"Questo blog, nasce a Grottaglie e per Grottaglie, è e sarà rispettoso delle manifestazioni dell'altrui pensiero, da qualunque parte provengano,
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Che ora è ?
martedì 21 settembre 2010
Qualcuno mente sapendo di mentire, ma le bugie stanno a zero quando i fatti sono fatti
Purtroppo non ho potuto partecipare alla due giorni di Sinistra Ecologia e Libertà, Rosso di Sera, in quanto fuori città, molti sanno anche dove sono stata, alla tre giorni di Vasto dell'Italia dei valori dove ha avuto luogo, nella bellissima cornice del Palazzo D'Avalos e i suoi giardini, il 5° incontro dei Valori dalle idee Pulite. Come dicevo mi è stato quindi impossibile assistere al dibattito sull'urbanizzazione selvaggia delle nostre città ed in particolare quella della nostra Città, ormai definita dallo stesso Cervellati (che alla fine degli anni 90 allestì un progetto di recupero del nostro Centro storico e del quartiere ceramico, un progetto che costò alla collettività circa 500 milioni di lire, ma come è noto è rimasto nei cassetti di Palazzo di Città, ndr) una città ciambella dove le periferie si allargano sempre più e il centro si svuota diventando a sua volta la periferia sociale e ghettizzata.
Bene dopo questa premessa utile alla motivazione di questo post, devo confessare che il non aver partecipato ha come sempre, laddove non riesco ad essere presente, solleticato la curiosità e quindi mi sono messa a girare per blog e da quello che ho letto, non ho capito granché e mi sono data alla ricerca dei documenti e a chiedere in giro. Da tutto questo mio curiosare sono arrivata alla conclusione e constato che la cronaca è molto imparziale e faziosa e che la stessa cronaca a cura dei commentatori grottagliesi, specie quando si tratta di gente improvvisata, è arruffona e boriosa e in più vorrebbe dare lezioni a chi magari ha avuto l'ardire di sottolineare alcune sbavature (chiamiamole così) nel fare giornalismo o meglio informazione, giornalismo è un'altra cosa e non è da tutti.
Ma veniamo al dunque avendo intervistato Franco Galiandro e pubblicato la sua intervista su you tube, le finalità di questa due giorni di partito mi erano sembrate diverse da ciò che ho avuto modo di leggere nella lenzuolata fatta a mo di verbale tedioso e senza senso, e quindi mi sono procurata ciò che lo stesso Galiandro ha detto sabato scorso per introdurre il dibattito che riporto qui seguito, poi inserirò anche l'intervento dell'addetta ai lavori che ha parlato per conto di SEL, la dott.ssa Loredana, e se gli altri relatori vorrano potranno inviarmi il loro al quale darò pari visibilità.
"Il motivo principale sta nell’aver preso coscienza di un fatto: il territorio non è infinito e non è riproducibile. Una volta preso atto di questo, dovremmo adottare l’unica decisione che può concretamente contrastare il fenomeno della cementificazione selvaggia, che comincia a soffocare non solo l’ambiente, l’agricoltura e il paesaggio, ma anche i cittadini.
Nelle nostre discussioni, è sempre presente un interlocutore finora mai considerato: le generazioni future, i nostri figli.
Il consumo di territorio ha assunto nell’ultimo decennio proporzioni molto preoccupanti. Seguendo un modello di sviluppo funzionale ad una sommatoria di interessi singoli e per nulla orientato al soddisfacimento e alla salvaguardia del bene comune .
Le aree destinate ad edilizia privata, le zone artigianali, commerciali e industriali con relativi svincoli e rotonde si sono moltiplicate ed hanno fatto da traino a nuove grandi opere infrastrutturali .
Io penso che si dovrebbe adottare un Piano Urbanistico che non preveda nessuna nuova espansione , ma che punta tutto sul recupero dell’esistente.
Occorre prendere atto che il territorio d’Italia che ci accingiamo a consegnare alle prossime generazioni è malato. Noi dobbiamo cominciare a curarlo. A partire dalla porzione di terra da noi amministrata.
Dobbiamo decidere di anteporre il benessere dei suoi cittadini e del suo territorio ai soldi facili che l’edilizia può procurare.
Il vantaggio sta nell’ipotizzare e praticare un modello alternativo.
Naturalmente il venir meno di ingentiintroiti per oneri di urbanizzazione ci costringe a percorrere altre strade.
Oggi i comuni versano incondizioni economiche precarie. Entrate in diminuzione e uscite in aumento producono bilanciin forte squilibrio. In assenza di una reale autonomia finanziaria, per un sindaco e la sua giunta,è sempre più difficile far quadrare i conti. Se poi l’attività amministrativa è ispirata da manie digrandezza (molti amministratori vogliono e promettono oltre misura: palazzetti, piscine, rotonde, eventi e appuntamenti autoreferenziali), diventa ancora più difficile trovare le risorse necessarie. Il risparmio del territorio porterà benefici non solo alla stessa terra ma, metterà in moto, data la scarsità di risorse con le quali dovremmo misurarci tutti i giorni, sobrietà e austerità.
Virtù amministrative che, dati i tempi, è sempre più urgente reintrodurre nella pratica politica quotidiana.
I cittadini dovremmo convincerli parlando. Illustrando e spiegando che questo modello di sviluppo non va. E che è necessario invertire la rotta. Perchè il futuro non può stare in un centro commerciale dove riversarsi nei fine settimana. Non può stare su una tangenziale. Non può stare in periferie anonime, dove le relazioni sociali sono ai minimi termini e i rapporti umani sono come gelati: una leccata e via.
Per rilanciare in modo più sensato il settore dell’edilizia si potrebbe ipotizzare una Grande Opera Pubblica, consistente nel recupero di tutto il patrimonio edilizio esistente rendendolo più efficiente dal punto di vista energetico e nel recupero dei molti angoli deturpati del nostro territorio. Si rilancerebbe, eccome, l’edilizia. E sarebbe un investimento per il futuro, per il turismo, per la cultura.
Certo non lavorano le grandi imprese immobiliari. Ma i piccoli artigiani.Specialisti delrestauro e non quelli della speculazione.
Spero davvero molti cittadini sappiano prendere spunto per appassionarsi e per trovare tempo e spazio da dedicare alla rinascita di questo paese.
Le esperienza virtuose ci sono. Basta cercarle e adattarle. E non ascoltare mai i “mestieranti” della politica. Quelli che ai cittadini che vorrebbero occuparsi del loro paese, del loro quartiere o della loro città, dicono: “Eh…la politica è difficile. Enormi responsabilità. Leggi, regolamenti, normative. Ci pensiamo noi. Non ti preoccupare. Tu continua a guardare la TV
Franco Galiandro
segretario cittadino di SEL
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"Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi. Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà, la follia e il mistero". Pierpaolo Pasolini scrittore ammazzato nel novembre del 1975
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