Che ora è ?

mercoledì 25 febbraio 2009

Ennesima farsa al Palazzo

Ormai il Consiglio comunale è diventato una farsa, l'opposizione abbandona l'aula appena resosi conto dell'assenza di molti consiglieri di maggioranza e dello stesso Sindaco.
Quindi tutti a casa e si riprova lunedì.
Mancava solo il buffet e sarebbe stata una serata conviviale stile cena delle beffe, si tagliava con il coltello il palese nervosismo dei rappresentanti della maggioranza, e poi ciliegina sulla torta la trivialità di un personaggio over size stile college inglese.
Che finezza, sempre più in basso!!!

4 commenti:

  1. SONO FAVOREVOLE ALLA CASTRAZIONE

    Considerati i coglioni che hanno in mano le redini di questo paese, credo che sarebbe un’operazione rapida e incruenta per ripulire gli scranni parlamentari.
    Sarà per il totale disincanto, sarà perché la storia qualcosa ce l’ha insegnata, di fronte alle violenze di massa, così brutali e barbare, che puntualmente si perpetrano a ridosso di grandi e piccole tornate elettorali, il dubbio che esse siano in qualche modo funzionali alle elezioni stesse, mi assale.

    E che vi sia un disegno preciso per lo sfruttamento della propaganda elettorale, spesso è palese nell’utilizzo delle parole che i titolisti dei giornali usano per raccontarci la triste e miserabile realtà quotidiana. Approvato il decreto che legalizzava le “ronde” i giornalisti ora ci parlano di bande. Che si debba rassicurare il cittadino e-lettore?

    Certo, poi bisogna comunque essere minimamente cerchiobottisti perché è un buon metodo per apparire non schierati e equidistanti, quindi può anche essere che in caratteri molto piccoli, dopo aver urlato delle bande, ci stia anche scritto che le forze di polizia, a breve pattuglieranno le strade a dorso di mulo o a cavallo, visto che i tagli del governo della sicurezza, hanno lasciato proprio le forze dell’ordine senza nemmeno i soldi per cambiare i copertoni delle auto di servizio. Ma tanto, ci sono le ronde a proteggerci, che vivono di vita propria, che girano sulle loro auto. Mi chiedo quando leggeremo delle prime ronde, che massacrano le bande, che hanno massacrato qualche gruppo di cittadini colpevoli solo della loro nazionalità.

    Dicono che col buon senso non si può far politica, e chissà, forse è vero. Dotare la polizia di uomini e mezzi sarebbe più sensato di pagare l’esercito per far da comparsa ai capolinea delle linee della metropolitana.

