Luca Giannotte,
presto si dimetterà da consigliere comunale e quindi dovrebbe subentrargli l'infaticabile
Benito Gerlone.
Non posso non inserire questo commento a corredo di questa bella foto, prego l'autore di farsi vivo in privato.
- Il fu lu susko ha detto...
E’ inutile negarlo. Mi manca. Sì, mi manca da morire. Benito il Grande. Benito Gerlone. Il mio ex consigliere comunale preferito. Ex Msi poi in Alleanza Nazionale. Nato con la camicia nera. Mi manca l’intreccio inestricabile delle rughe sul suo viso da cui, ovunque egli sia adesso, continua a colare antica furbizia contadina. Mi manca il suo eloquio, il suo instancabile lamento per le sprorchizie che è uno schifo, che i turisti stranieri di Milano se ne scappano e ci chiamano terroni e fanno bene, sì, fanno bene, caro sind’co Bagnardo. Mai nessuno potrà prendere il suo posto in Consiglio ma soprattutto nel mio cuore. Lì, proprio nel mio cuore, dove è rimasta scolpita la sua frase forse più bella: quelli che c’hanno la terra vicino alla discarica, quest’anno non hanno potuto provare manco una fica.
Il riferimento all'astinenza sessuale forzata a cui erano costretti gli abitanti di contrada La Torre Caprarica commosse sino alle lacrime l’intera cittadinanza. E sortì un effetto simile anche il suo intervento (questa volta per iscritto) sull’annosa questione del randagismo. Testualmente: I cani a battaglione sbantano le signore in cinte che storciono l’occhio ai bambini.
Saggezza antica. Sino ai primi anni ’50 (1850, s'intende) si credeva che ogni spavento della donna incinta (o meglio in cinta, come scriveva il mio mito) potesse provocare futuri problemi di strabismo all'innocente nascituro. E Benito, che è uomo d’altri tempi, ha sempre mantenuto una fede incrollabile per questa teoria paleo-medica. Inoltre non ha mai tollerato la presenza di grossi topi in zona stazione ferroviaria angolo canale della merda en plein air in direzione Monteiasi. Ddane– diceva e aveva ragione - stono 'ncierti zucculune, ma 'ncierti zucculune ca parono sommergibili.E per rendere l’idea delle dimensioni dei ratti in questione, di fronte alla massima assise cittadina, Benito soleva portare il palmo aperto della sua mano sinistra a metà dell’avambraccio destro teso.
Ah, quanti ricordi! Insomma, basta. Devo smetterla. La vista mi si sta annebbiando. Mi sta ronzando in testa il suo proverbio preferito - Sargente o Bersagliere, a ognuno il suo mestiere-. E tutto ciò m’accora, come in una famosa opera di Puccini. Benito torna. Ti prego. Incatenati di nuovo al cancello d’ingresso del Monumento ai Caduti. Bei tempi quelli quando, per dire che una notizia non era ancora ufficiale, tu, Benito, usavi prudenza estrema ed affermavi: in giro si vocifìca.
addì 07/02/2009
RispondiEliminaPADRE TAC scrive
FORZA BENITO GERLONE
ERA oraaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!
E’ inutile negarlo. Mi manca. Sì, mi manca da morire. Benito il Grande. Benito Gerlone. Il mio ex consigliere comunale preferito. Ex Msi poi in Alleanza Nazionale. Nato con la camicia nera. Mi manca l’intreccio inestricabile delle rughe sul suo viso da cui, ovunque egli sia adesso, continua a colare antica furbizia contadina. Mi manca il suo eloquio, il suo instancabile lamento per le sprorchizie che è uno schifo, che i turisti stranieri di Milano se ne scappano e ci chiamano terroni e fanno bene, sì, fanno bene, caro sind’co Bagnardo. Mai nessuno potrà prendere il suo posto in Consiglio ma soprattutto nel mio cuore. Lì, proprio nel mio cuore, dove è rimasta scolpita la sua frase forse più bella: quelli che c’hanno la terra vicino alla discarica, quest’anno non hanno potuto provare manco una fica.
RispondiEliminaIl riferimento all'astinenza sessuale forzata a cui erano costretti gli abitanti di contrada La Torre Caprarica commosse sino alle lacrime l’intera cittadinanza. E sortì un effetto simile anche il suo intervento (questa volta per iscritto) sull’annosa questione del randagismo. Testualmente: I cani a battaglione sbantano le signore in cinte che storciono l’occhio ai bambini.
Saggezza antica. Sino ai primi anni ’50 (1850, s'intende) si credeva che ogni spavento della donna incinta (o meglio in cinta, come scriveva il mio mito) potesse provocare futuri problemi di strabismo all'innocente nascituro. E Benito, che è uomo d’altri tempi, ha sempre mantenuto una fede incrollabile per questa teoria paleo-medica. Inoltre non ha mai tollerato la presenza di grossi topi in zona stazione ferroviaria angolo canale della merda en plein air in direzione Monteiasi. Ddane– diceva e aveva ragione - stono 'ncierti zucculune, ma 'ncierti zucculune ca parono sommergibili.E per rendere l’idea delle dimensioni dei ratti in questione, di fronte alla massima assise cittadina, Benito soleva portare il palmo aperto della sua mano sinistra a metà dell’avambraccio destro teso.
Ah, quanti ricordi! Insomma, basta. Devo smetterla. La vista mi si sta annebbiando. Mi sta ronzando in testa il suo proverbio preferito - Sargente o Bersagliere, a ognuno il suo mestiere-. E tutto ciò m’accora, come in una famosa opera di Puccini. Benito torna. Ti prego. Incatenati di nuovo al cancello d’ingresso del Monumento ai Caduti. Bei tempi quelli quando, per dire che una notizia non era ancora ufficiale, tu, Benito, usavi prudenza estrema ed affermavi: in giro si vocifìca.
complimenti a lu susku hai reso l'idea...
RispondiEliminaIl piu' bel discorso,fattivo e logico,in Consiglio Comunale l'ho sentito dalle labbra del Gerlone.....
RispondiEliminaLOL!
RispondiElimina