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venerdì 25 aprile 2008

La Costituzione di Aldo Moro in un libro scritto del giornalista Salvatore Savoia

Sarà presentato questa sera alle ore 20, a San Marzano di San Giuseppe, presso il centro pastorale in via Roma, 23, il libro La Costituzione di Aldo Moro scritto dal giornalista Salvatore Savoia con prefazione dell’on. Angelo Maria Sanza. L’incontro con l’autore è promosso dalla biblioteca parrocchiale “San Carlo Borromeo” di San Marzano di San Giuseppe.

Dopo i saluti di don Cosimo Rodia, presidente della biblioteca parrocchiale, sono previsti gli interventi di Mons. Cosimo Damiano Fonseca, accademico dei Lincei, e dell’autore. Gli interventi saranno moderati dall’avv. Enza Gigante mentre le conclusioni saranno affidate a Mario Cavallo, coordinatore della biblioteca parrocchiale. Nel corso della presentazione del libro, l’attore Alfredo Traversa leggerà alcuni interventi dell’on. Aldo Moro in seno all’Assemblea Costituente.

A sessant’anni dai lavori dell’Assemblea Costituente, in La Costituzione di Aldo Moro si raccolgono gli interventi dell’ex Presidente della Dc in Commissione per la Costituzione (15 gennaio – 31 gennaio 1947) evidenziando la coerenza d’insieme tra l’uomo, il giurista e il politico. In particolare, si propongono dei collegamenti con le lezioni di Filosofia del Diritto tenute dall’on. Aldo Moro all’Università degli Studi di Bari, peraltro coeve ai lavori della Costituente.

Moro-costituente ha avuto la possibilità, infatti, di dare concretezza a quei concetti, oggetto delle sue lezioni baresi, che per tanti suoi studenti potevano sembrare astratti.

Con questo lavoro si cerca di dimostrare come l’on. Moro sia riuscito ad integrare nella sua attività di costituente morale, diritto e politica.

Inoltre, si propongono i contributi dati dall’on. Moro all’elaborazione della Costituzione: dal riconoscimento dei diritti inviolabili dell’uomo all’affermazione del carattere originario dell’ordinamento della Chiesa alla definizione della famiglia come “società naturale”.

Viene in rilievo, dunque, la sua concezione di Stato, che deve entrare in relazione con le istituzioni: la famiglia, il sindacato, gli altri ordinamenti giuridici – compresa la Chiesa. Lo Stato non è la fonte delle istituzioni e, quindi, non vi è alcun rapporto gerarchico o di derivazione con esse. Lo Stato deve limitarsi a riconoscere queste istituzioni nel loro carattere non derivato.

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