

Presepe calamaio Ceramica di Faenza - sec.XIX Propr. Lucia Gussio antiquaria in Roma
Angeli nel Pumo di Angelo PIO DE SIATI
Sembra sempre di fare un passo indietro nel tempo, parlando di presepi e Natività.
Ma così non è quest’anno alla XXI edizione delle Rassegna Internazionale del Presepe nell’Arte e nella Tradizione.
Il titolo, Puglia e Presepi tra Vecchio e Nuovo dà un’indicazione precisa. La Rassegna, che ha aperto i battenti il 14 dicembre scorso nelle sale del Complesso Santa Chiara, nei pressi del Duomo, espone come sempre pezzi presepiali rari e di grande pregio, che sono i cavalli di battaglia della Rassegna.
In una città inflazionata dalla presenza di presepi per tutti i gusti e tutte le stagioni la Rassegna Internazionale del Presepe brilla di luce propria. Alle bellissime ceramiche del maestro grottagliese Leonardo Petraroli si affiancano terracotte, maioliche, cartapesta, gesso. Un esercito variopinto di figuranti, di dormienti, di angeli, di pastori, bimbi ed animali. In forme e funzioni diverse, che spaziano da oggetti di uso quotidiano, come i calamai a forma di presepe, a quelli di devozione come le tele a tema sacro, alla grande statuaria.
Ma quest’anno c’è una marcia in più.
Il Convento Santa Chiara, grazie ai recenti restauri, apre agli spettatori della Mostra sale finora chiuse e il bel giardino. Tra gli alberi di arance sono disposte le statue a grandezza naturale dei re magi di fattura grottagliese, sempre del maestro Petraroli.
Ma è il percorso culturale –un classico della rassegna, che raccoglie contributi diversificati e specialistici- a riservare le maggiori sorprese.
La Natività è da sempre un grande momento di riflessione per le genti di razze e vite diverse, ma è l’Umanità che la Natività incarna, il momento magico della fusione dell’umano con il divino, che ha ispirato forme di comunicazione diverse. Nelle sale cinquecentesche del complesso Santa Chiara sono esposti presepi concettuali, in cui la modernità distruttiva e la mercificazione dei valori inquina i luoghi della mangiatoia, del praesepium; presepi che ricostruiscono e santificano grotte della maternità, che rinvigoriscono doline carsiche, frantoi ipogei, che nobilitano oggetti di uso quotidiano, che ricostruiscono e rendono vivi e palpitanti scenari e ambientazioni da manuale di storia dell’Arte. Nella XXI Rassegna espongono quest’anno artisti, artigiani, scenografi, fotografi, registi, che propongono un percorso diverso, multiculturale, multisensoriale, una sorta di intelligenza artistica, al tema della Natività.
Sono due le videoinstallazioni allestite nella Mostra, due giovani intelligenze –il brindisino Jacopo Gualtieri ed il barese Luca Attilii- che interpretano con soluzioni diverse il mistero della Nascita.
Una storia moderna quella raccontata dal regista Gualtieri, del mistero rivelato sommessamente in un orecchio da una giovanissima Maria incinta ed una fede ritrovata nella fiamma di candela che oscilla nel vento; angeli rinascimentali che volano alti nella Galleria laterale, uno sfondo giottesco che si anima, il bimbo nella mangiatoia che sgambetta e si guarda curioso intorno, note di musica classica per la videoinstallazione del regista Attilii.
Percorsi colti ma godibilissimi, lontani da intellettualismi sterili, ben documentati nel curatissimo catalogo.
Novità di quest’anno la sinergia con Comuni, Enti, scuole e organizzazioni di terra di Bari, grazie anche allo spirito organizzativo e progettuale della fotoreporter Pina Catino.
Invariata da ventun anni la tenacia della presidente della sezione brindisina dell’Associazione del Presepio, Clori Palazzo, infaticabile organizzatrice della Rassegna.