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  2. La “casta” del gas


    In Italia esistono giornalisti “famosi” che pur essendo diventati tali dopo avere scritto libri ed articoli di pesante denuncia del “sistema”, continuano allegramente a fare parte della sua elite, scrivendo sulle pagine dei quotidiani più importanti e comparendo nelle trasmissioni in TV con la stessa frequenza di quanto accade agli uomini politici di grido. Giornalisti che con il loro lavoro di “denuncia” del sistema, prodotto con l’ausilio dei finanziamenti che il sistema stesso ha messo loro a disposizione, sono riusciti a ritagliarsi una posizione di favore all’interno della quale possono godere di grande credibilità presso l’opinione pubblica. Credibilità che una volta conquistata potrà essere da loro capitalizzata rendendo utili favori al “deprecabile” sistema che li nutre e li foraggia.
    E’ il caso del buon Gian Antonio Stella, nato nel paese che fu di Eleonora Duse e divenuto più che famoso nel 2007 dopo la pubblicazione del best seller La Casta, al quale ha fatto seguito l’altrettanto mordace La deriva dello scorso anno. Stella, grande estimatore della crescita e dello sviluppo, come si può evincere da molti suoi scritti, ha dedicato una “marchetta” alla casta del gas, quella costituita da ENI, Edison, Enel, Hera, Exxon Mobil, Eon, Gas Natural, Erg, Gaz de France, partorendo un curioso articolo titolato “Il NO ai rigassificatori: bocciano i progetti e stiamo al gelo” che ha trovato pubblicazione sabato scorso sulle pagine del Corriere della Sera.
    Nel suo pezzo l’ardimentoso Stella divide gli ambientalisti “buoni” (quelli legati a Legambienteche contestano il nucleare ma apprezzano i rigassificatori e gli inceneritori) da quelli “cattivi” (che si oppongono a tutti gli scempi e le nocività ambientali), dedicando a questi ultimi alcune righe cariche di disappunto ed ironia. Mette alla berlina i livornesi che si battono contro la costruzione del rigassificatore off shore, ironizzando sul rischio derivante da un’eventuale esplosione dell’impianto, arrivando perfino a definirli “ayatollah ecologisti toscani”. Irride gli ambientalisti di Panigaglia, vittime a suo dire dell’effetto “nimby”, contesta i cittadini che si oppongono (senza che lui ne comprenda il perché) al rigassificatore di Brindisi e lancia i propri strali contro coloro (dalla sinistra radicale, a Sgarbi, fino al centrodestra) che stanno impedendo la costruzione del rigassificatore di Porto Empedocle in Sicilia, con giustificazioni di carattere archeologico e paesaggistico che Stella giudica incomprensibili.
    Se tanto livore nei confronti degli ambientalisti, quelli non allineati con la lobby del cemento di Ermete Realacci di cui Stella nel pezzo si manifesta estimatore, non può mancare di lasciare basito chiunque conosca appena un poco in profondità le questioni ambientali, ancora più stupore provocano gli argomenti che il giornalista porta a giustificazione del livore stesso.
    Stella nel suo articolo tenta infatti d’indurre il lettore a credere che a causa della mancanza dei rigassificatori l’Italia rischi seriamente di rimanere al gelo per mancanza di gas, nel caso di eventuali problemi sulla rete dei gasdotti, arrivando a vaticinare di abitazioni congelate, fabbriche bloccate e trasporti paralizzati. Un quadretto degno dei migliori film “catastrofici” a stelle e strisce, tanto più drammatico in un paese come l’Italia che, a suo dire, avrebbe abbandonato il nucleare, senza imboccare le strade alternative delle energie rinnovabili, all’interno delle quali il buon Stella annovera anche i "Termovalorizzatori" dimostrando in maniera inequivocabile come stia sproloquiando riguardo a cose di cui non ha la benché minima conoscenza.
    Pur incorrendo nel rischio di rovinare una bella “marchetta”, credo sia doveroso tranquillizzare gli italiani, riportando il piano del discorso dal fantasy alla realtà. Nonostante sia costretta ad importare dall’estero buona parte del gas che consuma, l’Italia gode infatti di una rete di gasdotti (buona parte dei quali già in fase di potenziamento quando non di costruzione ex novo) in grado di consentirle l’approvvigionamento di quantitativi di gas notevolmente superiori al proprio fabbisogno attuale e futuribile. Basti pensare che è in dirittura di arrivo il potenziamento del gasdotto algerino Ttpc che trasporterà 6,5 miliardi di metri cubi di gas in più l’anno, l’ENI ha già iniziato il potenziamento del gasdotto Tag che trasporta in Austria il metano estratto dai giacimenti siberiani, per consentire il trasporto aggiuntivo di 3,2 miliardi di metri cubi annui. Entro la fine del 2012 la società Galsi s.p.a. della quale fanno parte Edison, Enel ed Hera, dovrebbe terminare la costruzione di una nuova pipeline di 2280 km che via Sardegna trasporterà annualmente 8,5 miliardi di metri cubi di metano aggiuntivo dall’Algeria a Piombino, in Toscana, il cui tratto off shore risulterà il più profondo al mondo raggiungendo la profondità di 2.880 metri. Nel corso del 2013 inoltre dovrebbe essere inaugurato il gasdotto South Stream che attraverso la Grecia trasporterà il gas russo fino in Puglia.
    I rigassificatori in progetto e quelli esistenti, Panigaglia e Rovigo costato 2 miliardi di euro e posizionato al largo della foce del PO, tanto cari a Gian Antonio Stella, non serviranno al nostro Paese per sfuggire al destino di una catastrofe incombente fatta di gelo e galaverna. Semplicemente saranno destinati a trasformare l’Italia in una sorta di hub energetico attraverso il quale la “casta” dell’energia a braccetto con quella della politica (che Stella ama fustigare nei suoi best seller) potrà accumulare profitti miliardari, lasciando il conto da pagare ai contribuenti e all’ambiente. Quell’ambiente la cui salute, a dispetto dei giornalisti e delle loro marchette, non si divide fra buoni e cattivi ma continua a rimanere un qualcosa di oggettivo ed incontrovertibile.

    MARCO CEDOLIN

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  3. Da dove lo avete tirato fuori?
    E' forse il Messia che dice il vero?
    Liberta', liberta' quante cazzate si dicono in tuo nome......

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  4. io sno favorevole al pizzaiolo consigliere comunale che diventa sindacoooooooooooooooo

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blog culturale fondato dalla giornalista Lilli D'Amicis

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Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà,
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ammazzato nel novembre del 1975

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