle acque meteoriche della discarica adiacente e parallelo a quello della condotta dell’Acquedotto».
Ricompare anche la casa famiglia per disabili a poco più di 350 metri di distanza dal bacino di discarica. Come anche i vincoli paesaggistici e idrogeologici, la cavità carsiche (censite al catasto delle grotte), le numerose attività produttive della zona e le masserie.
In tutto un intervento di un paio d’ore, durante il quale molti dei presenti prendono la parola per chiarire, per spiegare. Molti, ma nessuno dell’amministrazione comunale. Neppure il Sindaco Bagnardi. Eppure quel tubo di acqua è sfuggito incautamente anche al suo ufficio tecnico il cui dirigente era lì, accanto a lui. Roba da licenziamento!
Fine dell’audizione. Ogni decisione è rimandata. Si dovranno prima valutare le osservazioni puntuali del Presidio Permanente che ha chiesto ed ottenuto anche il sopralluogo sul posto dei dirigenti della regione, come legge comanda.
Di tutto ciò non si fa menzione sul Quotidiano di Taranto, sulla Gazzetta del Mezzogiorno, sul Tarantosera e sul Tarantoggi, anche se questi giornali continuano a dedicare pagine intere a quanto (non) accaduto subito dopo: l’ "aggressione" al Sindaco e alla delegazione (?) che lo accompagnava. Ma cosa accade al termine della conferenza?
Ore 14 circa. La “delegazione” grottagliese, dopo aver condiviso gli spazi della toilette con alcuni presidianti (quale migliore occasione per un’aggressione?), lascia l’edificio da un’uscita secondaria (?), entra nell’auto blu e si avvicina ai cancelli d’uscita, scortata da polizia e carabinieri in stile “papamobile” e, a passo di lumaca, attraversa la folla di gente schierata su due sponde che intona cori ed insulti di disapprovazione sulle politiche ambientali intraprese e difese da chi in quel momento è in macchina. “Buffoni” era il coro più gettonato… forse perché da qualche giorno è legale dare del buffone ad un politico che non ha mantenuto delle promesse. Le forze dell’ordine vigilano affinché tutto proceda per il meglio, senza andare oltre una vivace contestazione. Qualche cittadino viene spintonato da un funzionario di pubblica sicurezza innervosito, pare, perché il suo piede è finito accidentalmente sotto la ruota dell’auto che scortava. Dico “pare”, perché questo non l’ho visto di persona. Ero lontano e mi è stato solo riferito da decine di cittadini. L’auto esce dai cancelli ed i militari, soprattutto quelli baresi, fraternizzano con i “presidianti” con sorrisi e battute di vario genere. Clima sereno. C’è persino chi giura che i militari baresi sdrammatizzano sin da subito l’accaduto, richiamando alla tranquillità i colleghi tarantini.
A Modugno, io c’ero.
Gianpaolo Cassese - Direttore Responsabile Via Crispi
O tempora, o mores...
RispondiEliminaE' proprio vero, toccato il fondo si inizia a scavare.
carlo, pover'a nnuje
che nelle parole, congratulazioni
RispondiEliminaSabato 16 febbraio 2008, MANIFESTAZIONE A GROTTAGLIE. Partenza ore 17 da piazza Principe di Piemonte.
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