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martedì 12 maggio 2009

La città delle Nuvole


dal blog del Comitato per Taranto

«Un giorno, però, qualcuno ha cominciato a guardare il cielo con una maggiore curiosità, poi con un più forte sospetto, infine con rabbia. Le nuvole non erano mai state tutte uguali come sembravano adesso, ecco qual era la novità sotto il sole di Taranto. Perché dentro quelle nuvole di cui nessuno si era mai accorto, o che nessuno aveva mai voluto vedere, si annidava un nemico che fa paura solo a nominarlo.»

Un mostro ecologico tiene sotto il ricatto della perdita del posto di lavoro una città intera. È enorme, potente e pericoloso per la salute di chi vi abita intorno. È il centro siderurgico che si innalza alle porte di Taranto, ma sarebbe meglio dire che “occupa” la città, un’anomalia tutta italiana.

Un viaggio nel territorio più inquinato d’Europa, attraverso la voce dei suoi protagonisti: inserti di una vita vissuta pericolosamente, in un clima segnato da omertà politica, rapporti occultati, vessazioni e omesse denunce. Rilevazioni contraffatte e rivelazioni scomode. E poi morti, tanti, quanti non ci si aspetterebbe, evaporati nel silenzio della città delle nuvole.

“C’è un diritto nella nostra Costituzione, che è assoluto e non accetta contemperamenti e limitazioni, ed è il diritto alla salute”. Ma Taranto non può fare a meno dell’industria, perché l’industria crea lavoro. Anche quando le sue emissioni inquinano oltre ogni misura, inondando la città con un fatale miscuglio di veleni: policlorobifenili, benzoapirene, emissioni radioattive, mercurio e, naturalmente, diossina, così tanta da far impallidire il caso Seveso. Un disastro ambientale con conseguenze dirette sulla salute di persone e animali.

Tra politici assenti – quando non troppo presenti –, sospetti e scandali annunciati, l’inchiesta di Carlo Vulpio persegue la “scellerata” ricerca della verità, supportato solo dalle attività di una società civile sempre più consapevole, nel (quasi) silenzio dei mezzi di informazione.

Perché, almeno fino a oggi, protocolli e atti d’intesa non sono serviti a chi l’acciaieria – e gli altri stabilimenti del polo industriale – la respira quotidianamente. Nonostante testimonianze, interrogazioni parlamentari, processi e condanne, il campionario delle vittime non accenna a diminuire: i malati di leucemia del quartiere Tamburi; fumatori incalliti di undici anni; donne e uomini sopraffatti dalla diossina; masserie svuotate; interi allevamenti di bestiame sterminati. Tutto questo, e altro ancora, senza troppi allarmismi.

Carlo Vulpio è inviato del Corriere della Sera, quotidiano per il quale lavora dal 1990. Si occupa di importanti fatti di cronaca e di inchieste in Italia e all’estero. Gli ultimi casi che ha trattato riguardano i magistrati Luigi de Magistris e Clementina Forleo. Queste inchieste sono state anche le ultime che Vulpio ha potuto raccontare, poiché il 3 dicembre 2008, dopo un articolo ricco di nomi e cognomi sui casi Why Not e Toghe lucane, Vulpio è stato improvvisamente sollevato dall’incarico dalla direzione del Corriere.

Ha scritto Roba Nostra (Il Saggiatore, premio Rosario Livatino 2009) e ha insegnato per diversi anni all’Università statale di Bologna, come docente a contratto, nel corso di laurea specialistica in Scienze della comunicazione pubblica, sociale e politica. Il suo blog è www.carlovulpio.it.



Carlo Vulpio presenta il suo La città delle nuvole, prima uscita della nuova collana VerdeNero Inchieste.
Prossimi appuntamenti: 12 maggio, Carmagnola (TO), ore 18.30 (Biblioteca Comunale); Moncalieri (To), ore 21 (Auditorim liceo scientifico Majorana); 13 maggio: Cuneo, ore 10.30 (Sala della Provincia); Reggio Emilia, ore 21 (Centro Internazionale Loris Malaguzzi, via Bligny 1); 14 maggio, Biella, ore 21 (Centro Congressi Città Studi, via G. Pella 2b); 15 maggio, Torino, 18.30 (Fiera del libro); 22 maggio, Bologna, ore 18.30 (Feltrinelli di piazza Ravegnana, modera Pierangelo Sapegno).

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Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà,
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Pierpaolo Pasolini
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ammazzato nel novembre del 1975

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