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giovedì 21 marzo 2013

“Come un volo d’aquila” Il testo della svolta letteraria e filosofica

Per la giornata mondiale della poesia, la Nemapress manda in libreria l’ultimo libro di poesie di Pierfranco Bruni
Un viaggiare tra la poesia ed i simboli lungo i percorsi di un linguaggio tutto giocato intorno a metafore e a codici, il cui elemento portante è l’incontro tra la memoria, il mistero e la forza della magia della parola e dell’immagine. Il libro di Pierfranco Bruni, dal titolo chiaramente “sciamanico”, Come un volo d’aquila, edito nelle edizioni di Nemapress, Roma - Alghero, che sarà in distribuzione per i prossimi giorni, proprio nella Settimana di Pasqua, è un raccontare, tra le pieghe di una profonda liricità, l’assenza, il distacco, la lontananza come frasi di un sentimento che si raccolgono nella dimensione del tempo che incardina il ricordare intorno ad una griglia di archetipi, di elementi alchemici e di presenze religiose provenienti sia dal mondo occidentale che oriental.
Si tratta di una plaquette che scava con un sentire lirico - antropologico all’interno di un io vissuto in una inquietudine fatta di armonie, disarmonie e un ricordare nella bellezza di una trasposizione che è quella di una mancanza che si trasforma in costante presenza.
Il sottotitolo è ben definito: “Mio padre mi diceva di amare con la passione del guerriero”. Un’altra nota che rimanda al mondo della contemplazione sciamanica. Il guerriero è chiaramente il guerriero della luce. La poesia, alla quale si aggiungono due racconti, di Pierfranco Bruni scardina i luoghi comuni e la figura del padre che campeggia come immaginario oltre la storia dive non solo la chiave di lettura ma il personaggio con il quale si crea un colloquio.
Colloquiare con il padre tracciando un vissuto marcatamente religioso e metafisico sulle orme della tradizione degli antichi sciamani, del linguaggio buddista (spesso compare il termine Namasté) e di una visione cristiana di un Cristo però rimasto in Croce. Nella tenerezza si avverte un coraggio e una sfida nei confronti di chi vive lontano dall’amore, dal bene, della pace spirituale. È una poesia chiaramente spirituale e i simboli sono elementi singolari.
L’aquila è un simbolo che ha una tradizione ben precisa come le tredici lune scavate sul guscio della tartaruga come il silenzio stesso dello sciamano. Ma ci sono simboli evidenti e messaggi nascosti in una visione anche numerica. Le poesie sono 21 (ovvero la simbologia è data dal due più uno), i racconti sono due, ci sono due poesie - preghiere a firma Aquila di Mare e Aquila di Vento, c’è un prologo e un epilogo. In totale sono 27 i testi.
Si ritorna ad una forma esoterica guenoniana o meglio all’alchimia del due più il sette. La simbologia ha una sua compattezza nello stesso momento in cui la liricità del testo si confronta con tutto un mondo che è quello, appunto, delle culture che dialogano tra il sacro e la magia. Ma oltre questa “geografia” dentro la quale bisogna entrarci con gli strumenti adottati da Pierfranco Bruni il testo poetico, pur in un verso breve e di imbatto ermetico, diventa un vero e proprio raccontare il dolore dell’assenza nella consapevolezza che solo la memoria può riempire i distacchi.
Il colloquio con il padre trova nel volo dell’aquila un messaggio preciso che è quello della pazienza, dell’accettazione, dell’impeccabilità. Il guerriero della luce è il guerriero che porta all’amore e vive l’amore e l’incontro con la speranza. Da questo punto di vista la religiosità incontra il passo del magico silenzio dell’attesa dello sciamano che conduce lungo la strada della prudenza e della contemplazione.
È chiaramente il libro della svolta nella poesia di Pierfranco Bruni anche se già nei suoi ultimi romanzi (in particolare in “La bicicletta di mio padre”) era leggibile e interpretabile questo suo cammino. È il libro che apre una nuova stagione nella letteratura di Bruni sia sul piano linguistico sia su quello strettamente poetico, filosofico, metafisico.
Il viaggio più volte sottolineato da Bruni diventa un camminamento e il suo costante scavare soprattutto nelle poetiche orientali e mediterranee e in autori come  Carlos Castaneda, Mircea Eliade, Maria Zambrano e Basho lo portano lungo la via di una contemplazione poetica, che trova in questo nuovo e originale testo un punto di sicuro riferimento di una poesia che si incontra con la pazienza del sogno e l’illuminazione della speranza.

 

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