Che ora è ?

lunedì 9 febbraio 2009

E a proposito di donne ricevo e pubblico



Le spese a carico dello Stato che arginano le violenze .

I media narrano di violenza di gruppo, riduzione in schiavitù, donne sequestrate e violentate, ricattate per non denunciare i fatti

Gli avvenimenti sono tanti ogni giorno e l’elenco tragico potrebbe continuare all’infinito.

I dati che si commentano sui giornali evidenziano che ciò che si conosce è solo la punta dell’iceberg, perché spesso le donne vittime di violenza non denunciano i propri aggressori.

Non lo fanno perché vittime impaurite, perché in preda alla vergogna, perché sole, perché non tutelate abbastanza e perché psicologicamente deboli per affrontare il procedimento penale, le lungaggini processuali.

L’idea di denunciare l’aggressore o gli aggressori, per poi trovarseli in strada ed essere costretta a ritrattare tutto per poter continuare a vivere o sopravvivere, è un pensiero che blocca ogni denuncia.

Ma quante donne conoscono la legislazione vigente che consente l’allontanamento del familiare violento,

quante sono davvero consapevoli che la violenza che subiscono è un vero e proprio reato perseguibile dalla legge e non solo un “fatto sbagliato che è successo”;

quante trovano la forza di raccontare l’evento alle forze dell’ordine o solo ad una persona amica e quante sono le donne che riescono a non farsene una colpa.

Certo le spese legali a carico dello Stato sono un ottimo strumento per poter garantire la difesa in giudizio delle vittime di violenza.

Peccato che esiste già e non è idoneo a risolvere il problema!

La gratuità della difesa legale è già garantita ai non abbienti, per tutte le controversie, dunque il Ministro Alfano non ha detto nulla di nuovo, perché le donne vittime di stupro o violenza, che rientrano nelle categorie reddituali previste dalla legge già ne possono usufruire.

Le altre che hanno un reddito tale da potersi pagare l’avvocato non hanno problemi economici, ma allora come mai il 96% delle violenze sessuali in Italia non viene denunciato?

Non è un problema economico dunque !

Le donne che subiscono violenza forse avrebbero più bisogno di sostegno psicologico oltre che sanitario, a spese dello Stato.

Dunque sarebbe questa la vera introduzione legislativa utile e non una semplice enunciazione fatta sulla scorta emotiva degli avvenimenti accaduti e che fanno notizia.

La previsione del Ministro Alfano, fatta con il solito metodo che ha il sapore più di “annuncio televisivo” lascia l’amaro in bocca tipico delle frasi di circostanza, dei provvedimenti presentati come risolutivi ma che in sostanza dimostrano di non volere o non sapere affrontare bene il problema.

I centri antiviolenza e le case rifugio dimostrano che una donna , vittima di violenza, per denunciare l’occorso ha bisogno di ritrovare fiducia in se stessa, vincere la paura e la vergogna e soprattutto avere garanzie di certezza di pena nei confronti dell’aggressore.

Dunque non è certo ciò che già esiste che risolve i problemi. Tant’è che ad oggi non sembrano risolti.

Solo un serio sostegno morale e psicologico, oltre che sanitario e farmaceutico a carico dello Stato può portare ad un miglioramento della situazione.

La sensibilizzazione dell’opinione pubblica con azioni mirate ad un cambiamento di cultura, possono limitare il problema.

Occorrerebbe avere negli ospedali, nei distretti sanitari centri specializzati per queste tipologie di reati, così come negli uffici delle forze dell’ordine.

Sportelli comunali in grado di rapportarsi alle donne vittime di violenza di tutti i tipi, collegati in rete con forze dell’ordine, uffici giudiziari e centri sanitari e centri antiviolenza in grado di intervenire con celerità e competenza, il tutto a Spese dello Stato, così come con la necessaria ed imminente previsione di riti processuali brevi che consentano l’accertamento veloce dei fatti con la conseguente condanna del colpevole.

Dunque confido che il Ministro Alfano possa prevedere a Spese dello Stato ciò che ancora non lo è, se davvero vuole cercare di arginare il dramma della violenza sulle donne.

avv. Chiaramaria Anastasia

consigliere comunale del comune di Grottaglie

Delegata regionale PD.

2 commenti:

  1. Non fare ridere i polli...ecco perche' andiamo sempre indietro...il problema non e' la violenza alle donne ma la violenza alla societa', donne uomini bambini...basta con questi luoghi comuni

    RispondiElimina
  2. Chiaramaria Anastasia farebbe bene a parlare anche dei problemi della sua città e delle violenze che compie giornalmente la sua amministrazione ai danni di cittadini grottagliesi.
    Troppo facile sfuggire alle proprie responsabilità parlando demagocicamente di problemi generici.

    RispondiElimina

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