L´epicentro dello scandalo era la Bat, la sesta provincia pugliese. Ma le indagini riguardano anche altre città e quindi altre Asl, da Lecce a Foggia, passando per Taranto e Bari dove i carabinieri del reparto operativo hanno acquisito carte e documentazioni. Tutto ruotava attorno all´assessorato alla sanità, ai più stretti collaboratori di Alberto Tedesco. Dagli uffici baresi, ipotizzano gli investigatori, arrivavano indicazioni a quelli periferici delle Asl. E ai direttori generali, ai manager delle aziende sanitarie non restavano troppe alternative, se non quella di tradurre in realtà «i consigli» baresi. Non fosse altro perché - così sospettano gli investigatori - gli stessi direttori generali erano stati scelti non sulla base dei requisiti. Questo è lo scenario che emerge dall´inchiesta della Dda. Al centro del fascicolo ci sono le pratiche per la fornitura di strumentazioni, destinati agli ospedali. Le gare non sempre ci sono state, in alcuni casi le Asl hanno fatto ricorso ad affidamenti diretti, in altri invece gli appalti erano pilotati, con unico obiettivo: far vincere le stesse aziende. E al centro degli accertamenti dei carabinieri del reparto operativo ci sono anche le forniture, garantite ad alcuni ospedali anche dalle aziende riconducibili ai figli di Tedesco (che, comunque, non sono iscritti nel registro degli indagati). Questo è un filone del fascicolo, l´altro riguarda i rimborsi per le prestazioni, erogate da alcuni centri privati. C´è il caso, ad esempio, di una struttura di Matera, specializzata nella riabilitazione domiciliare che ha erogato il servizio nel territorio dell´Asl della Bat. Nel 2007 ha raggiunto un fatturato di 300mila euro. E solo nel mese di marzo ha ottenuto rimborsi per 80mila euro. Un servizio che, aveva fatto notare in un´interrogazione il consigliere regionale Nicola Marmo, altri ambulatori accreditati avrebbero potuto fornire. Sotto la lente d´ingrandimento c´è poi un centro di riabilitazione di Bernalda di proprietà di un imprenditore biscegliese, molto vicino politicamente all´assessore alla Sanità, Alberto Tedesco. Secondo quanto denunciato da alcuni consiglieri regionali di Alleanza nazionale, c´è stato un incremento improvviso di mobilità extra regionale dalla Puglia verso questa clinica. In particolare ci sarebbe un contratto stipulato tra la Asl di Taranto e la clinica con un tetto di 524mila euro per le prestazioni di riabilitazione. Le indagini non sono concluse. La Direzione distrettuale antimafia ipotizza oltre al reato di associazione per delinquere anche quello di corruzione, ma sino a questo momento non è stato accertato un giro di tangenti in denaro. Piuttosto si ipotizza un grande sistema clientelare basato su scambio di utilità: appalti e rimborsi affidati agli amici in cambio di fedeltà e sostegno elettorale. Il prossimo passo dell´inchiesta ora sarà la convocazione in procura dei quindici indagati, tra i quali l´assessore uscente Alberto Tedesco. A loro il pm Digeronimo contesterà formalmente le accuse, contenute nel fascicolo.
"Questo blog, nasce a Grottaglie e per Grottaglie, è e sarà rispettoso delle manifestazioni dell'altrui pensiero, da qualunque parte provengano, purché espresse onestamente e chiaramente. In questo spazio ho l'onore di avere autori di spessore culturale di grande livello. Potete scrivermi su: lillidamicis@libero.it e/o su : lillidamicis@gmail.com
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lunedì 9 febbraio 2009
Da Repubblica.it: Sanità, "Una lobby in stile Romeo" Un governo ombra sulla Sanità
L´epicentro dello scandalo era la Bat, la sesta provincia pugliese. Ma le indagini riguardano anche altre città e quindi altre Asl, da Lecce a Foggia, passando per Taranto e Bari dove i carabinieri del reparto operativo hanno acquisito carte e documentazioni. Tutto ruotava attorno all´assessorato alla sanità, ai più stretti collaboratori di Alberto Tedesco. Dagli uffici baresi, ipotizzano gli investigatori, arrivavano indicazioni a quelli periferici delle Asl. E ai direttori generali, ai manager delle aziende sanitarie non restavano troppe alternative, se non quella di tradurre in realtà «i consigli» baresi. Non fosse altro perché - così sospettano gli investigatori - gli stessi direttori generali erano stati scelti non sulla base dei requisiti. Questo è lo scenario che emerge dall´inchiesta della Dda. Al centro del fascicolo ci sono le pratiche per la fornitura di strumentazioni, destinati agli ospedali. Le gare non sempre ci sono state, in alcuni casi le Asl hanno fatto ricorso ad affidamenti diretti, in altri invece gli appalti erano pilotati, con unico obiettivo: far vincere le stesse aziende. E al centro degli accertamenti dei carabinieri del reparto operativo ci sono anche le forniture, garantite ad alcuni ospedali anche dalle aziende riconducibili ai figli di Tedesco (che, comunque, non sono iscritti nel registro degli indagati). Questo è un filone del fascicolo, l´altro riguarda i rimborsi per le prestazioni, erogate da alcuni centri privati. C´è il caso, ad esempio, di una struttura di Matera, specializzata nella riabilitazione domiciliare che ha erogato il servizio nel territorio dell´Asl della Bat. Nel 2007 ha raggiunto un fatturato di 300mila euro. E solo nel mese di marzo ha ottenuto rimborsi per 80mila euro. Un servizio che, aveva fatto notare in un´interrogazione il consigliere regionale Nicola Marmo, altri ambulatori accreditati avrebbero potuto fornire. Sotto la lente d´ingrandimento c´è poi un centro di riabilitazione di Bernalda di proprietà di un imprenditore biscegliese, molto vicino politicamente all´assessore alla Sanità, Alberto Tedesco. Secondo quanto denunciato da alcuni consiglieri regionali di Alleanza nazionale, c´è stato un incremento improvviso di mobilità extra regionale dalla Puglia verso questa clinica. In particolare ci sarebbe un contratto stipulato tra la Asl di Taranto e la clinica con un tetto di 524mila euro per le prestazioni di riabilitazione. Le indagini non sono concluse. La Direzione distrettuale antimafia ipotizza oltre al reato di associazione per delinquere anche quello di corruzione, ma sino a questo momento non è stato accertato un giro di tangenti in denaro. Piuttosto si ipotizza un grande sistema clientelare basato su scambio di utilità: appalti e rimborsi affidati agli amici in cambio di fedeltà e sostegno elettorale. Il prossimo passo dell´inchiesta ora sarà la convocazione in procura dei quindici indagati, tra i quali l´assessore uscente Alberto Tedesco. A loro il pm Digeronimo contesterà formalmente le accuse, contenute nel fascicolo.
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"Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi.
Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà,
Pierpaolo Pasolini
scrittore
ammazzato nel novembre del 1975
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“Il mondo è quel disastro che vedete, non tanto per i guai combinati dai malfattori, ma per l’inerzia dei giusti che se ne accorgono e stanno lì a guardare”.
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