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lunedì 18 marzo 2013

Sempre Giuseppe Battista, letterato



Vi posto una biografia del nostro concittadino, trovata in internet e scritta da Andrea Mazzarella,nato a Cerreto Sannita nel 1764 e morto nel 1823,letterato,patriota ed avvocato che scrisse, per di più ,poesie e novelle anche in latino e francese:   “I nostri poeti, nel corso del mille seicento, per fecondità d'ingegno, e per pompa di lussureggiante immaginazione, traviando sempre più da' veri prhicipj dell' arie , non faceano che corromper vie maggiormente lo stile dal Marino introdotto. L'Artale , il Parti valle , ed altri seguaci di quella falsa scuola , fecero tristo uso di quei doni, clic avean naturalmente sortiti  e fra essi Giuseppe Battista , del quale ora descriviamo la vita.Ebbe egli i natali nella terra delle Grotlaglie , posta tra Brindisi e Taranto nel paese de' Salentini , nel cominciare del secolo XVII, o in quel torno. Perde ne' più teneri anni i suoi genitori, e fu rovinalo per via de'tutori e curatori i quali trasandarono la coltura de' suoi poderi, e ne convertirono le rendile in proprio uso.
Compiuti nella patria i primi studi , di anni sedici si trasferì in Napoli, per imprendervi il corso degli studi superiori , siccome fece sotto la disciplina de' PP. Gesuiti. Nove anni impiegò in quello della filosofia e della teologia, e fece in esse notabil profitto.Vestì abito di chiesa , ed incominciò a spiccare nell' accademia degli Oziosi , nella quale diede i primi saggi del suo ingegno. Il Marchese di Villa, Giambattista Maiiso , fondatore di quella , che ve lo aveva attirato , molto se gli affezionò} e sì altamente sentì di lui, che, venendo a morte, ordinò in testamento che non si fosser prodotte per le stampe le opere che, inedite lasciava se non dal Battista rivedute e corrette. Annoverato fu ancora tra gli accademici Gelati di Bologna, nelle memorie de' quali il suo elogio si rinviene.Moderato essendo ne' desiderj , per nulla da spirito di ambizione travagliato , ebbe la viutù di ricusare agi' inviti delle corti, ed alle profferte, che facevagli da Roma un suo amico di sollecitar pej lui mitre e dignità. Dimorò nulla dimanco per diece anni in casa del Principe di Avelline , che non volle seguir nelle Spagne, sbigottito dall' esempio di Girolamo Preti , che vi morì.Amando molto la solitudine ed il viver semplice e frugale, si ridusse quindi nella patria , dove si diede a dar pascolo maggiore a certa sua naturale melanconia. Egli medesimo nelle sue lettere, descrive la casuccia, nella quale erasi rincantucciato.
Molto fu quivi travagliato da fieri dolori di gotta e di sciatica , che lo logorarono affatto , e che soffrì con animo pio e rassegnato.Dalle sue medesime lettere però si rileva , che non sempre si ritenne fermo nel suo paese , avendo vagato per molte città del regno , come Bari , Sorrento , Salerno ed altre.Ebbe un fratello per nome Domenico , ed un nipote nominato Simone, di professione medico , ambedue poeti della medesima sua scuola j e 1' ultmo di questi, che produsse per le stampe molte sue opere, pubblicò dopo la morte le lettere dello zio. Ebbe ancora una sorella, della quale in quelle piange la perdita.Morì, secondo il Toppi, in Napoli nel 1676, co'sensi di viva cristiana pietà, e Lorenzo Grasso suo grande amico, gli compose la iscrizione sepolcrale , che gli fé scolpire nella chiesa di S. Lorenzo maggiore , dove fu seppellito.Fu il Battista fornito di tutte le civili e cristiane virtù j modesto , esemplare , e sì nemico del conversar del mondo, che non fu veduto in alcuna adunanza , tranne quella del Marchese di Villa, né in altri luoghi, che nelle chiese e nelle pubbliche librerie } raccontandosi che non mai di sua vita volle vedere i tribunali di Napoli, tuttoché sì famosi.Il suo stile tiene in sommo grado tutt' i difetti del suo tempo. Ardimentosi traslati , turgidezza di metro e di frasi, nuove voci e risonanti, aggiunti capricciosi, immagini e concetti strani e bizzarri , continua affettata erudiziene , sono gli ornamenti delle sue poesie , massime de' suoi epicedj , ne' quali eccedè ogni misura.Lo stile delle sue prose è della stessa lega; e le sue poesie latine , specialmente i suoi epigrammi, sono del conio stesso.
Tra le sue opere in prosa, la Poetica, e la lettera sulla patria di Ennio, son le migliori.
Il sonetto , che qui rapportiamo contenente le lodi di Napoli, rapportato altresì dal Crescimbeni, può servir come di un saggio del suo poetare.
Teatro di bellezza, in cui natura I miracoli suoi dispiega ognora
Dove con amenissima congiura
Sempre unita a Pomona alberga Flora.
Vagheggi tu quanto" gran serpe iu cura
KLLe veggliiaudo sulla spiaggia mora ,
I giardini di Adone hai sulle mura,
Dove più d' una Venere si adora.
Sopra gli olmi loquaci hai Bromio assido ,
Né in le lottano i nembi o gli austri han guerra,
Ma le piante baii lussuria , i fiori han riso.
Se ardisco dir . la lingua mia non erra ,
Che sei In della terra il Paradiso ,
O non si trova Paradiso in terra.
Comechè però allo grido egli levasse a quel tempo, vago di somiglianti ornamenti, non mancò chi insorgesse contro di lui ed in voce ed in iscritto. Giovanni Cicinelli, Duca delle Grotlaglie, in un' opera intitolata: Censura del Poetar moderno, da lui prodotta alla luce nel 16*72, in particolar modo si fa a riprender lo stile del Battista; ma egli era si fattamente preso da'pregiudizj della sua scuola, che a chiunque lo esortava a rimettersi nel buon sentiero', dietro le orme del Petrarca, francamente rispondeva : Che non voleva murar sul vecchio, e se tutti avessero imitato il Petrarca , nulla si sarebbe mai prodotto di nuovo , e che se il Petrarca fosse vissuto a' suoi tempi, avrebbe cangiata opinione, onde procacciarsi pregio e nome tra gli erudii. Ornato, per altro, egli era divaria e moltiplice dottrina, e grande era il merito ed il valor suo nelle scienze divine e filosofiche, siccome rendono gli scrittori di quei tempi testimonianza.Le opere che di lui abbiamo a stampa sono : Poesie meliche, Parma 1676, in-i2. Epigrammaton centuria: , Venet. 1669, in-i2. Epicedj eroici, Venez. in-12, 1667, Bologna 1669. Affetti caritativi, Padova, in-12 , opera molto rara. Le giornate Accademiche , Venez. 1676 12. Z/' Assalonne , tragedia , e la Poetica , in-12. Le vite di S. Gio: Battista e del E. Felice, in-i2. Lettere , opera postuma pubblicata dal nipote, Venez. 1677, presso Combi et la Nou, in-i2 , rara. Delie stesse si fece altra edizione in Bologna nel 1678.Così il Battista, cui non sarebbe mancato né ingegno, né erudizione , onde divenir gran poeta , invaghito del falso bello di una corrotta e viziosa scuola , ne peggiorò ne' suoi scritti fieramente lo stile.”
(da Biografia degli uomini illustri del Regno di Napoli - Napoli 1816 presso Nicola Gervasi)

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