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lunedì 21 dicembre 2009

Da Bari LIve: Sanità: rien ne va plus, les jeux sont faits


Cambiano le Giunte regionali ed i manage ASL, ma la situazione peggiora

di Valentino Sgaramella

Tre miliardi di euro. Sei mila miliardi di vecchie lire. E' difficile anche scrivere la cifra della situazione debitoria della sanità pugliese. Ricordiamo le parole del sindaco di Bari, Michele Emiliano, quando, per smentire le voci che lo volevano in contrapposizione a Vendola per una candidatura alla presidenza della Regione, aggiunse un altro miliardo. Nel corso del suo intervento disse chiaro e tondo che sarebbe difficile, oggi, trovare qualcuno in grado di accettare la guida di una Regione che vanta 7 miliardi di debiti nella sanità. Non aveva tutti i torti. Uno stupore misto a rabbia assale quando ricordiamo che Vendola riuscì nella “mission impossible” di sconfiggere il “panzer” Fitto, proprio grazie alla battaglia sulla sanità. E questo, sin dall'epoca in cui era in trincea nella sua Terlizzi dinanzi all'auto dell'allora Governatore magliese che intendeva, ex abrupto, chiudere gli ospedali.

Quegli stessi che Fitto ereditava quasi in modo diretto da uno Stato assistenziale, imperniato sulla DC, concepito come una mucca da mungere per posti di lavoro e prebende. Quando giunse il “compagno” Nichi, la sua sinistra si attendeva qualche gesto politico dirompente. Domanda ingenua: se l'avesse compiuto, sarebbe rimasto in sella per l'intera legislatura? Che Alberto Tedesco avesse dei conflitti d'interesse lo leggevano tutti sulla stampa regionale. Non occorreva che lo fosse l'on. Zazzera a sollevare il caso. Oggi, apprendiamo che esiste ancora un'ingente situazione debitoria legata ad una gestione sostanzialmente sfuggita ad ogni controllo da parte delle ASL. Se un'impresa vince una gara d'appalto per servizi o forniture di vario tipo, esegue dei lavori, chiede legittimamente di essere pagata. Perchè ci sono ritardi nei pagamenti? E perchè dalle vicende giudiziarie emerge un quadro desolante di altre imprese che avrebbero (il condizionale è d'obbligo) truccato le gare, alterando il gioco della domanda e dell'offerta? Un'azienda sanitaria di proprietà ecclesiastica, come l'ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti, che secondo stime de Il Sole 24 ore di qualche anno fa, viaggia sui 5 milioni di euro di deficit l'anno, e può godere di un sistema di convenzioni con la Regione. E' una situazione sotto controllo? Intanto, le liste d'attesa sono ancora chilometriche. Abbiamo chiuso gli ospedali, ma centri diagnostici e di radiologia privati sono ancora in convenzione con la Regione. Quel convitato di pietra, di colore grigio, del tutto indifferente a chi governi in via Capruzzi o le ASL, doveva essere svelato e posto in discussione. Questo “sistema” della sanità doveva essere intaccato. Non è stato fatto. Sanità: rien ne va plus, les jeux sont faits.

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